La Cina punta sullo yuan digitale per rompere il dominio del dollaro

Pierandrea Ferrari

7 Dicembre 2020 - 19:00

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Grandi manovre a Pechino sul fronte dello yuan digitale: la versione pilota della criptovaluta nazionale è già al lavoro da mesi, ora si punta a detronizzare il dollaro.

La Cina punta sullo yuan digitale per rompere il dominio del dollaro

Lo yuan digitale è l’arma scelta dalla Cina per allentare la morsa del dollaro sul sistema finanziario globale.

Ad esserne convinti i regolatori cinesi, che vedono nella criptovaluta di Stato il potenziale per aiutare lo yuan a scardinare le attuali gerarchie in campo valutario. Al momento, tuttavia, quella in circolazione nel territorio cinese è una versione pilota della moneta digitale, che di fatto precede quella applicazione generalizzata – prevista a breve - ormai da anni nei piani del Governo di Pechino.

Yuan digitale: la Cina mira a rompere il monopolio del dollaro

La versione beta della criptovaluta di Stato ha registrato sinora transazioni per 300 milioni di dollari nelle città cinesi in cui è stata implementata. Un risultato accolto con entusiasmo dai vertici di Pechino, che considerano questa fase – il debutto è avvenuto ad inizio 2020 – un test generale prima dell’esordio in pompa magna previsto per il prossimo anno.

L’estensione del programma su tutto il territorio nazionale porterebbe la Cina ad imporsi come prima economia avanzata ad offrire una valuta virtuale nazionale, battendo sul tempo quell’euro digitale da tempo nei piani del board della BCE.

Ma il fine ultimo dello yuan digitale, come ammesso dai regolatori cinesi, è quello di contribuire a rompere il dominio del dollaro e affermare la valuta del Dragone a livello internazionale. Un intento, questo, che secondo gli analisti è ancora lontano dal concretizzarsi: la stretta del Governo di Xi Jinping sul sistema finanziario cinese, infatti, è un ostacolo a quel processo che dovrebbe trasformare lo yuan in una valuta globale.

Per il momento, tuttavia, gli scenari relativi alla prossima adozione della criptovaluta di Stato incoraggiano i vertiti del Partito Comunista – attualmente al potere – a mantenere la fiducia sulla bontà dell’investimento. Lo yuan digitale permetterà infatti alle autorità del Dragone di attingere ad alcune informazioni preziose sulle modalità di spesa dei cittadini cinesi (e sui flussi di valuta verso l’estero), scardinando di fatto quel velo di anonimato attorno al quale ha tradizionalmente ruotato il settore delle monete digitali.

Perché la Cina ha accelerato sul fronte dello yuan digitale

Come accennato in precedenza, è probabile che la Cina sarà il primo Stato a tagliere il traguardo e a dotarsi di una criptovaluta nazionale. Ma sebbene la volontà del Governo di aumentare il suo controllo sull’economia cinese e l’ambizione di detronizzare il dollaro in un prossimo futuro siano di fatto degli elementi che potrebbero spiegare l’accelerazione registrata quest’anno, ci sono ulteriori questioni che stanno alimentando la corsa allo yuan digitale.

Tra questi, indubbiamente, la preoccupazione di Pechino verso la crescente influenza dei giganti tech e dei loro servizi di pagamento digitali. La criptovaluta di Stato – così come intesa dai vertici cinesi – è infatti una sorta di bastione eretto in difesa dell’autorità centrale, innervosita recentemente da quella rapida evoluzione tecnologica che trasuda democrazia e libertà.

Inoltre lo yuan digitale permetterebbe al Governo cinese di ridurre la quantità di contanti in circolazione – la Cina è già uno dei Paesi maggiormente digitalizzati nell’ambito dei pagamenti - e di gestire efficacemente la massa monetaria all’interno del territorio nazionale.

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