Cosa comprare e cosa vendere sui mercati dopo i deludenti payrolls Usa

Nicola D’Antuono

5 Ottobre 2015 - 06:36

I deludenti risultati del mercato del lavoro Usa dovrebbero spingere la FED a rimandare l’aumento dei tassi. Cosa acquistare e cosa vendere nei prossimi tre mesi? Ecco la "lista della spesa" e gli asset da evitare

Cosa comprare e cosa vendere sui mercati dopo i deludenti payrolls Usa

Il dato relativo all’andamento del mercato del lavoro negli Stati Uniti a settembre ha evidenziato una brusca battuta d’arresto per l’occupazione, visto che le nuove buste paga erogate nel settore non agricolo sono aumentate soltanto di 142mila unità. Gli analisti finanziari si aspettavano che i non farm payrolls potessero crescere a un ritmo superiore alle 200mila unità, quindi maggiormente in linea con quanto mostrato di recente dal pil Usa (+3,9% nel secondo trimestre). In realtà è stato rivisto al ribasso anche il dato di agosto a poco più di 130mila unità dalle 173mila stimate in precedenza. Insomma i payrolls hanno senza dubbio sorpreso negativamente i mercati.

E’ riuscito a mantenersi stabile, invece, il tasso di disoccupazione, che a settembre è risultato ancora pari al 5,1%: è il livello più basso dalla primavera del 2008. Il dato poco confortante sul lavoro negli Usa dovrebbe spingere la FED a non modificare ancora i tassi di interesse, confermandoli ai minimi storici anche dopo il meeting di fine mese. Difficile prevedere anche un incremento a dicembre, per cui a questo punto la chairwoman Janet Yellen potrebbe posticipare la stretta sui tassi al 2016. Da un punto di vista operativo, gli investitori restano confusi sugli asset da preferire in questa fase di mercato, caratterizzata pur sempre dalla frenata economica della Cina, dalla crisi dei mercati emergenti e dai bassi prezzi delle materie prime.

Ipotizzando uno scenario di tassi invariati da qui a fine anno, gli investitori dovrebbero ridurre sensibilmente l’esposizione verso i bond e tornare a fare incetta di azioni, soprattutto dopo il pessimo risultato del terzo trimestre. Wall Street dovrebbe tornare ad attrarre i grossi capitali esteri (in particolare asiatici), per cui in un’ipotetica “lista della spesa” potrebbero starci tranquillamente azioni hi-tech americane, azioni di banche europee e magari azioni di società energetiche, dopo una fase molto negativa a seguito della caduta dei prezzi del petrolio. Cosa evitare? Borse e valute dei mercati emergenti restano ancora troppo speculative, mentre si potrebbe tornare a comprare qualche materia prima finora bistrattata come il palladio e il platino. Da evitare lo yen e il franco svizzero, in vista di un miglioramento del mood degli investitori.

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