Imprese culturali e creative: come funziona il credito d’imposta 2018

Guendalina Grossi

22 Febbraio 2018 - 18:30

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Il credito d’imposta per le imprese culturali e creative è stato introdotto dalla Legge di Bilancio 2018. Vediamo di seguito quali imprese ne possono beneficiare e cosa prevede.

Imprese culturali e creative: come funziona il credito d’imposta 2018

Credito d’imposta imprese culturali: la Legge di Bilancio 2018 ha introdotto un’agevolazione per i costi sostenuti per le attività di sviluppo, produzione e promozione di prodotti e servizi culturali.

Il credito d’imposta viene riconosciuto nel limite di spesa di 500.000 euro per il 2018 e di un milione di euro per il 2019 e il 2020 e rappresenta un’importante incentivo per la crescita del settore.

Le spese per le quali sarà riconosciuto il credito d’imposta verranno definite con un decreto del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo di concerto con il MEF che dovrà essere emanato entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018.

Vediamo di seguito quali sono le imprese culturali che possono usufruire del credito d’imposta nella misura del 30% introdotto dalla manovra.

Credito d’imposta 2018 per le imprese culturali e creative

La Legge di Bilancio 2018 prevede che alle imprese culturali e creative venga riconosciuto un credito d’imposta nella misura del 30 per cento dei costi sostenuti per attività di sviluppo, produzione e promozione di prodotti e servizi culturali e creativi.

L’articolo 1 comma 57 della manovra spiega cosa si intende per imprese culturali e creative affermando che:

Sono imprese culturali e creative le imprese o i soggetti che svolgono attività stabile e continuativa, con sede in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in uno degli Stati aderenti all’Accordo sullo Spazio economico europeo, purché siano soggetti passivi di imposta in Italia, che hanno quale oggetto sociale, in via esclusiva o prevalente, l’ideazione, la creazione, la produzione, lo sviluppo, la diffusione, la conservazione, la ricerca e la valorizzazione o la gestione di prodotti culturali, intesi quali beni, servizi e opere dell’ingegno inerenti alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, alle arti applicate, allo spettacolo dal vivo, alla cinematografia e all’audiovisivo, agli archivi, alle biblioteche e ai musei nonché al patrimonio culturale e ai processi di innovazione ad esso collegati.

Credito d’imposta 2018 per le imprese culturali e creative: come funziona?

La Legge di Bilancio 2018 prevede che il credito d’imposta venga riconosciuto nel limite di spesa di 500.000 euro per l’anno 2018 e di un milione di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

La manovra specifica inoltre che il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte dirette e dell’Irap, e non rileva ai fini della determinazione:

  • della quota di interessi passivi deducibile dal reddito di impresa ai sensi dell’articolo 61 del TUIR;
  • della quota di spese e altri componenti negativi diversi dagli interessi passivi, deducibile dal reddito di impresa ai sensi dell’articolo 109, comma 5, del TUIR.

Viene specificato infine che con un decreto che dovrà essere emanato dal Mibact di concerto con il MEF, entro 90 giorni dall’entrata in vigore dalla Legge di Bilancio, verranno definite le spese per le quali sarà riconosciuto il credito d’imposta.

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