Visite fiscali, cosa cambia dopo la sentenza del Tar?

Ilena D’Errico

5 Novembre 2023 - 23:06

condividi

La recente sentenza del Tar del Lazio interviene sulla regolamentazioni delle visite fiscali e sulle differenze tra comparto pubblico e privato. Ecco cosa cambia.

Visite fiscali, cosa cambia dopo la sentenza del Tar?

I lavoratori dipendenti sanno che chi percepisce l’indennità di malattia può essere sottoposto alle visite fiscali, volte sostanzialmente a verificare che l’astensione dal lavoro sia effettivamente giustificata da problemi di salute. Chiaramente, il regime delle visite fiscali non è arbitrario ma è regolato dalla legge, con una precisa differenza tra i dipendenti privati e i dipendenti pubblici.

La sentenza del Tar del Lazio del 3 novembre interviene proprio su questo punto e in particolare sul decreto Madia-Poletti. Ecco cosa cambia.

Visite fiscali, differenze tra pubblico e privato

La citata sentenza del Tar riguarda in dettaglio gli orari dedicati alle visite fiscali del personale medico incaricato dall’Inps. In particolare, i dipendenti pubblici devono essere reperibili nelle seguenti fasce orarie:

  • Dalle 09:00 alle 13:00;
  • dalle 15:00 alle 18:00.

I dipendenti privati, invece, possono ricevere le visite fiscali:

  • Dalle 10:00 alle 12:00;
  • dalle 17:00 alle 19:00.

Ne consegue che i dipendenti pubblici e quelli privati sono sottoposti a un diverso trattamento, non solo perché le fasce orarie sono differenti ma addirittura perché cambia la durata totale del periodo in cui possono ricevere le visite.

I dipendenti pubblici devono trovarsi nel domicilio registrato all’Inps per un totale di 7 ore, mentre i dipendenti privati sono costretti a casa esattamente per quasi la metà del tempo.

Il decreto Madia-Poletti

Il decreto Madia-Poletti, ovvero il decreto n. 206/2017, regolamenta lo svolgimento delle visite fiscali per i dipendenti pubblici, individuando le fasce orarie di reperibilità citate e prevedendo anche che i dipendenti assenti per malattia possano essere sottoposti agli accertamenti nei giorni non lavorativi e festivi, salvo le possibilità di deroga dalla reperibilità per comprovati motivi.

I dipendenti privati sono sottoposti alle medesime condizioni, compresa l’estensione della reperibilità ai giorni non lavorativi e festivi e le condizioni di deroga. In ogni caso, il datore di lavoro è tenuto a richiedere l’accertamento se l’astensione comincia un giorno prima o un giorno dopo rispetto a un giorno non lavorativo, ma può richiedere discrezionalmente ulteriori controlli. Questi ultimi possono essere inviati anche direttamente dall’Inps.

L’unica differenza rilevante riguarda quindi le fasce orarie di reperibilità e soprattutto la durata complessiva. Differenza giudicata illegittima dal Tar del Lazio.

La sentenza del Tar del Lazio

Uilpa Pp, il sindacato della polizia penitenziaria, ha avanzato un ricorso al Tar sulla differenza di trattamento a cui sono sottoposti i dipendenti pubblici riguardo alle visite fiscali, chiedendo l’annullamento del decreto Madia-Poletti. I giudici (collegio Tricarico-Gallo-Battiloro) hanno accolto il ricorso del sindacato, giudicando il regime attuale contrastante con l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge.

In particolare, i giudici hanno rilevato che la modalità prevista per i dipendenti del settore pubblico è penalizzante rispetto a quella applicata ai lavoratori privati. È stato poi considerato che l’evento della malattia, che dà appunto luogo all’indennità e alle visite, non può essere trattato diversamente poiché si basa sui medesimi diritti riconosciuti a ogni individuo.

Oltretutto, la differente lunghezza del periodo di reperibilità durante la giornata (7 ore per i dipendenti pubblici contro 4 ore per i privati) rischia, secondo il Tar, di disincentivare i lavoratori a usufruire dell’indennità garantita dalla legge. Un risvolto inaccettabile e contrastante con l’articolo 32 della Costituzione, che tutela l’eguale diritto alla salute.

Cosa cambia ora

Come sottolineato dai giudici, la sentenza del Tar del Lazio ha un valore conformativo. Questo significa che i futuri atti amministrativi devono adeguarsi all’annullamento del decreto Madia-Poletti, uniformando la disciplina sulle visite fiscali.

Per il momento, tuttavia, potrebbe essere presentato un ricorso al Consiglio di Stato (entro 60 giorni) che potrebbe dare un giudizio differente. Oltretutto, anche la sentenza del Consiglio di Stato potrebbe essere nuovamente contestata promuovendo un giudizio in Corte di Cassazione.

Per ora è presto per sapere se saranno proposti dei ricorsi, tanto meno è possibile prevederne l’eventuale esito, anche se le motivazioni addotte dal Tar risultano difficili da attaccare. La disparità è infatti evidente, semmai potrebbero essere addotte delle giustificazioni alla stessa nell’interesse collettivo.

In ogni caso, il sindacato ha invitato il governo a prender atto della decisione e modificare il decreto. Non resta che aspettare per scoprire quali saranno le applicazioni della sentenza, ricordando che l’uniformazione delle visite fiscali è già da tempo auspicata da diversi esponenti.

Iscriviti a Money.it