4 punti di forza del BTP Valore 2032 da sapere assolutamente

Stefano Vozza

21 Ottobre 2025 - 07:52

La nuova obbligazione sovrana retail presenta tutta una serie di punti di forza che andremo a svelare nel corso dell’articolo

4 punti di forza del BTP Valore 2032 da sapere assolutamente

Oggi è il secondo giorno di collocamento del nuovo BTP Valore con durata a 7 anni e rimborso finale al 28/10/’32. Un periodo di 1 anno inferiore (in origine) al BTP Più ’33 (8 anni complessivi) emesso a fine febbraio ‘25, e ad oggi il più lungo della serie. Tuttavia, forse proprio per stemperare questo “eccesso” di durata l’emittente ha inserito la call a metà durata del Più, ma solo per il sottoscrittore iniziale.

Ora, ritornando alla neo emissione, vediamo i 4 punti di forza del BTP Valore 2032 a tassi fissi e crescenti e cedole ogni 3 mesi.

Guadagno maggiore rispetto al titolo a cedola fissa

Un primo vantaggio risiede nello scarto di rendimento medio ponderato in più rispetto al BTP ordinario pari durata. Detta in termini più semplici, il neo Valore vince la sfida dei guadagni a parità di condizioni con l’omologo titolo settennale del Tesoro. Vediamolo nei numeri.

I tassi minimi garantiti preannunciati venerdì 17 sono pari al 2,60% annuo lordo nel 1°, 2° e 3° anno, del 3,10% nel 4° e 5° e del 4,00% per il 6° e 7°. A collocamento ultimato il Tesoro confermerà o ritoccherà al rialzo queste cedole minime. Invece a naturale scadenza, e per i soli titolari dell’ISIN speciale IT0005672016, arriverà anche il premio fedeltà dello 0,8% del debito nominale sottoscritto. Ora, sommando tutte le cedole più l’extra bonus e dividendo il totale per i 7 anni di durata ne viene fuori un 3,257% di yield medio annuo lordo. Ovviamente si tratta di una cedola teorica, ipotetica, dato che quelle reali hanno i tassi e la crescenza su esposta.

Il pari durata ordinario BTP Fx 3,25% in scadenza il 15/11/’32, ISIN IT0005668220, rende quasi un quarto di punto in meno. Il titolo ha chiuso venerdì a 101,68, sopra la parità, per un effettivo a scadenza del 3% (dati: Borsa Italiana).
Dunque, sulla distanza a 7 anni il neo bond retail rende l’1,8% lordo complessivo in più sul titolo a cedola fissa.

Prezzi più resistenti alle discese dei rendimenti

Un secondo vantaggio deriva dal fatto che i corsi dei BTP step-up reggono meglio alle pressioni dei rendimenti rispetto ai pari durata a cedola fissa. Questo non vuol dire che se gli yield dovessero risalire i prezzi del Valore resterebbero inchiodati, ma che la flessione sarebbe un tantino smussata.

Il perché lo si comprende meglio analizzando l’evoluzione del rendimento medio ponderato nel corso degli anni. Escludiamo il premio fedeltà escluso e consideriamo un prezzo sempre fermo a 100. Ora, in principio è pari al 3,142%, ma sale al 3,233% all’inizio del 2° anno, al 3,55% al 4° e al 4% all’inizio del 6°. La circostanza lo aiuta lo step-up a flettere meno rispetto al pari durata a tasso fisso e inferiore, e a salire con una marcia in più nei periodi di discesa degli yield.

Prezzi sopra cento

La struttura fissa e crescente dei payout conferisce minore volatilità al titolo rispetto al BTP a tasso fisso dal principio alla fine, e ne sostiene i corsi sul mercato dei bond. In realtà quest’ultimo aspetto è più complesso e non sempre così scontato. I corsi sopra o sotto cento dipendono dal diverso disporsi di più parametri variamente combinati. I più importanti sono la cedola nominale annua, la struttura dei payout, la durata complessiva, spese e stato di salute dell’emittente e costo del denaro.

A grandi linee, e semplificando al massimo, le serie Valore hanno 3 vantaggi che ad esempio le quattro serie dei Futura non hanno. Ossia minori durate complessive in origine, maggiori tassi nominali annui, l’essere nati in una fase storica di rialzi dei tassi di riferimento. Il discorso vale soprattutto per il Valore ’28, il più apprezzato sul MOT in rapporto alla sua durata iniziale.

4 punti di forza del BTP Valore 2032 a tassi fissi e crescenti e cedole ogni 3 mesi

Tale complesso di aspetti positivi ha, almeno ad oggi, sostenuto i prezzi dei vari Valore sul mercato secondario a beneficio di chi li ha sottoscritti in principio. Nella gran parte dei casi si tratta da cassettisti che comprano in emissione e tengono fino al termine. Una strategia operativa che consente di incassare le cedole più ricche delle serie, di innalzare il ritorno complessivo dell’investimento e di portare a casa il premio fedeltà finale.

Inoltre aiuta il bond ad essere meno “scaricato” rispetto ai pari durata e cedola fissa, dato che il trascorrere del tempo porta in dote tassi più robusti.

Tuttavia, questo insieme di cose depone anche in favore delle strategie più attive in bond sovrani. Il riferimento può essere tanto per chi compra in origine o meno e attende il timing giusto per rivendere anzitempo e speculare sui prezzi. In tal modo, e a seconda dei casi, della bravura personale e del mercato, si mixano interessi e rialzi dei corsi a beneficio del ritorno effettivo e del tempo dell’investimento. Ma potrebbe anche riguardare il caso del cassettista che per sopraggiunte esigenze di cassa avesse bisogno di monetizzare il titolo e di uscire dal bond. E al riguardo, un conto è farlo su un titolo che magari nel frattempo si è apprezzato o è rimasto a corsi bene o male invariati, un altro è decidere il da farsi su un prodotto a corsi collassati.

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