Dall’anno prossimo per le banche italiane potrebbero essere dolori.
La Banca Centrale Europea infatti acquisirà i nuovi poteri di vigilanza che le permetteranno di modificare i meccanismi di finanziamento agli istituti bancari, cosa che potrebbe creare non pochi problemi a molte delle nostre banche che di quei fondi hanno parecchio bisogno.
Secondo un’analisi di Reuters infatti, la BCE potrebbe applicare dei parametri molto più selettivi nella concessione di prestiti che potrebbero andare a discapito degli istituti più deboli.
Stando alle parole di alcune fonti vicine ai vertici europei, questi cambiamenti potrebbero portare la Banca Centrale del vecchio continente a sostenere le banche più forti, ponendo in secondo piano quelle più bisognose, considerate troppo rischiose e portatrici di minori garanzie rispetto a quelle più solide.
Ricordiamo che ad oggi, la BCE “presta” fondi a gran parte del comparto bancario europeo. Solo nello scorso anno essa ha concesso 1000 miliardi di prestiti a 3 anni con tassi molto bassi, sostenendo in maniera quasi illimitata il sistema.
I cambiamenti
A partire dall’anno prossimo non saranno più le autorità di vigilanza nazionali a fornire informazioni sulle banche che chiedono aiuti. Infatti, attraverso il cambiamento dei meccanismi di supervisione sarà la stessa BCE a studiare attentamente la situazione dei singoli richiedenti e a decidere in merito.
Si legge sul sito della Reuters:
“Con questi nuovi poteri l’istituto centrale potrebbe utilizzare le informazioni che ottiene direttamente per identificare le banche patrimonialmente deboli, richiederne un rafforzamento o escluderle dalle sue operazioni di finanziamento.”
Nel caso in cui una singola banca non rispettasse i parametri richiesti da Francoforte potrebbe infatti essere estromessa dal meccanismo di prestito ed andare incontro, nei casi più gravi, al fallimento.
Lo scopo di questi mutamenti non sarebbe però quello di affossare gli istituti più deboli, ma al contrario, investire su quelli più sani e con migliori parametri di crescita.
Questo il commento di Danile Gros del Centre for European Policy Studies:
"Avere la supervisione permette alla Bce di discriminare tra banche ’zombie’ e banche sane e assicurarsi che i finanziamenti vadano alle banche che prestano i soldi all’economia"
Le banche italiane
La revisione delle regole di cambiamento potrebbe danneggiare enormemente il comparto bancario italiano, soprattutto per quanto riguarda gli istituti di medie-piccole dimensioni.
L’attuale recessione che affligge il nostro paese e gli stress test sempre più duri imposti da Basilea 3 inoltre potrebbero portare le banche del nostro Paese ad aver bisogno di maggiore liquidità, alla quale rischiano di non poter accedere con le nuove regole sui prestiti.
Ciò che resta da fare alle nostre banche quindi, soprattutto alle più piccole, è cercare di rafforzare i propri bilanci, soprattutto dopo che la Banca d’Italia ha messo in luce come vari prestiti non siano conformi alle regole patrimoniali di Basilea 3. Negli ultimi mesi infatti, il tasso annuo delle sofferenze è salito al 20%.
Un esempio su tutti potrebbe essere quello di Banca Carige che, sta cercando di raccogliere 800 milioni di euro (quasi 2/3 del suo valore per intenderci) allo scopo di rafforzare il proprio capitale. Avendo un Core tier pari al 6,7%, la sua capacità di assorbire le perdite sarebbe infatti tra le peggiori del sistema bancario nazionale.
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