BCE, giovedì potrebbe essere annunciato il QE. Quali riflessi sull’euro già debole?

Nicola D’Antuono

2 Settembre 2014 - 07:46

BCE di nuovo in azione nel meeting di giovedì? E’ quanto si aspettano gli analisti delle grandi banche d’affari. Non tutti, però, credono che Draghi annuncerà il piano QE

BCE, giovedì potrebbe essere annunciato il QE. Quali riflessi sull’euro già debole?

Giovedì si riunisce il Comitato esecutivo della BCE, chiamata a rispondere ancora una volta alla difficile situazione economica che imperversa ormai in tutta l’area euro (anche la Germania appare ora in sofferenza). Molti paesi sono in deflazione e/o in recessione, altri in stagnazione. I consumi sono al palo, la disoccupazione è su valori record e adesso anche l’attività manifatturiera sembra stia nuovamente contraendosi. Il quadro complessivo resta preoccupante, aggravato tra l’altro dai timori che le forti tensioni geopolitiche in Ucraina possano deteriorare ulteriormente lo stato di salute della già debole economia dell’eurozona. Così giovedì Mario Draghi potrebbe annunciare finalmente il piano di quantitative easing, ovvero l’allentamento monetario tanto agognato dai mercati finanziari e dai principali soggetti appartenenti all’economia reale.

Su questo punto gli economisti restano divisi. Alcune grandi banche d’affari ritengono che la BCE abbia già fatto molto, per cui un piano di QE appare al momento quasi impossibile da attuare anche in virtù delle recenti scintille tra la Merkel e Draghi sul possibile allentamento della politica del rigore nell’eurozona. L’ipotesi più plausibile è che l’Eurotower annunci nuovi tagli ai tassi di riferimento. Secondo Jp Morgan il main refinancing rate, ovvero il tasso di interesse che pagano le banche alla BCE per ottenere denaro in prestito, potrebbe essere diminuito allo 0,05% dall’attuale 0,15%. Il tasso sui depositi potrebbe scendere addirittura a -0,2% da -0,1%, dopo che ormai anche il tasso interbancario Eonia è sceso su valori negativi a -0,004%. In pochi credono, invece, alla messa a punto di un piano di acquisto corposo di ABS: se avverrà, sarà piuttosto vago e non ancora definitivo.

Sul forex l’euro potrebbe restare sotto pressione, nonostante il forte calo avvenuto negli ultimi quattro mesi circa. Stamattina il tasso di cambio EUR/USD è sceso a 1,3114, toccando così il livello più basso da quasi un anno. Dai top di 1,40 circa dell’8 maggio scorso, il valore dell’euro è diminuito del 6,7% nei confronti del dollaro americano. Non bisogna dimenticare che la moneta unica ha perso molto terreno anche nei confronti delle altre valute più importanti, come la sterlina, lo yen, il dollaro australiano e il franco svizzero. Non è avvenuta una forte svalutazione, ma comunque un robusto deprezzamento. Secondo Antonio Cesarano, responsabile Market Strategy per Mps Capital Services, il cambio euro/dollaro dovrebbe toccare 1,30 tra il terzo e il quarto trimestre. L’esperto ritiene, però, che “a fine anno potrebbero poi riprendere i flussi in entrata di capitali nell’area in vista del positivo impatto delle manovre di Draghi nel 2015”. L’economista di Mps si aspetta un rimbalzo verso 1,32 a fine anno e un ulteriore recupero fino a 1,35 entro la prima metà del 2015. In generale, la maggior parte degli analisti del mercato forex ritiene che il cambio euro/dollaro scenderà a 1,30 o addirittura a 1,27 entro fine anno.

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