Il senatore del PD Ugo Sposetti pronto alla battaglia per affossare la legge che taglia i vitalizi. Il M5S: “Li aboliremo in Costituzione”.
Il tema del taglio dei vitalizi torna a infiammare lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Nonostante la prima approvazione alla Camera meno di un mese fa, la legge infatti potrebbe non vedere mai la luce.
Evitato il voto d’urgenza, il senatore del PD Ugo Sposetti esce allo scoperto dichiarandosi fermamente contrario alla legge Richetti, suo compagno di partito, che prevede il taglio dei vitalizi e il suo ricalcolo su base contributiva.
Quella di Sposetti potrebbe non essere però una presa di posizione isolata. Rumors infatti parlano di una fronda ben più numerosa interna al Partito Democratico pronta ad affossare la legge al Senato.
Una prospettiva questa che provoca l’ira del Movimento 5 Stelle, unico partito assieme al PD che ha votato in maniera favorevole alla Camera, tanto che il deputato pentastellato Dario Toninelli dichiara che, in caso di vittoria elettorale dei grillini, il taglio dei vitalizi con loro sarà previsto per Costituzione.
Sposetti fa infuriare il Movimento 5 Stelle
Lo scorso 26 luglio la Camera con 348 voti favorevoli, 17 contrari e 28 astenuti, ha approvato la legge Richetti sul taglio dei vitalizi. Decisivo è stato l’asse tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, mentre gli altri partiti non hanno appoggiato il testo con Forza Italia che non ha partecipato al voto.
Per la sua approvazione definitiva quindi adesso manca solo il sì da parte del Senato. Respinta la richiesta di voto d’urgenza presentata dai 5 Stelle, a settembre quando riprenderanno i lavori parlamentari la legge sarà esaminata dal Senato.
Ad anticipare però quelli che saranno i toni del dibattito politico sul tema dei vitalizi ci ha pensato Ugo Sposetti, senatore del Partito Democratico e ex tesoriere del fu Democratici di Sinistra, eletto per la prima volta al Senato nel 1987 tra le fila del Partito Comunista.
Emanuele Macaluso e Emma Bonino hanno dedicato la loro vita a battaglie per la democrazia e per il Paese, non meritano una pensione per il loro lavoro? Perché bisogna dare fastidio a tutte quelle donne che hanno diritto alla pensione di reversibilità, per essere state accanto a mariti impegnati in politica? Parliamo di signore di 85 o 90 anni, che vivono di quello. E io mi preoccupo per loro.
Sposetti quindi non si nasconde nel dichiararsi contrario alla legge Richetti, andando però anche oltre. Il senatore infatti si dice fiducioso nel riuscire a costruire un ampio fronte capace di affossare il testo a Palazzo Madama.
Dicono che voterò no alla riforma. È riduttivo. Sarebbe meglio dire che ho già costruito la maggioranza parlamentare che affosserà la legge sui vitalizi.
Non usa quindi giri di parole Ugo Sposetti nel prospettare un affossamento della legge al Senato. Una prospettiva questa che manda su tutte le furie il Movimento 5 Stelle, con il deputato Dario Toninelli che sul blog arriva a prospettare come con loro il taglio dei vitalizi sarebbe una prerogativa da inserire nella Costituzione.
Per abolire i vitalizi abbiamo tentato di utilizzare diversi strumenti ma solo con una norma costituzionale possiamo essere sicuri di realizzarlo.
Anche se ancora in maniera ufficiale la politica nostrana è in vacanza, quello che si annuncia è un autunno ancora più caldo di questa rovente estate. Oltre alla legge di Bilancio da dover approvare, anche il tema dei vitalizi quindi potrebbe andare ad riacutizzare lo scontro tra PD e 5 Stelle.
Il rischio dell’affossamento
Nonostante l’approvazione da parte della Camera, al Senato la legge Richetti potrebbe avere vita molto dura. Anche con il pieno appoggio del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle i numeri sono a rischio.
A Palazzo Madama infatti l’asticella della maggioranza è fissata a quota 161 senatori. Sommando quindi i 99 del PD ai 35 dei 5 Stelle si arriverebbe a un totale di 134, ancora lontani dalla soglia necessaria.
Forza Italia e Alternativa Popolare si sono dichiarati contrari alla proposta del taglio dei vitalizi così come è stata formulata, con il Movimento Democratici e Progressisti che dovrebbe continuare nella sua linea dell’astensione sul testo.
Rimangono quindi i 12 senatori della Lega Nord e il molto più corposo gruppo rappresentato dalle Autonomie e dalle infinite sigle della variegata e frammentata galassia centrista e moderata.
Al momento quindi al Senato i numeri per la Legge Richetti sono in bilico di per sé, figuriamoci se anche il Partito Democratico si dovesse spaccare. Il sentore diffuso è che questa legge non vedrà mai la luce.
Al momento il testo è in commissione al Senato, visto che è stato respinto il procedimento di voto d’urgenza invocato dai 5 Stelle. Non è da escludere quindi che la legge Richetti possa essere oggetto di numerose richieste di modifica.
Se così fosse, il rischio concreto che la riforma sui vitalizi possa morire direttamente in commissione, senza approdare neanche a Palazzo Madama, sarebbe molto alto. Una soluzione che potrebbe non dispiacere al PD.
Quello che si andrebbe a inscenare infatti sarebbe l’ennesimo rimpallo di accuse tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, sulle orme di quello che successe quando venne affossato il modello tedesco per quanto riguarda la riforma elettorale. Placati i toni poi tutto tornerebbe nella normalità.
I timori quindi di un testo che potrebbe incanalarsi verso un binario morto sono più che fondati, con il tema del taglio ai vitalizi che potrebbe andare a rimpinguare il corposo elenco delle leggi da tempo invocate ma che, per un motivo o per un altro, alla fine non vedono mai la luce.
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