Borsa Italiana e referendum costituzionale: su quali titoli puntare a Piazza Affari con la vittoria del NO? Le azioni da comprare con il rischio uscita dell’Italia dall’UE.
Borsa Italiana sotto forte volatilità, vince il No al referendum costituzionale, Renzi si dimette. Su quali titoli puntare ora che il risultato del referendum è ufficiale? Su quali aziende investire in vista delle conseguenze del No al referendum?
Dove investire su Borsa Italiana e quali titoli comprare ora che ha vinto il NO al referendum costituzionale?
Gli investitori conoscono bene l’alto grado di incertezza sui mercati una volta sveltato il risultato del referendum costituzionale e l’attuale alta volatilità del mercato.
In situazioni così insolite come nel caso del referendum costituzionale del 4 dicembre le opportunità di investimento possono essere molto interessanti. È dunque il caso di chiedersi: come investire su Borsa Italiana con la vittoria del NO al referendum?
Con la vittoria del NO al referendum e il rifiuto del popolo italiano alla riforma costituzionale proposta da Renzi, e poi ancora le successive dimissioni del primo ministro e il potenziamento delle possibilità di un’uscita dell’Italia dall’Unione Europea (sulla scia della Brexit), ecco come posizionarsi sul mercato e dove investire su Borsa Italiana con la vincita del NO al referendum del 4 dicembre.
Borsa Italiana e referendum costituzionale: dove investire se vince il NO
Borsa Italiana è di fatto implosa nel corso del 2016. L’ETF iShares MSCI Italy mostra un crollo annualizzato per Piazza Affari del 19%.
I motivi dietro i forti ribassi su Borsa Italiana nel 2016 sono da ricercarsi nella crisi del comparto bancario e nella paura che anche l’Italia possa seguire l’esempio della Brexit e indire un referendum per far uscire il Belpaese dall’Unione Europea, ciò che i media internazionali hanno già soprannominato “Quitaly” (Italexit non è piaciuto).
Con la vittoria dell NO al referendum costituzionale, il mercato inizia nell’immediato a preoccuparsi per una possibile uscita dell’Italia dall’UE.
Matteo Renzi si dimette dopo aver perso al referendum, il nuovo Governo potrebbe puntare sull’insoddisfazione degli italiani ed aprire le porte ad una possibile uscita dell’Italia dal blocco economico e monetario europeo. Aggiungiamoci anni di stagnazione economica, l’alta disoccupazione e un sistema pensionistico che fa acqua da tutte le parti, e la previsione si fa chiara: gli investitori scapperanno dai posizionamenti su Borsa Italiana.
La Borsa Italiana rappresenta un ottimo scenario di investimento in un’occasione del genere. Questo perché il paese di domicilio di una società non sempre è strettamente correlato ai profitti della stessa. Certamente, le azioni delle banche italiane non sono neanche lontanamente da prendere in considerazione con la vittoria del NO al referendum costituzionale, ma l’Italia è piena di grandi società che vedono la maggior parte del proprio fatturato provenire dall’estero.
Con la vittoria del NO al referendum costituzionale e la paura degli investitori per una possibile uscita dell’Italia dall’UE, alcune società quotate su Borsa Italiana si preparano a festeggiare.
Ecco tre titoli interessanti, una buona opportunità buy con la vittoria del No al referendum costituzionale.
1) Luxottica
Azienda leader nel settore dell’ottica e nota in tutto il mondo.
Luxottica possiede molti brand di occhiali da sole e da vista tra cui Ray-Ban, Oakley e Persol. L’azienda produce inoltre occhiali per diversi marchi di fascia alta come Polo, Prada, Coach e altre 24 aziende.
Il vero punto forte di Luxottica è che opera anche su una delle reti di vendita al dettaglio più grandi del mondo, modello esportato dalla società in tutto il mondo.
Ne risulta che oltre l’80% delle vendite arrivino da fuori Europa. Il brand Ray-Ban, ad esempio, sta crescendo a ritmi esorbitanti in Asia.
Tuttavia, tutti i problemi dell’Italia si fanno sentire: come molte delle aziende quotate su Borsa Italiana, le azioni Luxottica hanno trascorso la maggior parte del 2016 in caduta libera, in ribasso di circa il 30%.
La sua dimensione internazionale, però, la rende resiliente agli shock europei.
2) Eni
Eni ha la “sfortuna di appartenere” a due comparti particolarmente odiati al momento: l’azionario italiano e il settore del petrolio. Tuttavia, le azioni Eni meritano di essere valutare per un’eventuale occasione buy.
Eni è particolarmente integrata a livello internazionale Eni e segue una vasta serie di progetti nel settore energetico in tutto il globo.
La stragrande maggioranza delle sue operazioni si concentrano nel Medio Oriente e alcuni dei suoi impianti in Libia sono alcuni tra i più grandi del mondo. Questi campi danno ad Eni una dose costante di produzione e flusso di cassa operativo ogni giorno.
Nel frattempo, Eni è impegnata a proseguire con le sue esplorazioni ed è diventata uno dei migliori "cercatori" di nuovi depositi tra le società più grandi del settore. Tra le ultime scoperte troviamo dei grandi giacimenti in Mozambico e in Egitto, dove potrebbero essere ospitati migliaia di miliardi di metri cubi di gas - una manna per le prospettive a lungo termine.
Nel medio termine, invece, i profitti di Eni sono stati erosi dal crollo del prezzo del petrolio. Ma la quotazione del greggio è destinata al rialzo, così come i profitti della società.
E con il crollo delle valutazioni su Borsa Italiana del 2016, le azioni Eni sono ora ad un prezzo “scontato”. E inoltre la società vanta un dividendo del 6%.
3) Ferrari
C’è poco al mondo di più italiano che la Ferrari, ma la società è assai più internazionale che locale.
Le auto iconiche ed extra-lusso di Ferrai vengono vendute in tutto il mondo. Solo il brand valuta il prodotto finito a livelli garantiti.
Pochissime produttrici di auto al mondo possono far pagare 2 milioni di dollari un’auto e vendere tutte le vetture disponibili in pochi minuti.
Tutto questo si rispecchia in un aumento delle vendite. Nell’ultima trimestrale Ferrari ha visto aumentare le spedizioni a livello mondiale, soprattutto in Asia.
Per gli investitori significa aumento di profitti e garanzia di vendita nel lungo termine.
Tuttavia, al momento le azioni Ferrari sono disponibili poco più sopra del prezzo di IPO.
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