Abolizione Equitalia: cosa cambia con la soppressione dell’ente?

Antonio Atte

14/10/2016

14/10/2016 - 10:51

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Abolizione Equitalia, cosa cambia? Il premier Matteo Renzi ha rilanciato la proposta sulla soppressione della società. Ecco come cambierebbe il sistema di riscossione dei tributi.

Abolizione Equitalia: cosa cambia con la soppressione dell’ente?

Abolizione Equitalia: cosa cambia? Quali sarebbero gli effetti di una eventuale soppressione dell’ente? Il premier Matteo Renzi è tornato sul tema dell’abolizione di Equitalia.

Intervenendo ieri all’assemblea nazionale dell’Anci a Bari, il presidente del Consiglio ha illustrato le misure che saranno inserite nella prossima legge di bilancio - la quale dovrebbe essere varata sabato dal consiglio dei ministri -, dai provvedimenti in materia di fisco a quelli relativi al pubblico impiego.

Su quest’ultimo punto Renzi ha annunciato un ritocco selettivo sui vincoli di turn over per le pubbliche amministrazioni:

“Dire che si modifica il turn over significa tornare a fare i concorsi e possiamo immaginare di avere 10mila nuove unità tra infermieri, forze dell’ordine e, spero, medici”.

Sul versante fisco il premier e segretario del Pd ha confermato l’abolizione di Equitalia:

“Come annunciato Equitalia sarà abolita e si indicherà la creazione di un modello diverso con interventi di riorganizzazione del rapporto cittadino-pubblico ufficiale. Dal 7 novembre partirà un sms se si ha un ritardo nei pagamenti”.

Abolizione Equitalia: le parole del premier

Il tema dell’abolizione di Equitalia era già tornato ad affacciarsi sul dibattito politico italiano in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Renzi ai microfoni di Rtl 102.5 lo scorso luglio.

Il presidente del Consiglio aveva ventilato l’ipotesi di mandare in soffitta la società incaricata della riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale (Sicilia esclusa).

Entro l’anno arriverà il decreto che cambierà il modo di pagare il fisco” e quindi “bye bye Equitalia”, erano state le parole del premier, che già a maggio aveva già promesso l’uscita di scena entro il 2018 della società partecipata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Inps.

Ma come cambierebbe il sistema della riscossione tributi nel caso in cui dovesse concretizzarsi l’abolizione di Equitalia?

Abolizione Equitalia: la fusione con l’Agenzia delle Entrate

Innanzitutto, non si tratterebbe di un’abolizione vera e propria ma di un accorpamento. Il piano consisterebbe infatti in un trasferimento delle competenze in materia di riscossione tributi da Equitalia all’Agenzia delle Entrate (che al momento si occupa solo di effettuare controlli e accertamenti).

Inglobando Equitalia, dunque, il Fisco - proprio come accade negli altri Paesi europei - si vedrebbe attribuito anche il compito di andare a recuperare le cifre evase, nel segno di una maggiore efficienza e di un atteggiamento meno “vessatorio” nei confronti del cittadino-contribuente.

Abolizione Equitalia: la proposta M5S

Uno schema già tracciato dal M5S all’interno di due proposte di legge presentate all’inizio di giugno, che - tra i vari punti - mirano anche a vietare le cartelle esattoriali per gli importi piccoli e ad intervenire sulle cosiddette cartelle pazze, con un risarcimento pagato da chi ha causato il danno.

Abolizione Equitalia: che fine fanno i dipendenti?

Ma a quel punto cosa succederebbe ai dipendenti di Equitalia, che al momento lavorano con contratto privato? Passando sotto l’egida del Fisco, il contratto di questi lavoratori diverrebbe pubblico.

Ma l’assunzione in quel caso non sarebbe automatica. L’Agenzia delle Entrate, infatti, è un ente pubblico e per lavorarvi è necessario superare un concorso.

Abolizione Equitalia: il no dei sindacati

Questi ed altri interrogativi sono stati sollevati a maggio dai sindacati, i quali hanno fortemente criticato la proposta del premier sull’abolizione di Equitalia.

Quei 9 miliardi di obiettivo di riscossione imposti al sistema, e sui quali il bilancio dello Stato sembra oggi contare molto, come pensate di recuperarli domani?”, hanno chiesto Fabi, First Cisl, Cgil, Ugl Credito e Uilca in una lettera aperta a Matteo Renzi.

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