Quali conseguenze aspettarsi sui mercati creditizi a fronte dell’inversione di rotta delle banche centrali.
A seguito del forte stimolo di politica monetaria ad opera delle banche centrali, che le ha viste protagoniste di una lunga fase di “iper-proattività” al fine di combattere la deflazione e alimentare la crescita, è in arrivo un’inversione di rotta che darà fine alle misure straordinarie di quantitative easing e ai tassi ai minimi storici.
L’imminente arrivo del tapering anch’esso rappresenta una deviazione al normale percorso di politica monetaria, così come lo è stato la messa in campo dei programmi straordinari di acquisto titoli da parte degli istituti centrali. In questo nuovo contesto è atteso un importante impatto sul mercato obbligazionario dal quale l’investitore è chiamato a mettersi al riparo.
Secondo Adrian Hull, co-responsabile degli investimenti obbligazionari di Kames Capital, “dopo sei anni scanditi da politiche monetarie estremamente accomodanti, è giunto ora il momento che i bilanci delle banche centrali volgano verso una normalizzazione, ma il ritmo di questo processo potrebbe essere indulgente”.
Al momento, infatti, il mercato si aspetta una lenta e cauta rimozione dello stimolo di politica monetaria nel lungo termine. Ma proprio per questo motivo, qualora il percorso di normalizzazione dovesse risultare meno disciplinato nel previsto sul mercato potrebbero verificarsi delle forti impennate di volatilità, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di valutazione.
I mercati obbligazionari sono convinti che le banche centrali saranno in grado di cambiare il proprio assetto di politica monetaria efficacemente e in modo organizzato, senza disturbi di sorta. Nell’attuale contesto il benchmark sintetico dei tassi di interesse mondiali, i Treasury USA, vanta dei rendimenti ancora molto limitati nonostante l’inflazione in rialzo, il miglioramento degli indici PMI e la crescita segnalata sul PIL mentre rimane stabile la delusione per l’operato di Trump.
Kames Capital raccomanda:
“È appropriato quindi mantenere alta la guardia e prestare attenzione all’attuale contesto che resta particolarmente rischioso, anche a causa delle valutazioni elevate”.
E aggiunge:
“I funzionari delle banche centrali sembrano piloti che mettono freneticamente mano alla strumentazione: sanno che avranno bisogno di atterrare ma anche che dovranno farlo da soli e che avranno bisogno di fare i conti con i venti trasversali del sentiment degli investitori.
Dal canto loro, gli investitori continuano a temere che i prezzi ufficiali offrano un ridotto spazio di manovra e che le banche centrali potrebbero non riuscire ad atterrare in sicurezza; i prezzi attuali restano favorevoli, ma qualsiasi scostamento da questo risultato potrebbe portare un vento freddo sul mercato obbligazionario”.
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