Cassa integrazione in deroga più breve e più difficile da ottenere: questo, in poche parole, il contenuto del decreto firmato dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Oltre alla stretta, si configura un vero e proprio addio in caso di cessazione dell’attività d’impresa, ma anche per i professionisti.
Cassa integrazione in deroga: dei nuovi limiti pronti a entrare in vigore a partire da quest’anno sapevamo praticamente già tutto. Nel decreto firmato dai ministri Giuliano Poletti e Pier Carlo Padoan, infatti, sono contenuti i nuovi criteri di riordino per la concessione sia della cassa che della mobilità in deroga. D’ora in poi, i trattamenti economici in questione non potranno superare gli 11 mesi nel 2014 e i 5 mesi nel 2014. Inoltre, il sussidio potrà essere elargito ai lavoratori (compresi apprendisti e somministrati) con almeno 12 mesi di anzianità aziendale: certo, nel 2014 ne basteranno 8, ma è comunque una bella differenza rispetto ai 90 giorni richiesti fino ad oggi. Va peggio, se possibile, per la mobilità in deroga: per il 2015 e il 2016, infatti, chi ne ha già usufruito per più di tre anni dovrà rinunciarvi del tutto.
Gli esclusi dalla cassa integrazione in deroga: gli studi professionali
Come se non bastasse un così deciso giro di vite in materia di ammortizzatori sociali in deroga, ci sono esclusioni già pronte a far discutere. Niente cig in deroga in caso di cessazione dell’attività di impresa (anche solo in parte), ma soprattutto addio al sussidio per il settore degli studi professionali, che già nei mesi scorsi aveva lanciato l’allarme di fronte all’ipotesi di rimanere senza copertura. Una notizia non inaspettata, quindi, e purtroppo confermata dall’articolo 2, comma 3 del decreto interministeriale.
Le proteste di Confprofessioni
Ufficialmente, l’esclusione dei professionisti è dovuta alla mancanza di fondi, anche se, come denuncia il presidente di Confprofessioni Gaetano Stella, la spesa sostenuta lo scorso anno rappresentava appena l’1 per cento della Cig complessivamente erogata. Altro fattore particolarmente contestato, è il fatto che il Governo rifinanzierà la cassa anche grazie ai fondi interprofessionali, lasciando comunque fuori i professionisti da questo ammortizzatore.
Cig in deroga professionisti in aumento del 77% rispetto al 2013
Una discriminazione, secondo Stella, che creerà un’ingiustificata disparità di trattamento tra chi svolge la professione in forma di attività di impresa (continuando così a godere della Cig) e chi, invece, la svolge in qualità di libero professionista e sarà costretto a farne a meno. Ecco, quindi, una situazione che, dati alla mano, non può fare a meno di impensierire. I dipendenti degli studi professionali, infatti, sono circa 800 mila unità, e nel 2013 quasi 8 mila di loro hanno usufruito della cassa in deroga. Un aumento del 77 per cento in più rispetto all’anno precedente, con particolare incidenza tra gli studi di consulenza amministrativo gestionale (+159 per cento rispetto al 2012) e i notai (+ 197 per cento).
A questo punto, però, è davvero difficile ipotizzare un possibile ripensamento del Governo, e i malumori tra i professionisti sono – comprensibilmente – sempre più diffusi.
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