Banca Mondiale: nel 2022 rischio crescita più lenta e aumento delle disuguaglianze

Riccardo Lozzi

12/01/2022

12/01/2022 - 15:35

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Crescita più lenta e aumento delle disuguaglianze tra Paesi avanzati ed economie emergenti, i grandi rischi per il 2022 secondo la Banca Mondiale.

Banca Mondiale: nel 2022 rischio crescita più lenta e aumento delle disuguaglianze

Rallentamento della crescita e aumento delle disuguaglianze tra Paesi. Questi sono i principali rischi evidenziati nell’ultimo report rilasciato dalla Banca Mondiale lo scorso 11 gennaio.

Nel documento, la World Bank, dopo aver attestato una crescita del 5,5% dell’economia globale nel corso del 2021, stima una contrazione che porterà a un aumento del 4,1%, nel 2022, e del 3,2% nel 2023. In due anni è quindi attesa una perdita di oltre due punti percentuali che coinvolgerà sia i Paesi avanzati, tra cui Cina, Stati Uniti e Eurozona, che le economie emergenti.

Le cause principali della decelerazione pronosticata sono legate alla recrudescenza dei casi da Covid-19, con l’aumento della diffusione della variante Omicron estremamente contagiosa. A essa si aggiungono le conseguenze derivanti dal rischio collasso della catena di approvvigionamento mondiale, gli alti livelli di inflazione e le possibili turbolenze sui mercati finanziari.

Inoltre, presto potrebbero diminuire gli aiuti a cui si è fatto ricorso dallo scoppio della pandemia, i quali hanno comportato una massiccia spesa pubblica difficilmente sostenibile nel medio-lungo periodo.

Banca Mondiale: nel 2022 e 2023 la crescita rallenta

Il futuro a tinte fosche quello prefigurato dalla Banca Mondiale non risparmierebbe nessuno, ma avrebbe ripercussioni maggiormente gravi sui Paesi in via di sviluppo, più fragili nell’affrontare una nuova crisi economica internazionale.

Infatti, nonostante le economie avanzate rischiano di passare dal 5% di media registrato nel 2021 al 3,8% del 2022, il trend, seppur negativo, dovrebbe comunque riportare la produzione aggregata ai livelli pre-pandemia nel 2023.

I mercati emergenti e le economie in via di sviluppo (EMDE), invece, passerebbero dal 6,3% del 2021 al 4,6% del 2022. Si tratta, come è possibile osservare, di tassi più elevati in termini assoluti. Tuttavia essi non sarebbero abbastanza forti da riportare i livelli d’investimenti e di produzione a una situazione precedente alla comparsa del coronavirus nel mondo.

In aumento disuguaglianze tra Paesi avanzati ed economie emergenti

D’altronde, la stessa Banca Mondiale evidenzia come la pandemia abbia già accresciuto le disuguaglianze tra i diversi Stati, con il 60% delle famiglie degli EMDE che hanno subito gravi perdite in termini di reddito nel 2020.

Una tendenza che potrebbe peggiorare anche a causa di un aumento dell’inflazione, la quale mette nel mirino in particolare le persone con gli introiti più bassi. Diversi Governi stanno così già limitando le proprie politiche espansionistiche, prima che queste possano raggiungere la propria efficacia, con l’obiettivo di contenere proprio l’aumento di prezzi.

Per tale ragione, l’agenzia delle Nazioni Unite sta chiedendo a gran voce una maggiore cooperazione globale che vada in aiuto delle economie più fragili, per non allargare ulteriormente il divario con i Paesi più avanzati. Sempre in quest’ottica, secondo la Banca Mondiale, è fondamentale anche una distribuzione più ampia ed equa dei vaccini anti-Covid su scala mondiale.

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