«Vi spiego perché la Cina vuole la pace a Gaza». Intervista all’ambasciatore Bradanini

Roberto Vivaldelli

4 Novembre 2023 - 06:48

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L’Occidente teme di perdere l’egemonia globale e vuole provocare un conflitto contro Pechino per interposta persona, attraverso Taiwan. Intervista ad Alberto Bradanini.

«Vi spiego perché la Cina vuole la pace a Gaza». Intervista all’ambasciatore Bradanini

Mentre prosegue l’operazione militare di Israele a Gaza, si rischia un escalation che può sfociare in una guerra più ampia. Un conflitto che tutti vogliono evitare, anche se nella storia le buone intenzioni non sono sempre state sufficienti per scongiurare gli scenari peggiori. Guerre mondiali comprese. Se c’è una potenza sul piano internazionale che preme per un cessate il fuoco, quella è sicuramente la Cina, che ha degli interessi strategici nel perseguire la pace. Ne abbiamo parlato con l’ex ambasciatore a Pechino e a Teheran, Alberto Bradanini.

Caro ambasciatore, qual è la posizione della Cina rispetto al conflitto a Gaza?

La posizione della Cina, su tutte le guerre, è di massima cautela. Pechino, in questa fase storica, persegue una posizione politica e ideologica che è in linea con i suoi interessi strategici, perché la Cina ha come massima priorità lo sviluppo economico, che a sua volta determina la forza politica, la capacità di azione sul piano internazionale. Ed è anche alla base della stabilità interna, e quindi anche della presenza del partito nella società e della popolarità del sistema comunista. Quindi qualsiasi conflitto che avviene le mondo, è visto come un pericolo per la Cina. Perché l’economia cinese dipende da tre fattori. Dalla domanda interna, dagli investimenti e dal commercio, soprattutto quello internazionale. Si tenga presente che la Repubblica Popolare è il primo partner commerciale di oltre 150 Paesi nel mondo. Queste sono le ragioni strutturali per le quali la Cina è un Paese che desidera la pace in Medio Oriente. Bisogna però sottolineare che in Medio Oriente chi dà le carte non è Pechino, ma gli Stati Uniti d’America, che sono la guida dell’occidente, nonché principale protettore di Israele, che rappresenta il cuore del problema. [...]

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