Carige, la mossa di Malacalza spacca il cda

Elisabetta Scuncio Carnevale

24/12/2018

L’astensione del primo azionista di Carige sull’aumento di capitale sociale da 400 milioni, crea turbamento tra i soci

Carige, la mossa di Malacalza spacca il cda

Il cda di Carige perde pezzi importanti. Dopo che il primo azionista Malacalza Investimenti, con un’inaspettata astensione, ha bocciato l’aumento di capitale sociale da 400 milioni, in due hanno deciso di rassegnare le proprie dimissioni.

Si tratta del vicepresidente Letizia Reichlin e di Raffaele Mincione, consigliere e terzo azionista della banca. Carige dopo Natale dovrà ripartire da un consiglio di amministrazione straordinario.

In un primo momento anche il presidente Pietro Modiano sembrava turbato e pronto a lasciare. Poi ieri, dopo una lunga riunione straordinaria del consiglio di amministrazione durata quasi tutto il giorno, ha fatto un passo indietro, decidendo di restare al suo posto.

Carige, l’astensione di Malacalza blocca i piani

L’aumento di capitale sociale, arrivato in accordo con la Vigilanza Bce, con questa nuova mossa subisce un rallentamento.

A nulla è valsa la trattativa interna che ha impegnato i vertici dell’Istituto bancario per giorni, il tentativo di salvare Carige -con la sottoscrizione di 320 milioni di prestito subordinato e l’approvazione dell’aumento di capitale da 400 milioni- si arena.

A porre un freno alla manovra di salvataggio il gruppo Malacalza che attraverso la propria holding, detiene il 27,5% di capitale della banca.

I dubbi dei Malacalza

L’intervento del Fondo Interbancario di garanzia ha permesso a Carige di rientrare nei parametri imposti dalla Bce; questo passaggio -secondo Malacalza- avrebbe reso meno urgente la necessità di approvare, almeno in tempi stretti, un nuovo intervento di rafforzamento patrimoniale.

Il socio vuole conoscere alcuni aspetti prima di decidere: visionare il piano industriale, vedere la chiusura dell’esercizio 2018 e analizzare il comportamento della Bce: ulteriori prescrizioni potrebbero comportare ulteriori carenze dei requisiti patrimoniali.

“Soldi ne abbiamo già messi tanti. Siamo già a più di 400 e con il nuovo aumento sarebbero altri 120. Per ora ci fermiamo”,

il concetto espresso dal legale rappresentante.

Intanto, il cda

“riafferma il proprio massimo impegno a tutelare gli interessi dei clienti, degli azionisti e di tutti gli stakeholder”

Il presidente e l’amministratore delegato riferiranno alle Autorità di vigilanza gli esiti dell’assemblea del 22 dicembre.

Tra le incognite che Carige dovrà affrontare c’è, in primis, la posizione della Bce di fronte alla mancata ricapitalizzazione, a questa si aggiungerà, il 27 dicembre prossimo, la reazione della clientela.

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