Coeuré, BCE: necessario un ministero delle Finanze per l’Eurozona. Padoan: “Euro forte e coesione”

Silvia Mazzieri

28 Luglio 2015 - 17:08

BCE: Coeuré critica il sistema decisionale dell’Eurozona e propone un ministero delle Finanze per l’area Euro. Anche Padoan chiede una riforma delle istituzioni Ue.

Coeuré, BCE: necessario un ministero delle Finanze per l’Eurozona. Padoan: “Euro forte e coesione”

Coeuré, membro del consiglio esecutivo della BCE, ha criticato il sistema decisionale delle politiche finanziarie dell’Eurozona in un’intervista a Le Monde, riferendosi anche alla crisi della Grecia.
L’economista ha sottolineato la necessità di creare un ministero delle Finanze europeo che risponda anche al Parlamento dell’Ue.
Il nostro ministro dell’Economia Padoan, in un’intervista al Financial Times, ha affermato la necessità di rafforzare le istituzioni politiche dell’Ue in merito alle questioni finanziarie dell’eurozona.

BCE: Coeuré vuole un ministero delle Finanze dell’Eurozona
Benoit Coeuré ha criticato il sistema decisionale di governance dell’Eurozona, che non funziona perché è basato “su un principio intergovernativo che non è più appropriato”.
La riforma che Coeuré vorrebbe veder attuata riguarda la creazione di un vero e proprio ministero delle Finanze dell’eurozona.

Così si è pronunciato Coeuré durante un’intervista al quotidiano francese Le Monde, sottolineando come il caso del prestito alla Grecia abbia reso evidente questa lacuna del sistema politico e finanziario dell’Ue.

Secondo l’opinione di Coeuré, i leader che hanno partecipato alle ultime trattative internazionali riguardanti il debito greco hanno compiuto il seguente errore:

“ognuno ha pensato all’opinione pubblica del proprio Paese, e solo al proprio Paese.”

E’ comprensibile come in tal modo sia difficile che i compromessi raggiunti siano i migliori possibili per l’Eurozona nella sua globalità.

Un’altra conseguenza negativa di tale modalità di trattativa consiste nel dare adito a dei negoziati senza fine che incrementano l’incertezza finanziaria a livello internazionale.

L’economista ha concluso le sue riflessioni proponendo che in caso di decisioni simili a quelle prese sulla Grecia, esse non dovrebbero avvenire su un piano intergovernativo ma essere invece basate su votazioni e legittimità democratica.

Ue: sovranità popolare e populismo
A chi dovesse porre il problema che un tale cambiamento andrebbe a ridurre la sovranità degli Stati, ovvero a confliggere con il Governo dei singoli Paesi, Coeuré risponde che avverrebbe esattamente l’opposto.

Grazie a un ampliamento della dimensione politica dei singoli Stati all’interno delle istituzioni europee, si creerebbe un clima di condivisione delle responsabilità e di fiducia reciproca fra i cittadini e l’Ue.

In effetti, in molti casi tale fiducia è venuta a mancare, come dimostrano anche i movimenti populisti nati nei singoli Stati dell’Ue.

Ministero delle Finanze europeo: una questione urgente
La questione andrebbe affrontata subito secondo Coeuré altrimenti si riproporrà continuamente e l’unione monetaria andrà ad affrontare sempre le stesse crisi.

In sintesi mancherebbe proprio un ministero delle Finanze europeo che si occupi dell’area euro e che operi congiuntamente al Parlamento europeo.

In tal modo si potrebbero discutere gli strumenti fiscali europei e l’Ue riacquisterebbe la dimensione di un’istituzione in cui è ancora possibile sostenere un vero dibattito politico.

Padoan al Financial Times: euro forte e coesione
Sul tema della politica fiscale europea e sul rafforzamento dell’euro si è pronunciato anche il nostro ministro dell’Economia, Padoan che in un’intervista rilasciata al Financial Times ha detto:

“dobbiamo avere un euro diverso, un euro più forte. Qualcuno ritiene che ci si possa aggiustare con piccolo interventi. Io penso che non sia abbastanza.”

Poi Padoan ha proposto, in modo analogo rispetto a Coeuré, di agire sulle istituzioni europee per rafforzare la coesione dell’Eurozona, ribadendo l’importanza del Parlamento europeo:

“Per avere una unione economica e monetaria a tutti gli effetti è necessaria una unione di bilancio e una politica fiscale comune. E questa politica deve rispondere a un Parlamento, e questo Parlamento deve essere eletto.”

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