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Taglio ai vitalizi dei parlamentari: è la vittoria del PD o del M5S?
giovedì 27 luglio 2017, di
Movimento 5 Stelle e Partito Democratico: è scontro per la paternità del disegno di legge con il quale si applica il metodo contributivo ai vitalizi degli ex parlamentari approvato nella giornata di ieri alla Camera dei Deputati.
È incredibile come M5S e PD riescano ad arrivare allo scontro anche quando votano per la stessa legge. Poche ore dopo dall’approvazione delle legge che riduce i vitalizi per gli ex-parlamentari, infatti, i grillini hanno attaccato i dem dichiarando che il voto della Camera rappresenta la loro sconfitta.
Per il Movimento 5 Stelle, infatti, il Partito Democratico non avrebbe potuto votare diversamente perché ormai era con le spalle al muro dopo la lunga battaglia condotta in questi anni dai militanti grillini.
Ma se il M5S ha rivendicato la vittoria il Partito Democratico non è stato certamente a guardare, attaccando i grillini sia per il comportamento tenuto in aula nel corso della votazione che per la struttura del loro movimento, che di “democratico” ha ben poco.
Fatto sta che dopo anni di discussioni campate in aria, finalmente il taglio dei vitalizi dei parlamentari è realtà e i primi ad esserne soddisfatti sono i cittadini italiani.
Ma di chi è il merito di questa “rivoluzione”? Gli italiani devono ringraziare il Movimento 5 Stelle oppure il merito è del Governo di maggioranza PD? Facciamo chiarezza.
Movimento 5 Stelle: “Il taglio dei vitalizi è la nostra vittoria”
Anche se Matteo Richetti, primo firmatario del ddl approvato ieri alla Camera dei Deputati (per il quale si attende la votazione al Senato), appartiene al Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle sostiene che la nuova legge rappresenta la loro vittoria.
A tal proposito Luigi Di Maio ha dichiarato:
“Oggi è una data storica, c’è voluta quasi un’intera legislatura per abolire i vitalizi, quattro anni e quattro mesi, per giungere dove siamo oggi. E’ una nostra vittoria”.
Secondo Di Maio in realtà gli onorevoli del Partito Democratico avrebbero voluto mantenere il vitalizio, ma hanno dovuto prendere atto del volere degli italiani.
A pochi mesi dalle elezioni politiche, infatti, non procedere con il taglio degli stipendi dei parlamentari avrebbe infatti rappresentato un “clamoroso autogol”.
Ecco perché il Partito Democratico - seppur controvoglia - ha dovuto fingere di apprezzare questa proposta e di rivendicare la paternità di un disegno di legge che in realtà senza il Movimento 5 Stelle non sarebbe mai esistito.
Partito Democratico: “Il Movimento 5 Stelle ha fatto ostruzionismo”
A loro volta i dem hanno attaccato i deputati del Movimento 5 Stelle per aver fatto ostruzionismo. Il capogruppo del Partito Democratico Ettore Rosato ha risposto alle accuse dei grillini attaccandoli per “essere intervenuti in continuazione sugli emendamenti” mettendo a rischio la votazione del ddl in giornata.
Per il Partito Democratico, quindi, il Movimento 5 Stelle non aveva così tanta fretta di far approvare il ddl, a differenza di quanto dichiarato poche ore dopo dalla votazione in aula.
I dem poi si sono lamentati per l’atteggiamento tenuto in aula dai deputati 5 stelle, attaccando specialmente l’onorevole Giulia Grillo colpevole, secondo loro, di aver mostrato il dito medio subito dopo l’approvazione della legge.
Lei si difende dicendo che in realtà era l’indice, come a voler indicare che questo è il primo disegno di legge corretto che viene approvato alla Camera, ma dal Partito Democratico dicono di avere i filmati che la incriminano.
Lo stesso Rosato poi ha risposto a Di Maio dicendo che i grillini “stanno facendo una campagna sui privilegi degli altri” ricordando che “il suo stipendio è più alto del mio”. Non poteva mancare poi l’attacco a tutto il Movimento 5 Stelle:
“Loro hanno un capo, un blog e chi non si adegua viene espulso, io ho invece un partito" che è uno strumento di democrazia”.
Insomma, ancora una volta tutte le forze politiche in campo - nessuna esclusa - hanno dimostrato di essere interessate più al loro successo che al futuro degli italiani.
Piuttosto che essere soddisfatti per l’approvazione di una legge - che comunque deve superare ancora l’ostacolo Senato e probabilmente quello della Corte Costituzionale - non hanno perso tempo ad attaccare gli avversari e ad elogiare quello che è stato il loro lavoro.
Per una volta il merito dell’approvazione di una legge che possiamo definire “corretta” non è né dell’una né dell’altra forza in campo: è la vittoria è di tutti gli italiani che finalmente possono sorridere leggendo le notizie di quanto deciso in Parlamento.