Conto corrente cointestato, come funziona e come aprirlo

Antonella Ciaccia

31/05/2022

31/05/2022 - 17:20

condividi

Cos’è il conto corrente cointestato? Senza dubbio uno strumento molto utile e vantaggioso ma espone anche a qualche rischio. Vediamo insieme come funziona, vantaggi e svantaggi per i cointestatari.

Conto corrente cointestato, come funziona e come aprirlo

Come funziona un conto corrente cointestato? Prima di spiegare in quale modo funziona un conto con più titolari occorre innanzitutto vedere cos’è un conto corrente cointestato e quali possono essere i rapporti tra i cointestatari.

Il conto corrente cointestato è uno strumento finanziario che può essere intestato a due o più titolari con o senza vincoli di parentela. Per non incorrere in problemi, è necessario che che tutti i titolari siano a conoscenza dei poteri e dei vincoli del conto cointestato, che vengono stabiliti al momento dell’apertura. Ciò non toglie che le regole di gestione possano essere modificate in un momento successivo, ma solo con la firma di tutti i cointestatari.

Sono disponibili due tipologie distinte di conto corrente cointestato e le differenze tra queste sono degno di attenzione, ecco perché è bene fare qualche riflessione quando si decide di aprire un conto con intestazione multipla.

Il conto corrente cointestato può avere due nature:

  • a firma congiunta, quando per ogni operazione è necessario il consenso di tutti i contitolari;
  • a firma disgiunta, quando ogni contitolare può disporre liberamente del conto, senza dover chiedere l’approvazione agli altri.

Al di là della decisione di optare per l’una o l’altra soluzione è fondamentale essere consci del fatto che qualsiasi banca non avrà in alcun caso responsabilità in caso di danni ottenuti da tale soluzione. Se uno dei due cointestatari dovesse prelevare l’intera somma presente o più della propria quota, l’istituto di credito non avrebbe modo di impedirlo e non potrà essere ritenuto responsabile.

Andiamo a vedere nel dettaglio come funziona un conto corrente cointestato, in quale misura può essere soggetto a pignoramento e cosa accade in caso di morte di uno dei cointestatari.

Conto corrente cointestato a firma congiunta

I conti correnti cointestati a firma congiunta prevedono che tutti i titolari possano operare sul conto. Con questa tipologia di contratto è necessaria la presenza di tutti i cointestatari per le operazioni di prelievo, emissione di assegni, disposizione di bonifici.

Le parti possono anche stabilire che il vincolo della firma congiunta sia operativo a partire da una soglia determinata o esclusivamente per un tipo di operazioni. Basta che le condizioni che regolano la contitolarità siano espresse al momento dell’apertura del conto corrente.

Se la firma è congiunta ogni tipo di operazioni e movimentazioni prelievo (operazioni di prelievo, emissione di assegni, disposizioni di bonifici) richiede la presenza e la firma di tutti i cointestatari. Tale formula è sempre consigliata nel caso in cui i co-titolari del conto siano soci in affari in quanto la controfirma consente di avviare un sistema di controllo su tutte le operazioni.

Se la banca autorizza uno dei titolari a compiere delle operazioni senza l’espresso consenso degli altri, l’istituto risponderà dei danni arrecati agli altri cointestatari a titolo di risarcimento.

Segnaliamo comunque che in qualunque momento sarà possibile passare da un conto cointestato a firma disgiunta ad uno a firma congiunta e viceversa.

Conto corrente cointestato a firma disgiunta

Il conto corrente cointestato a firma disgiunta funziona in maniera opposta: in questo caso ogni contitolare può compiere operazioni in autonomia, senza aver bisogno dell’autorizzazione degli altri cointestatari.

Solitamente questa soluzione viene scelta in ambito familiare, soprattutto tra coppie di coniugi, in quanto comporta minori limitazioni e rende le operazioni più agevoli.

Avere le firme disgiunte non significa però che ciascuno degli intestatari del conto possa fare tutto quello che vuole senza che l’altro sappia. Egli potrà versare, prelevare, dare delle disposizioni su bonifici o pagamenti, ecc. Ma ci sono delle operazioni, come vedremo sulle quali sarà necessario avere il consenso scritto del cointestatario come ad esempio la chiusura del conto.

Tutti gli intestatari dovranno essere d’accordo sulla chiusura del conto, così come lo erano all’apertura. L’operazione in sé può essere fatta anche da uno solo dei contitolari ma è fondamentale che gli altri dichiarino per iscritto di esserne stati informati e diano il proprio consenso all’operazione.

Se la chiusura del conto cointestato comporta il trasferimento del denaro depositato verso un altro conto di una diversa banca, l’operazione di chiusura viene predisposta dal nuovo istituto solo se la richiesta viene effettuata e sottoscritta da tutti i contitolari.

Facciamo anche una piccola precisazione: il conto cointestato si distingue dalla semplice delega su conto corrente che, invece, lascia immutata la titolarità del denaro in capo a un solo soggetto (il delegante), ma implica una procura generale e anticipata a compiere determinate operazioni, conferita a un determinato soggetto. Quest’ultimo, quindi, non diventa proprietario, ma un semplice delegato, anche se tale delega viene conferita una sola volta e in anticipo.

Documenti necessari per cointestare un conto in banca

Diciamo prima di tutto che la legge non pone alcun vincolo sul numero massimo di cointestatari né sulla necessità che tra di loro ci debba essere per forza un legame di parentela. Per aprire un conto corrente cointestato si dovranno però avere necessariamente i seguenti documenti:

  • la carta di identità, primo documento necessario per aprire un conto corrente, sia nel caso di apertura in una filiale con sportello bancario sia se lo si apre online con l’home banking;
  • il codice fiscale. Nel caso si decida di rivolgersi allo sportello bancario sarà necessario il documento originale e la fotocopia da lasciare in banca.
  • le firme di tutti i cointestatari del conto corrente.

Invece per chiudere un conto cointestato è necessario che tutti i titolari del conto ne chiedano l’estinzione, se il rapporto è stato aperto a firma congiunta. Se il conto è cointestato a firma disgiunta, ciascuno dei cointestatari, singolarmente, ne può richiedere la chiusura.

Cosa succede in caso di morte di un cointestatario?

Nel caso di morte di uno dei contitolari possono venirsi a creare diverse situazioni a seconda che la firma sia congiunta o disgiunta.

Nel caso di conto corrente a firma congiunta, il rapporto viene congelato in attesa che vengano individuati gli eredi della persona defunta. Gli altri titolari del conto, intanto, non potranno effettuare alcun tipo di operazione fin quando non sarà terminata la procedura di successione.

Se il conto è a firma disgiunta, invece, gli eredi dovranno procedere ugualmente alla pratica di successione per subentrare e acquisire la titolarità della quota spettante, ma i cointestatari potranno nel frattempo effettuare operazioni e operare in maniera autonoma sul conto.

Ad esempio, se il conto a firma disgiunta è intestato a due persone e una muore, il superstite potrà continuare ad utilizzare liberamente il 50% del denaro, mentre il restante 50% resta bloccato ai fini della successione.

In alcuni casi però, ai fini di scongiurare possibili scontri tra cointestatari ed eredi legittimi di uno dei titolari defunti, gli istituti di credito bloccano comunque il conto in via precauzionale in attesa che l’iter della successione venga portato a termine.

Si può pignorare il conto corrente cointestato?

Il conto corrente cointestato, come quello ordinario, può essere pignorato o quando uno dei dei contitolari ha omesso di pagare un debito entro 60 giorni dalla notifica del precetto.

La procedura di pignoramento può essere esperita anche verso il conto corrente cointestato del debitore. Infatti, anche laddove ci siano più titolari, il creditore ha comunque diritto di recuperare la somma che gli spetta a titolo di credito.

Tuttavia la legge stabilisce che tale pignoramento non può superare la metà della cifra contenuta nel conto, anche quando il credito è superiore. Inoltre, si prevedono delle limitazioni anche quando il creditore è l’Agenzia delle Entrate.

In entrambi i casi comunque, quando il conto corrente è cointestato, il creditore può pignorare solo il 50% della somma in esso contenuta.

Dopo la procedura esecutiva, sia il contitolare debitore che gli altri possono continuare a fare operazioni e prelievi, senza però andare ad intaccare la parte sottoposta a pignoramento.

Per maggiori informazioni sul tema, si rimanda all’articolo di approfondimento sulla pignorabilità del conto corrente cointestato.

I pro e i contro di un conto cointestato

Un conto corrente cointestato presenta svariati pro e contro. A seconda delle proprie esigenze si procede verso una decisione dopo aver raccolto le informazioni necessarie.

Per i vantaggi possiamo sicuramente considerare comodo avere un unico conto bancario di riferimento per finalità comuni, familiari o no, in cui far confluire il denaro necessario e da cui attingere per le relative spese.

Essere contitolari di un conto e gestirlo senza bisogno di delega che, nel caso di conto bancario intestato a una sola persona, consente ad un terzo, non intestatario del conto, di operare sul conto nei limiti della delega conferita.

Non meno rilevante è che si possa risparmiare sui costi fissi (canoni, imposta di bollo etc.), pagandoli per un solo conto.

Tra gli svantaggi invece dobbiamo considerare che la somma depositata si presume essere in contitolarità, in parti uguali, tra tutti gli intestatari, indipendentemente dal fatto che la provvista sul conto provenga soltanto (o in prevalenza) da uno dei titolari.

Altro elemento a sfavore, come già precedentemente detto, è che la banca è esonerata da ogni responsabilità qualora uno dei cointestatari dovesse prelevare l’intero patrimonio.

Specifichiamo anche che, chi sostiene che la cointestazione sia meramente una simulazione ha l’onere della prova. e se uno dei cointestatari dovesse contrarre dei debiti, i suoi creditori potrebbero pignorare il 50% del conto corrente (con o senza firma disgiunta).

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO