Cos’è il sistema Swift e cosa significa escludere la Russia

Violetta Silvestri

25/02/2022

04/03/2022 - 11:04

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In questi giorni avanza l’ipotesi di escludere la Russia dal sistema internazionale Swift: cosa significa? Cos’è la rete mondiale per i pagamenti e quale impatto può avere il divieto di uso su Mosca.

Cos’è il sistema Swift e cosa significa escludere la Russia

Sanzioni contro Mosca: perché si parla tanto del sistema Swift e di un divieto di utilizzo per la Russia come misura contro l’invasione ucraina?

I Paesi occidentali, UE e USA in testa, stanno tessendo la tela sanzionatoria contro l’aggressiva mossa di Putin in territorio ucraino e l’esclusione dal sistema di pagamenti internazionali denominato con la sigla Swift sta suscitando dibattiti e critiche.

Cos’è lo Swift (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), come funziona e quale impatto avrebbe sulla finanza e sull’economia globale l’esclusione della Russia dal suo circuito?

Cos’è Swift, sistema per pagamenti internazionali

Swift è l’acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, letteralmente Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie mondiali.

Si tratta del principale sistema di messaggistica utilizzato dalle banche per effettuare pagamenti transfrontalieri rapidi e sicuri, consentendo al commercio internazionale di fluire senza intoppi e con garanzie.

È diventato il principale meccanismo per il finanziamento dello scambio di merci a livello globale.

Swift, fondata negli anni ’70, è una cooperativa con sede in Belgio di migliaia di istituzioni associate che utilizzano il servizio. In concreto, è una rete informatica che unisce circa 11.000 istituzioni finanziarie sparse in ogni parte del mondo.

Ma attenzione, non si tratta di una banca. Questo significa che Swift non possiede fondi, titoli e non ha alcuna gestione di conti dei clienti. Il consorzio internazionale di banche e istituzioni offre dei servizi, tramite sistema di messaggistica.

Sintetizzando, manda avvertimenti alle banche su transazioni che stanno per verificarsi. Ad esempio, le banche statunitensi hanno codici Swift univoci che i clienti utilizzano per i bonifici in entrata in dollari statunitensi.

Mentre questo sistema è nato principalmente per semplici istruzioni di pagamento, ora invia messaggi per un’ampia varietà di azioni, comprese transazioni di sicurezza, di tesoreria, commerciali e di sistema.

La cooperativa ha affermato di aver registrato una media di 42 milioni di messaggi al giorno l’anno scorso, con un aumento dell’11% rispetto al 2020, quando la Russia rappresentava l’1,5% delle transazioni.

Come funziona il sistema Swift?

Swift, come già detto, è una rete di messaggistica utilizzata dagli istituti finanziari per trasmettere in modo sicuro informazioni e istruzioni attraverso un sistema di codici standardizzato.

Il sistema non fa altro che assegnare a ciascuna organizzazione finanziaria un codice univoco che contiene 8 o 11 caratteri. Il codice è chiamato in modo intercambiabile codice identificativo bancario (BIC), codice SWIFT, ID SWIFT o codice ISO 9362.

Come funziona in concreto? Facciamo un esempio.

Un cliente di una filiale Bank of America a New York deve inviare denaro a un suo amico presso una banca UniCredit Banca di Roma. Il cliente di New York può entrare nella propria filiale Bank of America con il numero di conto dell’amico e il codice Swift univoco di UniCredit Banca per la filiale interessata.

A questo punto, Bank of America invierà un messaggio Swift di bonifico alla filiale UniCredit Banca tramite la rete sicura. Una volta che Unicredit Banca riceve il messaggio Swift relativo al pagamento in entrata, procederà all’incasso e all’accredito del denaro sul conto dell’amico italiano.

Cosa significa escludere la Russia da Swift

Non c’è unanimità sul divieto del circuito Swift per la Russia e questo perché diversi Paesi, anche l’Italia, dubitano sui reali effetti di una sanzione simile.

Il timore, infatti, è che a pagare le spese di questa esclusione siano transazioni anche di nazioni e banche non russe.

Innanzitutto occorre evidenziare che la mossa potrebbe escludere la Russia dalla maggior parte delle transazioni finanziarie internazionali, compresi i profitti dalla produzione di petrolio e gas, che rappresentano oltre il 40% delle entrate del Paese.

Tuttavia, l’impatto sulle imprese russe potrebbe non essere così grave. Il capo di una grande banca russa, VTB, ha affermato di recente che potrebbe utilizzare altri canali per i pagamenti, come telefoni, app di messaggistica o e-mail.

Gli istituti russi potrebbero anche indirizzare i pagamenti attraverso Paesi che non hanno imposto sanzioni, come la Cina, che ha istituito un proprio sistema di pagamenti per rivaleggiare con Swift.

Inoltre, Mosca potrebbe attingere ad altre soluzioni. C’è, per esempio, un sistema di pagamenti interno, Mir, che funge da intermediazione di circa il 25% delle transazioni nazionali eseguite con carta.

Mir non si può usare all’estero, a eccezione di Armenia, Ossezia meridionale e Abkhazia, ma ha ampliato le sue opzioni di utilizzo cooperando con il sistema Maestro e la cinese Unionpay.

Inoltre, dal 2014 in Russia c’è il System for Transfer of Financial Messages (SPFS). Nel 2021 ha gestito circa 13 milioni di messaggi con 400 intermediari finanziari anche importanti, come Unicredit e Deutsche Bank.

Non solo, esclusa da Swift, la Russia potrebbe optare per il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese (CIPS), con utenti in circa 100 Paesi.

Esiste, infine, il rischio che una sanzione del genere possa danneggiare lo status del dollaro USA come valuta di riserva globale e accelerare l’uso di alternative come le criptovalute.

Swift ed esclusione della Russia: chi rischia di più?

Considerando le informazioni sopra riportate, si comprende perché ci sia ancora una certa freddezza nell’accogliere la possibilità di escludere la Russia dal circuito Swift.

In un’analisi Ispi, si commenta:

“...l’ipotesi di un’esclusione della Russia ha suscitato la preoccupazione delle banche europee, in particolare di quelle francesi e italiane, che sono esposte complessivamente per circa 50 miliardi di dollari ugualmente ripartiti fra i due Paesi e che, nell’evenienza di un blocco, non potrebbero ottenere il pagamento di quei crediti.”

Occorre considerare anche che Mosca è un grande acquirente di manufatti esteri, in particolare dai Paesi Bassi e dalla Germania. Oltre a rappresentare il principale fornitore dell’UE di petrolio greggio, gas naturale e combustibili fossili solidi. Se le aziende russe non possono accedere a questo sistema di transazioni, i Paesi europei potrebbero avere difficoltà a trovare fornitori sostitutivi.

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