Ritardi e omissioni: il caso Etruria secondo Consob

Francesca Caiazzo

14 Dicembre 2017 - 12:16

Il vice direttore generale della Consob ascoltato dalla commissione sulle banche: Etruria ha omesso di informare il mercato su criticità, Authority informata anni dopo

Ritardi e omissioni: il caso Etruria secondo Consob

Le criticità di Banca Etruria furono omesse ai risparmiatori e i rilievi mossi da Bankitalia nei confronti dell’istituto toscano furono messi a conoscenza della Consob solo 4 anni dopo.

Si può riassumere così l’audizione del vice direttore generale della Consob, Giuseppe D’Agostino, dinnanzi alla commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario.

Omissioni e ritardi, dunque, che il dirigente ha spiegato nei dettagli nell’aula di Palazzo San Macuto.

Banca Etruria ha taciuto criticità

Secondo quanto riferito da d’Agostino davanti alla commissione bicamerale, Banca Etruria nel 2012-2013

“ha operato e sollecitato il pubblico risparmio attraverso offerte, in assenza di un quadro informativo corretto e completo circa la reale situazione di criticità in cui si trovava”.

L’istituto toscano, ha spiegato il vice dg Consob, ha così portato a termine importanti operazioni per un valore totale di circa 320 milioni di euro, omettendo di informare sulle “rilevanti criticità e anomalie” di cui la stessa banca era a conoscenza, viste le indicazioni ricevute da Bankitalia già dal luglio 2012.

Inoltre, secondo quanto affermato da D’Agostino,

“il comportamento omissivo è stato reiterato dalla Banca anche nel dicembre 2013, in occasione della diffusione al mercato delle criticità evidenziate dalla Banca d’Italia, a seguito dell’ispezione conclusa nel 2013 e rappresentate a Banca Etruria con la lettera del 3 dicembre 2013”.

Insomma, l’istituto toscano non ha inteso dare informazioni al mercato sulla reale situazione in cui versava a metà del 2013. Una situazione che D’Agostino definisce

“di strutturale carenza patrimoniale, insufficiente redditività e bassa qualità del portafoglio crediti”

e che sarebbe stata nota almeno da tre anni. Nonostante il peggioramento evidente della situazione, Banca Etruria non avrebbe risposto alle sollecitazioni che provenivano da via Nazionale e che chiedevano di

“attuare tutta una serie di interventi correttivi sugli assetti organizzativi e procedurali, non ultimo quello di fondersi in un soggetto bancario di maggiori dimensioni”.

Consob informata in ritardo

Delle criticità di Banca Etruria, la Consob –secondo quanto raccontato da D’Agostino- è stata informata solo l’anno scorso.

“Solo nel maggio 2016, la Consob è venuta a conoscenza del fatto che la Banca già nel luglio 2012 aveva invece piena consapevolezza dei rilevanti e pervasivi profili di criticità evidenziati dalla Banca d’Italia, a seguito degli accertamenti ispettivi conclusi nel primo quadrimestre 2010”

ha detto il vice dg.

È stata la Nuova Banca Etruria, infatti, a inviare la relativa documentazione alla Consob, che tra l’altro proprio nel corso del 2017 ha sanzionato gli ex vertici dell’istituto toscano per 2,75 milioni di euro.

I ritardi nelle comunicazioni, Consob non li ha registrati solo sul caso di Banca Etruria.
D’Agostino, infatti, ha fatto riferimento anche alla vicenda Carife spiegando che

“solo dalla documentazione trasmessa dalla procura di Ferrara nel maggio 2017, è emerso che, già a partire dal 2010, la banca aveva consapevolezza di rilevanti elementi critici che riguardavano la sua situazione patrimoniale e gestionale, nonché il profilo di rischio delle proprie azioni.”

Ciò significa che il prospetto approvato da Consob nel 2013 per i bond subordinati di Carife (per un valore totale di 148 milioni di euro e azzerati con la risoluzione nel 2015) non conteneva riferimenti a elementi di criticità.

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