Per capire le cause del conflitto occorre ripercorre la storia della Crimea e i legami che la uniscono a Russia e Ucraina. Vediamo quali sono
Milioni e milioni di persone in tutto il mondo stanno seguendo con attenzione ciò che sta accadendo sulle sponde del Mar Nero. Il conflitto ormai sembra non essere più solo tra Russia e Ucraina, ma ha coinvolto direttamente Stati Uniti e Unione Europea, com’era prevedibile in un mondo sempre più interconnesso e globalizzato in cui le decisioni degli uni ricadono sugli altri.
Mentre l’UE nel corso del vertice odierno ha dichiarato l’intenzione di adottare delle sanzioni, Washington è già passata ai fatti imponendo delle restrizioni sui visti e congelando i beni di alcuni funzionari russi e ucraini “direttamente coinvolti nella destabilizzazione” della situazione.
La motivazione che ha spinto gli USA ad accelerare la procedura riguardante la sanzioni risiede in quello che è accaduto stamattina. Il Parlamento della Crimea ha infatti votato l’annessione alla Russia e indetto un referendum sulla secessione per il prossimo 16 marzoo.
Kiev però non ha intenzione di rimanere a guardare e ha immediatamente dichiarato illegittima la decisione (posizione avallata anche da Europa e Stati Uniti), emettendo due mandati d’arresto nei confronti di Serghii Aksionov e Vladimir Kostantivov, rispettivamente premier e presidente del parlamento della penisola. Secondo il tribunale distrettuale Shevchenko di Kiev, i due avrebbero violato l’articolo 109 della Costituzione che vieta azioni volte a modificare l’assetto costituzionale o a prendere il potere con la forza, reato punito con 10 anni di reclusione.
Ma per capire ciò che sta accadendo negli ultimi giorni occorre fare un passo indietro. Non si può infatti giudicare in modo corretto le tensioni attuali se non si tiene conto della storia di questo territorio, passato “di mano in mano”, senza tener conto della tradizione, della cultura e della volontà della popolazione da un lato, né dell’integrità, dei confini e delle leggi di una Nazione dall’altro.
I due pareri
Il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha dichiarato poche ore fa che il referendum indetto dal Parlamento della Crimea rischia di minare la pace internazionale:
"
Se una regione qualsiasi di un qualsiasi Paese decide, in contraddizione con la sua Costituzione, di unirsi a un altro Paese che lo ha incoraggiato a farlo, vuole dire che non c’è più la pace internazionale, né frontiere certe".
Secondo lui infatti l’integrità territoriale dell’Ucraina viene prima di tutto e l’annessione alla Russia sarebbe una totale mancanza di rispetto di questa entità. Posizione sostenuta anche da Stati Uniti e Unione Europea
Dal canto suo la Russia sostiene che il popolo abbia diritto di decidere da solo da chi farsi Governare o a chi unirsi, sottolineando proprio il fatto che la maggioranza della popolazione che risiede in Crimea si dichiara filo-russa.
La Crimea
La Crimea oggi è una Repubblica Autonoma, appartenente all’Ucraina. La popolazione è per il 58,5% di etnia russa e per il 24,4% di etnia ucraina.
La penisola entrò ufficialmente a far parte dell’impero russo nel lontano 1787. Nell’800 fu territorio di lotta tra Russi da un lato e Impero Ottomano, Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna dall’altro nel conflitto noto come “Guerra di Crimea.” Quasi 70 anni dopo, nel 1921, la RSSF istituì la Repubblica autonoma Sovietica di Crimea, abolita nel 1945 dopo essere stata teatro di lotte e deportazioni (queste ultime volute da Stalin per punire coloro che avevano combattuto a fianco del Reich) nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1954, l’allora leader sovietico Nikita Chruscev decise di “regalare” la Crimea all’Ucraina per commemorare il 300º anniversario dei Trattato di Pereyaslav che sancì la pace tra le due Nazioni. La decisione è sempre stata criticata e osteggiata da gran parte della popolazione di origine e lingua russa, legatissima alla cultura della madrepatria.
L’Ucraina risulta oggi praticamente spaccata a metà: la parte occidentale, filo-europea vorrebbe entrare nell’Unione, la parte orientale, di cui fa appunto parte la Crimea, si dichiara filo-russa e chiede l’annessione a quest’ultima.
© RIPRODUZIONE RISERVATA