Brexit: il Parlamento UE fissa al 20 dicembre la deadline per l’accordo

Pierandrea Ferrari

17 Dicembre 2020 - 15:37

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Mentre continuano le trattative tra Londra e Bruxelles sul fronte Brexit, il Parlamento europeo ha fissato l’ennesima data di scadenza: l’accordo, se ci sarà, dovrà avvenire entro il 20 dicembre.

Brexit: il Parlamento UE fissa al 20 dicembre la deadline per l’accordo

Il tempo stringe. Questo il messaggio lanciato dal Parlamento europeo, che nelle ultime ore ha imposto una nuova deadline - 20 dicembre - per l’accordo sulla Brexit, l’ennesima.

Le sollecitazioni di Bruxelles mirano a ravvivare il tavolo delle trattative che vede impegnati il Governo inglese e la Commissione europea. L’intento, come noto, è di scongiurare un’uscita disordinata del Regno Unito dall’Unione europea dopo quarantasette anni di politiche comuni.

Ma i negoziati – che pure avevano registrato alcuni timidi progressi nelle scorse settimane – sono ora in una fase di stallo. Il capitolo legato alla governance è stato sbloccato, ma le tensioni sul level playing field e sui diritti di pesca impediscono alle parti di chiudere la pratica di divorzio.

Non è chiaro, al momento, se le pressioni esercitate dai parlamentari europei saranno sufficienti a limare quelle distanze che hanno fin qui inchiodato le trattative. In ballo ci sono infatti interessi economici che Downing Street e il board della Commissione europea stanno cercando di difendere strenuamente, anche a rischio di un no-deal.

Brexit: il Parlamento UE vuole l’accordo entro il 20 dicembre

Le date di scadenza sul fronte Brexit, in questi ultimi mesi, si sono susseguite con la stessa velocità con cui sono state ignorate. Ma l’ultimo grido della Conferenza dei Presidenti di delegazione del Parlamento europeo, stavolta, non passerà inosservato.

La questione è puramente tecnica: se in precedenza le deadline erano tese perlopiù a stimolare i tavoli negoziali, ora Bruxelles teme di non riuscire a ratificare l’eventuale accordo entro il termine del periodo di transizione. E questo di certo avverrebbe senza una stretta di mano tra Boris Johnson e Ursula von der Leyen entro la fine di questa settimana.

L’accordo commerciale sul quale i negoziatori britannici ed europei stanno lavorando alacremente da settimane dovrà infatti essere approvato dal Parlamento europeo in seduta plenaria per entrare in vigore. E per farlo, giurano i parlamentari, il tempo stringe.

Pur restando nei limiti temporali tracciati da Bruxelles, la definizione di un accordo richiederebbe uno sforzo supplementare del Parlamento: con ogni probabilità, una sessione straordinaria a cavallo tra il 25 dicembre e l’ultimo dell’anno, quando scoccherà il gong finale sul fronte Brexit.

Al contrario, se le ostilità sulla concorrenza e sui diritti di pesca dovessero costringere le parti a scavallare il 20 dicembre per concludere i negoziati, le ipotesi sul tavolo sarebbero tre. In primis, il Parlamento potrebbe tentare di approvare comunque il testo prima della fine dell’anno, ma questo dipenderà perlopiù dai giorni di ritardo che verranno accumulati.

Alternativamente – ma qui la procedura si farebbe più complessa – il Consiglio dell’Unione europea potrebbe decidere di firmare un accordo provvisorio, concordando il contenuto con i partner britannici. Se, e solo se, quest’ultimo tentativo dovesse naufragare, si aprirebbe la strada per una sorta di no-deal controllato, in attesa della ratifica del Parlamento. In caso di una rottura definitiva, invece, quattro anni di mediazioni finirebbero al macero.

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