10 modi in cui l’intelligenza artificiale cambierà il mondo

Dario Colombo

2 Giugno 2023 - 07:28

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L’intelligenza artificiale sta già avendo grandi impatti socioeconomici, ma l’accelerazione della sua diffusione cambierà il mondo. Vediamo quali saranno i grandi dieci cambiamenti.

10 modi in cui l’intelligenza artificiale cambierà il mondo

L’intelligenza artificiale è pronta a cambiare il mondo e lo sta già facendo: è entrata nel nostro lavoro quotidiano, negli strumenti di comunicazione, nelle dinamiche della vita. Quindi non si deve parlare più se e quando cambierà il nostro modo di vivere, ma si tratta di capire quanto e con che progressione lo farà.

Già prima dell’esplosione del fenomeno ChatGpt, che dal novembre scorso ha dato il via a una democratizzazione globale dell’intelligenza artificiale generativa, si sapeva che l’IA sarebbe stata un catalizzatore di cambiamenti epocali in numerosi settori economici e ambiti della società.

Quello che ora è invece chiaro e pressoché condiviso da tutti è che lascerà un’impronta indelebile sul mondo intero. Sarà questa la vera quarta rivoluzione industriale, termine che in passato è stato accostato ad altre trasformazioni, come quella del digitale.

Ma ancora di più sarà una rivoluzione sociale, che modificherà il modo di lavorare, comunicare, forse anche pensare: il modo di vivere.
Sarà l’era dell’IA, insomma, con infinite possibilità di cambiamento del mondo che spaziano dalla medicina alla robotica, dalla mobilità alle comunicazioni, fino al modo in cui concepiamo il nostro stesso ruolo nella società.

In questo articolo esploriamo 10 modi in cui l’intelligenza artificiale cambierà le cose del mondo e le implicazioni che quindi avrà sul nostro futuro, in tutti gli ambiti: il lavoro, la sanità, la mobilità, la casa, il commercio, la robotica, la scuola, la ricerca, la sicurezza e ultimo, ma non ultimo, il clima.

1) Mercato del lavoro

Se l’avvento dell’IA è destinato ad avere profondi cambiamenti socioeconomici nel mondo, il primo fronte su cui agirà è quello dell’Articolo 1 della Costituzione: il lavoro.
Da anni ormai si parla della scomparsa di alcuni lavori: il tema è stato più volte trattato nei grandi simposi, su tutti il Wef di Davos, nei tavoli della politica e nelle università.

La conclusione è sempre stata: se da un lato ci saranno nuove opportunità di lavoro create dall’IA, potrebbe esserci anche la necessità di riconvertire alcune professioni. Da ChatGpt in poi il vento è cambiato e si è cominciato a preconizzare la scomparsa di molti posti di lavoro.

Goldman Sachs ha previsto la cancellazione in pochi anni di 300 milioni di posti di lavoro a causa dell’inelligenza artificiale. Oltre le previsioni, le dichiarazioni: BT (ex-British Telecom) rimpiazzerà 10mila dipendenti con l’intelligenza artificiale, e una società che ha contribuito allo sviluppo dell’IA come Ibm (che dieci anni fa costruì un supercomputer, Watson, basato sull’intelligenza artificiale) sostituirà 7.800 lavoratori con l’AI. E anche per OpenAI, che ha creato ChatGpt, cambierà sostanzialmente il modo di lavorare per almeno il 20% dei lavori attuali.

L’automazione dei processi produttivi è il principale effetto dell’IA, già visibile, sulla produzione industriale, con creazione di sistemi e robot intelligenti in grado di compiere compiti complessi.
Ma questa automazione si sposta dal momento fisico, produttivo, al lavoro intellettuale, di qualsiasi livello: dall’operatore di call center, che è guidato dall’AI nella comprensione delle richieste, al contabile, che viene assistito nella comprensione dei numeri.

Per il momento funziona così. Quello che molti preconizzano è una sostituzione integrale di queste funzioni con l’AI, per lasciar posto a lavori (come quello del creatore di prompt: i comandi da dare all’IA) che necessitano di un’interazione fra intelligenza artificiale e umani.

Sempre nel rapporto di Goldman Sachs si dice che l’effetto dell’interazione sarà superiore a quello della sostituzione.
Perché il lavoro possa avere un futuro servirà quindi ricollocare e formare le persone perché possano interagire con l’IA e quindi bisognerà passare dalla scuola.

2) Sanità

È riconosciuto che l’intelligenza artificiale abbia il potenziale per migliorare drasticamente l’assistenza sanitaria.
Basti dire che gli algoritmi intelligenti possono analizzare grandi quantità di dati sanitari, di fatto aiutando i medici nella diagnosi e nel trattamento delle malattie e nell’individuazione di terapie personalizzate, che è il vero traguardo che si sta ponendo la medicina per il futuro.

Per tornare al tema precedente, secondo il recente rapporto dell’Osservatorio Sanità Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, due medici su dieci pensano che l’intelligenza artificiale possa sostituire il loro lavoro.

Eppure a oggi un medico su 10 utilizza chatbot basati su IA per cercare riferimenti scientifici rispetto a una determinata patologia.

Quello che preoccupa i professionisti della sanità è il possibile utilizzo inappropriato dell’IA che potrebbero fare i cittadini o i pazienti qualora vi avessero accesso.
Ma è una storia già conosciuta: il Dr.Google è forse il medico più consultato al mondo.

Peraltro, i dati sanitari sono quelli con il più alto tasso di crescita annuo, quasi il 40%, maggiore rispetto ai dati finanziari o commerciali.
Utilizzarli per personalizzare la cura del singolo paziente richiede tecniche di analisi sofisticate e l’intelligenza artificiale pare proprio essere l’unica risposta a questa esigenza.

3) Mobilità

Saranno i veicoli autonomi guidati da intelligenza artificiale a trasformare il settore dei trasporti.
I veicoli autonomi sono progettati per ridurre gli incidenti stradali, migliorare l’efficienza del traffico e permettere il trasporto accessibile anche alle persone con mobilità ridotta.
Difficile dare un orizzonte temporale certo, ma i determinanti della ricerca e sviluppo in atto nel settore tecnologico fanno pensare che all’obiettivo prima o poi ci si arriverà.

Se lo è chiesto il Centro di Technology Foresight del Politecnico di Milano, con l’indagine "Come ci muoveremo nel 2035?”. La risposta è che sicuramente lo faremo con un modello energetico più green ed efficiente, ma anche con una grande connettività che oltretutto abbiamo già a bordo (il mercato delle auto connesse in Italia nel 2022 valeva 2,5 miliardi di euro) e che orienterà le esigenze quotidiane delle persone.

Le auto connesse saranno quindi sempre più in grado di scambiare e condividere informazioni con altri sistemi e dispositivi esterni, creando una rete stradale smart e l’intelligenza artificiale avrà il compiuto di capire l’enorme quantità di dati provenienti da diverse fonti della mobilità connessa per far interagire le persone, veicoli e le infrastrutture.

Le auto che si guidano da sole sono un progetto da anni seguito dall’industria automobilistica, che ha vissuto di accelerate e bruschi stop. Probabilmente l’IA sarà l’elemento che sbloccherà definitivamente il freno.

4) Smart home

Grazie all’intelligenza artificiale le nostre case diventeranno sempre più intelligenti. Assistenti virtuali come Siri, Alexa e Assistente Google hanno già semplificato la nostra vita quotidiana, ma l’IA continuerà a migliorare l’automazione domestica, gestendo le luci, gli elettrodomestici e i sistemi di sicurezza in modo più efficiente.

Secondo Statista su scala globale il mercato degli elettrodomestici smart l’anno scorso valva circa 45 miliardi di dollari, con la Cina a trainare una crescita che nel 2026 sfiorerà gli 80 miliardi di dollari, a testimonianza che la casa digitalizzata, connessa è forse già la prima normalità di un ambiente determinato dall’IA

Tanto ha potuto la voce, che come metodo di interazione si è rivelato quello più immediato per interagire con gli strumenti digitali. Dietro i comandi vocali di Alexa, Siri, Google, ci sono gli algoritmi di apprendimento, ci sono i sistemi per prevedere le nostre mosse e le preferenze. Forse la casa è già abitata dall’IA, con il nostro tacito consenso, e non ne uscirà più.

5) Shopping

L’intelligenza artificiale rivoluzionerà l’esperienza del consumatore, consentendo di ricevere prodotti e servizi personalizzati in base alle proprie preferenze e ai bisogni specifici.

Algoritmi intelligenti analizzeranno i dati dei consumatori per offrire raccomandazioni mirate, migliorando l’esperienza di acquisto e aumentando la soddisfazione del cliente.

Il mondo del retail è percorso da una corrente di digitalizzazione che unisce e-commerce e acquisti nei negozi fisici.
L’intelligenza artificiale sta diventando un elemento chiave e un facilitatore nella digitalizzazione della vendita nei negozi, personalizzando l’esperienza del cliente e creando interazioni più coinvolgenti tra consumatori e retailer.

L’intelligenza artificiale sarà l’elemento che colmerà il divario tra i canali di vendita fisici e quelli digitali, fra esperienza di acquisto e convenienza, fra desiderio e realizzazione.

Le applicazioni dell’IA riguardano già oggi tutto il cosiddetto customer journey: dall’attrazione del cliente nel negozio, alla visibilità del prodotto nel magazzino, dall’interazione con i prodotti in store, ai suggerimenti sugli acquisti e sull’uso dei prodotti, dalla prova del prodotto fino al pagamento.

Consentire l’acquisto personalizzato è l’obiettivo che si danno da sempre i retailer e l’IA è l’elemento che consentirà di ottenerlo.

6) Robotica collaborativa

L’intelligenza artificiale consentirà finalmente ai robot di lavorare fianco a fianco con gli esseri umani in diversi settori: ecco uno dei casi in cui intelligenza artificiale e essere umano viaggiano appaiati.
La robotica collaborativa si occupa da sempre dello sviluppo e dell’utilizzo di robot che possono lavorare in stretta collaborazione con gli esseri umani in ambienti condivisi: a differenza dei robot industriali, che operano in modo separato dai lavoratori, quelli collaborativi sono progettati per lavorare in modo sicuro e interattivo con le persone.

Stiamo parlando di un fenomeno economicamente molto rilevante: iI mercato globale dei robot collaborativi secondo Apollo Research valeva 760 miliardi di dollari nel 2022 e si prevede che raggiungerà i 22,6 miliardi di dollari entro il 2032 (viene stimato un incredibile CAGR del 40,5%).

Robot con sensori avanzati, come telecamere e sensori di forza, consentono di rilevare la presenza umana e di adattarsi alle interazioni con l’ambiente circostante e sono in grado di svolgere una vasta gamma di compiti, dalla manipolazione degli oggetti alla lavorazione dei materiali, dall’assemblaggio alla collaborazione in attività complesse, come la chirurgia assistita.

Sono progettati per essere intrinsecamente sicuri e per ridurre al minimo il rischio di incidenti durante la collaborazione con le persone (hanno sistemi di rilevamento degli urti che li fermano automaticamente se entrano in contatto con un essere umano).

Con l’IA a gestire i dati, i robot collaborativi possono automatizzare compiti ripetitivi, pesanti o pericolosi, liberando gli esseri umani da attività monotone e consentendo loro di concentrarsi su compiti di valore aggiunto che richiedono creatività, intuizione e decisioni complesse.

7) Istruzione

Il fenomeno ChatGpt ha fatto capire che l’intelligenza artificiale ha il potere di rivoluzionare anche l’istruzione, fornendo un apprendimento personalizzato e su misura per gli studenti. In una frase si può dire che con l’IA la scuola non sarà più la stessa.

Nel mondo scolastico l’IA è stata accolta con molta diffidenza, basti ricordare i divieti dei principali distretti scolastici americani o quelli di università inglesi (Imperial College, Università di Cambridge) che vedevano nell’uso di ChatGPT un imbroglio.

Ma dopo l’iniziale diffidenza si è capito nel mondo scolastico che i chatbot avanzati potrebbero essere utilizzati come ausili in classe per rendere le lezioni più interattive, generare piani di apprendimento personalizzati, rendere più efficiente il lavoro degli insegnanti, democratizzare l’accesso alla formazione.

La nuova linea di interpretazione vede gli algoritmi di apprendimento automatico capaci di adattarsi alle esigenze individuali degli studenti, fornendo un percorso educativo unico, mirato e migliorando i tassi di successo scolastico.

Tantopiù, sempre per tornare al tema iniziale, se la scuola oltre a istruire deve formare al lavoro, deve anche tenere conto come questo sta facendo e farà i conti con l’intelligenza artificiale.

Quindi per l’IA a scuola pare essere vicina la fine della stagione del proibizionismo e si sta aprendo un’epoca di integrazione e di cambiamento in positivo.

8) Ricerca scientifica

L’intelligenza artificiale da anni sta accelerando la ricerca scientifica in molti campi, consentendo di analizzare grandi quantità di dati in tempi molto ridotti.
Gli scienziati possono utilizzare l’IA per identificare nuovi farmaci, elaborare complessi modelli ci calcolo e fare nuove scoperte scientifiche che altrimenti richiederebbero molto tempo e risorse.

Si usa da tempo l’intelligenza artificiale per fare progressi nella predizione delle strutture delle proteine, nel nucleare, nella ricerca spaziale.

Nel campo della ricerca scientifica il tema etico relativamente all’impiego dell’IA è molto sentito, soprattutto se la tecnologia viene utilizzata anche da soggetti non appartenenti al mondo scientifico.

Alcuni scienziati di Princeton hanno indagato circa la possibilità che l’applicazione errata del machine learning potesse avere influenze negative su altri settori ponendo il problema dell’uso scorretto.

Ma l’intelligenza artificiale è considerata dagli stessi scienziati come la tecnologia in grado di trasformare la scienza, grazie alla sua capacità di fare capire relazioni altrimenti invisibili con metodi convenzionali.

9) Cybersecurity

L’IA sarà fondamentale nella lotta contro le minacce di cybersecurity e nella difesa dei sistemi. Gli algoritmi intelligenti già oggi possono identificare e mitigare gli attacchi informatici in tempo reale, fornendo una maggiore sicurezza delle informazioni sensibili.

Gli attacchi informatici ogni giorno crescono di volume e complessità e l’intelligenza artificiale aiuta gli analisti nelle operazioni di sicurezza: machine learning ed elaborazione del linguaggio naturale rendono più accurata l’analisi delle minacce con l’analisi di milioni di documenti e danno rapide informazioni utili per comprendere gli alert, riducendo i tempi di risposta.

Quella della cybersecurity con intelligenza artificiale e è sarà una battaglia che si combatte ad armi pari: anche gli hacker, infatti, usano l’IA per costruire e portare le proprie minacce.

Lo scenario che abbiamo davanti nei prossimi anni, quindi, è quello in cui i professionisti della sicurezza utilizzano l’IA per analizzare i dati, osservare le tendenze, creare strategie di sicurezza, best practice, scrivere report migliori e automatizzare il maggior numero possibile di attività.
Abbiamo davanti un mondo, quindi, in cui la cybersecurity viene automatizzata per ridurre i tempi di risposta agli incidenti informatici.

E un ruolo importante l’IA potrà averlo ancora di più in futuro, quando il tema della cybersecurity si intreccerà con quello del quantum computing.

La nuova generazione di computer quantici, infatti, oltre che essere attesa per la risoluzione di calcoli complessi, è anche temuta per la possibilità che darà per rompere in breve tempo le chiavi crittografiche che proteggono le comunicazioni.

L’intelligenza artificiale potrà contribuire a trovare nuove soluzioni di protezione dei dati a prova di quantum computing.

10) Clima e ambiente

Infine, il cambiamento climatico. Tematica tanto totalizzante quanto imprevedibile, per la quale le previsioni non mancano e si posizionano in una scala che va dall’apocalittico pessimismo di Greta Thunberg all’ottimistico negazionismo di Donald Trump.

Di certo l’IA svolgerà più di un ruolo significativo nella lotta al cambiamento climatico, o quantomeno nella comprensione dei fenomeni che apre il campo alle possibili azioni.

L’IA sarà utilizzata per analizzare grandi quantità di dati provenienti da satelliti, sensori ambientali e reti di monitoraggio. Questa capacità consente di raccogliere informazioni dettagliate sul clima, sui modelli meteorologici, sullo stato degli ecosistemi e su altre variabili ambientali. L’analisi dei dati tramite l’IA aiuterà a identificare tendenze, modelli e correlazioni che possono contribuire alla comprensione del cambiamento climatico.

L’IA migliorerà anche le capacità di previsione climatica utilizzando algoritmi avanzati per analizzare dati storici e in tempo reale. Ciò consente di creare modelli climatici più accurati e predire gli impatti futuri del cambiamento climatico, come i cambiamenti dei modelli di precipitazione, delle temperature e degli eventi estremi. Queste informazioni possono essere utilizzate per sviluppare strategie di adattamento e mitigazione e per prevenire, laddove possibile, fenomeni dirompenti come le alluvioni.

L’intelligenza artificiale sarà impiegata anche per ottimizzare l’efficienza energetica e la gestione delle risorse. Con gli algoritmi di apprendimento automatico si analizzano i dati energetici di un edificio o di una rete elettrica per identificare potenziali risparmi energetici, migliorare la gestione della domanda e dell’offerta, e ottimizzare l’allocazione delle risorse rinnovabili come l’energia solare e eolica.

L’IA sarà utilizzata per ottimizzare la gestione dell’energia nelle reti elettriche, consentendo una maggiore integrazione delle fonti rinnovabili e una riduzione delle emissioni.

Infine, l’intelligenza artificiale ci farà capire come gestire gli ecosistemi in modo più efficiente. Ad esempio sarà utilizzata per il monitoraggio delle foreste, dei mari e delle riserve naturali, facilitando la rilevazione di cambiamenti, la protezione della biodiversità e consentendo di prevenire attività illegali come la deforestazione illegale o la pesca eccessiva.

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