I risparmiatori italiani si rivolgono con diffidenza ai consulenti finanziari. In cima alla lista dei motivi per cui il risparmiatore medio preferisce ancora "custodire" i propri risparmi vi è la mancanza di fiducia. La Mifid II aiuterà a migliorare la relazione cliente/consulente?
La fiducia è un elemento che Arrow nel suo studio “Gifts and Exchange” (1972) considera intrinseco in ogni transazione commerciale e che diventa tanto più forte quanto più la transazione è condotta per un periodo prolungato di tempo. A causa della complicata situazione finanziaria, dei numerosi fatti di cronaca (episodi di bail-in) e di una mancanza di cultura e formazione, gli italiani investono meno che nel resto d’Europa e sono alquanto "sfiduciati".
A tal proposito abbiamo voluto raccontare l’esperienza di Maria Cristina Frivoli, ex-cliente di un consulente finanziario che - ahimè - si è ritrovata a dover recuperare i risparmi di una vita a causa di scelte non proprio oculate.
Ci racconti un po’ di lei…
Sono counsellor, formatore, mediatore familiare e sociale. La mia attività consiste nel preparare progetti formativi e cercare di proporli all’interno di USL, ASL e altri enti. Tratto tematiche relative alla comunicazione e relazione, argomenti molto trasversali. Lavoro anche con un istituto che rilascia diplomi di counselling per far sì che chi frequenta il corso abbia una professione spendibile nell’immediato. Il counsellor si occupa di problematiche di vario genere - ad esempio un cambiamento di quel che è la routine quotidiana - e ti aiuta a trovare le risorse dentro te stesso per superare questo momento di impasse.
In quale momento della sua vita ha deciso di affidarsi ad un consulente finanziario?
La prima volta che mi son rivolta ad un consulente finanziario è avvenuto dopo la separazione, episodio che risale ormai venti anni fa e che coincide con l’inizio della mia attuale professione. Avevo dei risparmi messi da parte su un conto corrente e ho scelto di essere seguita da un consulente per gestirli nel miglior modo.
Quali erano le sue esigenze? Sono cambiate nel corso del tempo?
Le esigenze di allora corrispondono in gran parte alle esigenze di oggi. La mia preoccupazione è di avere qualcosa “messa da parte” in modo da affrontare improvvise spese, problemi di salute e così via. Dal momento in cui son cresciuti i miei figli, una ulteriore priorità si è aggiunta alle altre: trovare un modo per aiutarli. Il modello economico della società è cambiato, non aiuta i giovani di oggi a trovare facilmente lavoro e sicuramente non nelle modalità in cui son riuscita a trovarlo io circa quarant’ anni fa; quindi in questo momento tutto quel che voglio è - ribadisco - aiutarli a trovare la loro strada, a realizzare i loro sogni.
In che modo si informa oggi su prodotti/strumenti finanziari? Quali canali predilige?
Dopo aver affidato i miei risparmi al mio consulente finanziario, mi sono un pò “adagiata”. Prima - ricordo - mi informavo molto tramite Internet; poi sempre più presa dal lavoro e dai figli non ho seguito più la materia. Fino a quando nel 2008 - anno della crisi vissuta da molti italiani - da una base di partenza da investire, mi son ritrovata con una quota più che dimezzata e a quel punto ho ripreso in mano la situazione! Dopo quella orribile esperienza, non ho voluto più investire un centesimo. Quel capitale non l’ho più recuperato. Oggi ho una profonda sfiducia sul fronte dei mercati e nei confronti di chi gestisce (forse) con "leggerezza" i risparmi di una vita.
In cosa peccano le donne dal punto di vista della gestione dei propri risparmi?
Credo che la donna sia in grado di gestire il proprio denaro. Se sol pensiamo alle nostre nonne, mamme, beh erano proprio loro che alla fine del mese garantivano un piatto caldo e sussistenza alla famiglia. E’ anche vero che nella maggior parte dei casi la gestione era ed è affidata all’uomo. Quando ero bambina i soldi li gestiva papà; quando ho deciso di sposarmi poco è cambiato: la parte economica è stata presa in carico da mio marito.
Ha mai pensato di fare un “regalo finanziario” ai suoi figli o nipoti?
A dire il vero no. Se proprio dovessi scegliere qualcosa, attualmente preferirei un’assicurazione o meglio una polizza sulla vita. La tutela della famiglia prima di tutto. Per il resto, non sono informata sulle ultime novità.
Se potesse tornare indietro, cosa cambierebbe del suo percorso di “indipendenza economica”?
Comprerei immediatamente degli immobili (un box, un pezzo di terra, ecc). Investirei in qualcosa di materiale.
Alla luce di questa esperienza condivisa, è assolutamente necessario agevolare il processo di "familiarizzazione" ai temi finanziari. Bisognerebbe puntare maggiormente su progetti formativi in materia economica e finanziaria.
Ci auguriamo che con la Mifid II possa emergere una più chiara definizione dei servizi di consulenza, più tutela per l’investitore finale e più adeguatezza delle informazioni a loro destinate.
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