E’ passato poco più di un anno da quando Mario Draghi pronunciò la famosa frase “la BCE è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’euro. E credetemi sarà abbastanza”. Da allora il sentiment sui mercati finanziari è radicalmente cambiato. Le borse e i titoli di stato dei paesi periferici europei hanno messo a segno brillanti performance, l’azionario americano ha registrato nuovi record storici, mentre la tanto bistrattata moneta unica è stata la più acquistata sul forex tra le major currecies.
Il forte aumento dell’appetito per il rischio (risk on) ha generato una vera e propria corsa sui bond sovrani europei, in particolare quelli dei PIGS. Il boom dei titoli di stato della periferia europea è stato anche favorito dal lancio del piano Omt (Outright monetary transactions), avvenuto lo scorso settembre 2012, che ha tranquillizzato ulteriormente gli investitori spaventati a tal punto da temere una clamorosa disintegrazione dell’area euro.
Draghi ha tagliato le gambe alla speculazione internazionale, che nei mesi successivi ha invece favorito il rally di borse e bond denominati in euro. Non è stata festa per tutti gli asset. Le commodity hanno sofferto molto la congiuntura sfavorevole e il rallentamento della Cina. Inoltre, le aspettative di riduzione degli stimoli monetari da parte della FED hanno messo k.o. sia l’oro che l’argento, che fino allo scorso anno erano considerati veri e propri beni rifugio.
Andiamo ora a vedere in dettagllio quali sono stati gli investimenti più redditizi e quelli meno profittevoli dal giorno del discorso di Draghi (26 luglio 2012) fino ad oggi (valori calcolati alla chiusura del 25 luglio 2013 da Il Sole 24 Ore su dati Thomson Reuters Datastream). In prima posizione ci sono le azioni di banche e assicurazioni (Stoxx financials), che hanno reso il 46,7% (per azioni e bond si considera il calcolo total return). Poi troviamo la borsa di Madrid (Msci Spain) con un 41,7%, la borsa di Atene (Msci Greece) con il 37%, la borsa di Parigi (Msci France) con il 32,4% e la borsa di Francoforte (Msci Germany) con il 31,6%.
La borsa di Milano (Msci Italy) ha recuperato il 29,1%, facendo addirittura meglio dell’azionario americano. L’indice azionario S&P500, che di recente ha toccato nuovi massimi storici, ha guadagnato “solo” il 28,9%. Ottime poi le performance dei titoli di stato europei (con scadenza decennale). I migliori sono stati i Bonos spagnoli (+29,7%), poi i bond pubblici irlandesi (+25,6%). Il rendimento dei Btp decennali è stato del 22,3%. Sul forex l’euro si è rivalutato del 9% circa sul dollaro americano, tornando ampiamente sopra quota 1,30.
Il dollar index, che identifica un paniere di valute contro dollaro (tra cui euro, sterlina, yen e franco svizzero), ha perso l’1,5%. Gli investimenti meno redditizi sono stati quelli nelle materie prime, in particolare sul rame (-5,3%), sull’oro (-17,6%) e sull’argento (-25,6%). Il petrolio Brent, invece, ha guadagnato il 2,7%, complici le tensioni in Medio Oriente. I metalli preziosi sono stati venduti a mani basse a partire da maggio scorso, quando è partito un fortissimo trend ribassista sia per l’oro che per l’argento. Da inizio luglio è iniziato un rimbalzo tecnico, che ha visto il metallo giallo recuperare l’8%.
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