Cambio euro-dollaro verso la riunione Fed dopo quella BCE: da un crollo all’altro?

Matteo Bienna

10 Dicembre 2016 - 18:00

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Il cambio euro-dollaro accusa il colpo BCE e torna verso la zona dei minimi: l’arrivo della riunione Fed e di un rialzo dei tassi che sembra inevitabile mette la moneta unica con le spalle al muro.

Cambio euro-dollaro verso la riunione Fed dopo quella BCE: da un crollo all’altro?

Il cambio euro-dollaro ha provato durante la settimana a intraprendere la strada del rialzo, chiudendo con venerdì un tentativo rivelatosi del tutto inefficace.

Partito dai minimi del 2016 a 1,050 è risalito fino a quota 1,087, prima di percorrere a ritroso la stessa strada, falcidiato dalla riunone BCE e dall’estensione del Quantitative Easing nell’Eurozona a tutto il 2017.

Nessuna tregua per EUR/USD in queste ultime settimane dell’anno e il calendario economico passa da una banca centrale all’altra, evidenziando in mercoledì la giornata cruciale per il presente e per il futuro del cambio.

La riunione Fed dovrebbe portare con sé il tanto atteso rialzo dei tassi USA e, a meno di clamorose sorprese, il biglietto verde rischia di vivere una seconda fase di rialzo, diretto seguito dell’incredibile sprint di novembre.

Dopo aver visto le previsioni per quanto riguarda il mercato azionario nostrano, caliamoci ora all’interno della settimana di euro-dollaro e dei movimenti cruciali che lo attendono.

Cambio euro-dollaro al test della Fed: rialzo tassi già scontato o ancora non del tutto?

Il cambio euro-dollaro era atteso ad un dicembre decisivo dopo il trend ribassista che lo ha coinvolto a novembre, portandolo dalle soglie dell’1,13 fino ai minimi a 1,05.

Le numerose voci di una possibile parità tra le due valute si continuano a fare sempre più insistenti. Già l’arrivo di Trump e l’atteggiamento deciso della Fed avevano portato diversi istituti di credito a sbilanciarsi a favore di un possibile raggiungimento di quota 1,00 nel breve/medio termine.

La riunione BCE dello scorso giovedì e le conseguenze alle quali porterà nei prossimi mesi non hanno poi fatto altro che alimentare questo scenario, la cui fattibilità sta per raggiungere il test più importante.

La riunione Fed di mercoledì e il previsto rialzo dei tassi di interesse USA, dal +0,50% al +0,75%, sarà foriero di indicazioni riguardanti il futuro di EUR/USD.

Il mercato ha avuto modo di scontare in anticipo la decisione della Fed ma, come spesso accade, l’arrivo dell’evento potrebbe in ogni caso stimolare movimenti a favore del dollaro USA, sebbene sia difficile prevederne l’intensità.

C’è da dire che le sorprese in questo 2016 non sono mancate e non si può escludere del tutto un cambio improvviso nei piani della Fed, con i tassi lasciati invariati, o una reazione a caldo del mercato che porti ad un effetto opposto a quello atteso, come nel caso del referendum italiano.

Tuttavia, da un punto di vista teorico, il divergere delle politiche monetarie attuate dalle due bance centrali non può che portare ad un pesante ridimensionamento del valore dell’euro nei confronti del dollaro, anche più di quanto non si sia già realizzato fino ad oggi.

Nel seguente grafico settimanale è possibile osservare l’ultima candela, da un punto di vista tecnico chiaro segnale ribassista:

Il prezzo ha provato a risalire verso i principali livelli di resistenza rappresentati in rosso, prima di riassorbire l’intero movimento e chiudere vicino ai minimi stabiliti nelle ultime settimane, i più bassi dal marzo del 2015.

Pochi pip separano la quotazione di EUR/USD dai suoi minimi assoluti a 1,046 e, anche ipotizzando un inizio di settimana di recupero per la moneta unica, è difficile credere che con una Fed rispettosa delle aspettative il cambio non possa dirigersi verso nuovi minimi storici.

L’RSI del settimanale non ha ancora raggiunto la fascia di ipervenduto mentre il MACD del seguente grafico H4 è da poco tornato negativo ma distante dai valori minimi di novembre:

Possibili ritracciamenti verso i primi livelli di resistenza a 1,061, 1,066 e 1,071 potrebbero quindi venire interpretati come la premessa ad una ripresa del movimento ribassista.

La giornata di mercoledì sarà cruciale e, in attesa della decisione sui tassi delle ore 20:00, si passerà da importanti aggiornamenti sulle vendite al dettaglio USA, occasione ideale al fine di preparare il terreno per la serata.

Una clamorosa sorpresa da parte della Fed o un’azione speculativa contraria al dollaro sembrano gli unici eventi che possono salvare il cambio EUR/USD da un ulteriore crollo.

E la parità, a quel punto, sarà l’unico target rimasto a disposizione.

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