Commissione Banche: cosa prevede la relazione finale che non ha messo tutti d’accordo

Francesca Caiazzo

30 Gennaio 2018 - 15:18

La Commissione sulle banche non produrrà una relazione finale unitaria perché non non soddisfa tutti i gruppi parlamentari. Che hanno depositato loro documenti

Commissione Banche: cosa prevede la relazione finale che non ha messo tutti d’accordo

La Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha terminato, come previsto dalla legge, i suoi lavori ma non produrrà una relazione finale unitaria.

Il presidente dell’organismo bicamerale, Pierferinando Casini, aveva tentato di sottoporre ai suoi colleghi parlamentare un testo unico e condiviso, ma a quanto pare non ha messo d’accordo tutti.

Dunque, nella riunione di oggi, sul tavolo della Commissione sono stati presentati più testi, redatti dagli altri gruppi parlamentari

Ogni gruppo presenta un documento finale

Nata per far luce sulla crisi di alcuni istituti bancari italiani divenuta oggetto di diverse inchieste giudiziarie, la Commissione ha lavorato intensamente per circa tre mesi ascoltando i protagonisti principali delle singole vicende ma anche i vertici di Consob e Bankitalia.

Come previsto, la fine dei lavori coincide con la fine della legislatura ma le divergenze di veduta tra i vari componenti non permetteranno di approvare una relazione finale unitaria sull’attività svolta e soprattutto sulle proposte da avanzare in materia.

Dopo mesi di audizioni e tenendo conto delle richieste pervenute dai vari gruppi parlamentari, il presidente Casini ha lavorato al documento finale predisponendone una bozza con l’auspicio che potesse essere condiviso dalle diverse anime politiche della.
Così non è stato. Dunque, dopo la riunione dell’ufficio di presidenza, M5S, Forza Italia, Leu e gli altri gruppi parlamentari hanno fatto pervenire i loro documenti.

La bozza di Casini

Una relazione unitaria, insomma, che a quanto pare ha invece creato divisioni. Ma cosa prevede il prevede il documento elaborato da Casini?
Innanzitutto viene spiegato come nei 7 casi oggetto di attività investigativa da parte della Commissione

“le attività di vigilanza sia sul sistema bancario (Banca d’Italia) che sui mercati finanziari (Consob) si siano rivelate inefficaci ai fini della tutela del risparmio.”

Per questo, tra le proposte che sono state avanzate nel documento c’è innanzitutto quella che riguarda il conferimento di maggiori poteri investigativi a Bankitalia e Consob, che però sono chiamati a garantire una più efficace comunicazione. Dalle attività della Commissione, infatti, era emerso un deficit nello scambio di informazioni tra le due autorità.

“La disamina e l’approfondimento di alcuni eventi che hanno contraddistinto l’azione della vigilanza - nella specie di Banca d’Italia e Consob - ha fatto emergere, nell’ambito dell’inchiesta oggettive debolezze nella collaborazione e nello scambio reciproco di informazioni rilevanti tra i due organismi”

si legge nella relazione.

Il documento elaborato da Casini prevede, inoltre, delle regole per superare il sistema delle cosiddette porte girevoli - emerso durante le audizioni - per evitare che da via Nazionale si possa essere assunti o avere incarichi presso le banche oggetto di vigilanza.

Nel documento si propone anche la creazione di procure distrettuali in materia di reati finanziari – il testo ne propone anche dei nuovi - coordinate da una procura nazionale.

Sul fronte delle vittime delle crisi bancarie, infine, viene proposta l’individuazione di nuove forme di ristoro e la costituzione di una società di rating europea.

La reazione dei gruppi parlamentari

L’unico punto della relazione di Casini, illustrata in Commissione dal vice presidente Mauro Maria Marino, su cui i vari gruppi hanno trovato convergenza è la proposta di creare nuove norme che impediscano il fenomeno delle porte girevoli. Per il resto è quasi scontro aperto.

Secondo Carlo Sibilia del Movimento 5 Stelle - che ha rilanciato l‘ipotesi di nazionalizzare la Banca d‘Italia e la possibilità di eliminare la prescrizione per i reati bancari - nel documento finale proposto non vengono evidenziate le responsabilità di quanto accaduto:

“mi sembra sia stata barattata la stabilità del sistema, ci mettiamo la polvere sotto il tappeto e ci rivediamo dopo le elezioni”.

Il testo, inoltre, per Davide Zoggia (LeU) è sorta di mediazione che

“non entra nel merito e presenta alcune reticenze gravi rispetto al lavoro che abbiamo fatto e che doveva essere reso pubblico”.

Forza Italia, da parte sua, aveva avanzato la proposta di istituire una commissione di vigilanza permanente sul sistema bancario oltre che procedure per avviare un’auspicata separazione tra banche commerciali e istituti d’affari.

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