Riforma pensioni, vitalizi: cosa cambia per parlamentari con la Legge Richetti

Francesco Scarpari

26 Luglio 2017 - 10:21

Riforma pensioni: su vitalizi oggi voto in Aula per la legge Richetti. Cosa cambia per i parlamentari? Ecco i punti salienti della norma.

Riforma pensioni, vitalizi: cosa cambia per parlamentari con la Legge Richetti

La riforma pensioni potrebbe arrivare a breve anche per i trattamenti dei parlamentari. Sono queste le notizie portate dalla legge Richetti sui vitalizi, le cui novità non hanno mancato di suscitare polemiche.

La proposta prevede una riforma sulle pensioni dei parlamentari con l’introduzione di un calcolo contributivo simile a quello dei normali lavoratori pubblici. L’età di pensionamento, secondo le novità, sarebbe fissata a 65 anni.

Ecco i punti salienti su come funziona e cosa prevede la legge Richetti che imporrebbe una riforma sulle pensioni dei parlamentari e sui vitalizi già in pagamento.

Le novità della Legge Richetti sulle pensioni

La legge Richetti imporrebbe, se approvata, una riforma delle pensioni dei parlamentari. Le novità della proposta prevedono un calcolo dell’assegno pensionistico sulla base del sistema contributivo vigente per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni. Il ricalcolo su base integralmente contributiva è imposto per le pensioni di Parlamento, Regioni e provincie autonome e riguarderà anche chi percepisce già vitalizi.

Il montante pensioni, state la riforma Richetti, è determinato applicando un’aliquota e un coefficiente di trasformazione analogo a quelli dei normali lavoratori. In poche parole la situazione per i parlamentari sarà sostanzialmente uguale a quella dei normali dipendenti pubblici.

La proposta di legge imporrebbe, tra l’altro, l’istituzione di una ‘Gestione separata previdenza dei parlamentari’ presso l’INPS che dovrà gestire i contributi versati da membri di Camera e Senato.

La novità più rilevanti sulla riforma delle pensioni dalla Legge Richetti è l’applicazione del calcolo contributivo anche ai vitalizi in essere.

In materia di riforma pensioni per parlamentari c’è però da sottolineare come i vitalizi siano già stati aboliti nel 2012. Le novità introdotte allora e già vigenti prevedono che la pensione venga erogata sulla base dei contributi versati al Fondo pensioni di Camera e Senato e pari all’8,8% dell’indennità parlamentare, a cui si aggiunge una quota versata dalle Camere.

L’abolizione dei vitalizi è quindi già stata operata dal 1° gennaio 2012. Per chi aveva già maturato il diritto al vitalizio prima di quella data però nulla è cambiato con la riforma del 2011. Le novità della Legge Richetti imporrebbero anche a loro il nuovo calcolo contributivo alla maniera degli altri dipendenti pubblici.

Le novità per le pensioni dei parlamentari sarebbero così sostanziose soprattutto per i loro effetti retroattivi sugli oltre 2.500 vitalizi già in pagamento, per una spesa di circa 190 milioni di euro. Se di fronte all’enormità del costo dei vitalizi non si può che rimanere basiti, la retroattività della legge Richetti non ha però mancato di sollevare proteste e osservazioni critiche.

Le criticità sull’effetto retroattivo dei vitalizi già in essere

La novità della riforma pensioni annunciate dalla legge Richetti sul ricalcolo dei vitalizi già in essere porta con sé alcune problematiche. Una delle criticità è la ventilata l’incostituzionalità della proposta per parlamentari e Regioni.

Un esame preventivo della Consulta sulla norma non ha passato il voto in Aula e il giudizio della Corte Costituzionale si farà sentire solo in caso di ricorsi per vie legali. Il nodo sarebbe quello dei diritti acquisiti per una norma, come quella della legge sui vitalizi, che non prevede unicamente un effetto futuro, ma anche retroattivo su chi già gode della pensione per parlamentari.

C’è chi ha parlato a riguardo di un principio orwelliano, volto a modificare il passato. L’esito della riforma pensioni Richetti può quindi rivelarsi più complicato del previsto. Il primo passo sarà quello di superare lo scoglio dell’Aula.

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