Brexit: il destino del Regno Unito può finire tutto nelle mani di Salvini e Di Maio

Alessandro Cipolla

14 Marzo 2019 - 13:16

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Con ogni probabilità il Regno Unito chiederà all’Unione Europea una proroga dei negoziati per la Brexit: i sostenitori del Leave sperano in un veto da parte dell’Italia confidando soprattutto in Matteo Salvini.

Brexit: il destino del Regno Unito può finire tutto nelle mani di Salvini e Di Maio

Può sembrare strano o paradossale, ma il destino del Regno Unito potrebbe essere tutto in mano del governo italiano.

Con la Camera dei Comuni che ancora non ha approvato l’accordo stretto da Theresa May con l’UE, ma al tempo stesso ha anche escluso al momento un no-deal, Londra adesso potrebbe chiedere a Bruxelles più tempo per le trattative rispetto la dead line del 29 marzo.

Una prospettiva questa che però troverebbe in forte disaccordo i falchi britannici del Leave, con in testa l’Ukip di Nigel Farage, che vedono nella proroga delle trattative un possibile annacquamento da quello che i sudditi di Sua Maestà hanno deciso votando a favore della Brexit.

Una eventuale richiesta di ulteriore tempo per le trattative dovrebbe però trovare l’avallo unanime di tutti gli Stati membri dell’Unione: ecco perché Oltremanica i sostenitori del Leave sperano in un veto da parte dell’Italia, confidando che Matteo Salvini e Luigi Di Maio possano essere decisivi per una immediata uscita del Regno Unito dall’UE.

Salvini e Di Maio decisivi per la Brexit?

Dopo che il 23 giugno del 2016 i cittadini britannici hanno votato a favore della Brexit, optando così per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, Matteo Salvini fu uno dei politici che accolse con maggiore soddisfazione l’esito del voto referendario.

Sia prima che dopo il voto, il leader della Lega ha più volte affermato come “uscire dall’Unione Europea e tornare a vivere si può”, ribadendo poi che gli inglesi “hanno fatto bene, alla faccia del disastro”.

Toni più diplomatici ma alla fine sulla stessa lunghezza d’onda anche da parte di Luigi Di Maio, che così si esprimeva il giorno dopo il voto sulla Brexit: “Il MoVimento 5 Stelle ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull’euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria”.

Adesso però Lega e Movimento 5 Stelle non sono più nella comoda posizione dell’opposizione, ma in quella più spinosa dei banchi di governo. Ora tocca a loro prendere le decisioni e sulla faccenda Brexit vige un sostanziale silenzio da parte della maggioranza.

Fatto sta che adesso, se Londra dovesse chiedere ufficialmente una proroga delle trattative, la palla passerebbe al vertice dei capi di Stato dell’Unione Europea che è in programma il prossimo 21 marzo.

Per poter essere accolta la richiesta sarà necessario però il parere unanime di tutti gli Stati membri. La speranza di tutti i sostenitori britannici della Brexit è che, in caso di voto, questa proroga non venga accettata.

Come potrebbe votare quindi nell’eventualità l’Italia? A rigor di logica, come spera Nigel Farage, il governo gialloverde dovrebbe mettere il veto. “L’Italia può diventare l’eroe dei 17,4 milioni di britannici che hanno votato per uscire” ha twittato Andy Wigmore, uno dei promotori della campagna per il Leave.

Tra i vari governi dell’Unione, soltanto il nostro avrebbe nel proprio dna le caratteristiche per opporsi. La Lega si è sempre schierata per la Brexit, così come il Movimento 5 Stelle anche se con tino più soft.

Il prossimo 21 marzo quindi l’Italia potrebbe essere clamorosamente l’arbitro del destino del Regno Unito: a riguardo, la scelta di Salvini e Di Maio di mettere un possibile veto appare tutto meno che scontata. Stare all’opposizione è una cosa, governare e prendere decisioni è invece molto più complesso.

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