Fra tutti i problemi dell’Italia, quello più grande è la presenza di troppe banche e troppe sofferenze da smaltire. A preoccupare il Fondo Monetario Internazionale, però, c’è anche altro.
L’Italia ha molti problemi, questo è certo, ma per l’FMI uno di questi potrebbe essere rappresentato dall’eccessivo numero di banche sparse sul territorio e dai pesanti dati sui Non Performing Loans del sistema finanziario del Belpaese.
Il rapporto del Fondo Monetario Internazionale ha messo in luce l’eccesso di capacità del sistema italiano, caratterizzato da un numero troppo elevato di banche e di filiali che pesano di conseguenza sulla redditività degli stessi istituti. Il problema dell’overbanking, fa notare l’FMI, non è solo italiano, ma è condiviso anche da Spagna e Portogallo.
A preoccupare l’FMI sono soprattutto i crediti deteriorati delle banche italiane la cui eliminazione continua a non portare i risultati attesi poiché procede ancora piuttosto lentamente. Su circa mille miliardi di euro di Non Perfoarming Loans dell’intera area Euro, esattamente un terzo di questi appartengono all’Italia.
I dati sono già noti, ma continuano ad allarmare, soprattutto perché gli esperti del FMI hanno definito la situazione del credito italiano come una delle più problematiche. Ecco cos’è emerso sulle banche italiane dal rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria globale del FMI.
Banche italiane: i problemi evidenziati dal FMI
Secondo l’analisi degli esperti di Washington, uno dei problemi principali del comparto bancario italiano riguarda il sistema giudiziale. Dal FMI hanno fatto notare come il recupero dei Non Performing Loans dalle banche sia rimasto spesso impantanato in tale sistema vigente cosa che ha spinto a cercare soluzioni extragiudiziali.
In poche parole l’FMI sta chiedendo di fare più progressi dal punto di vista dei crediti deteriorati, il tutto con lo scopo di risanare le casse delle banche italiane. Lo smaltimento in Italia è andato avanti ad un ritmo più lento rispetto a quello di altri Paesi e per il Fondo bisognerà impegnarsi di più in tal senso. Per rafforzare il sistema potrebbe essere presa in considerazione “la valutazione della qualità degli asset per le banche non soggette alla BCE”, ossia un esame più approfondito degli istituti più piccoli volto a rendere evidenti gli NPL.
Banche italia: dal FMI non solo rimproveri
Nonostante gli esperti abbiano evidenziato gli scarsi progressi dell’Italia dal punto di vista dei crediti deteriorati, il FMI ha messo in luce anche alcuni aspetti positivi del sistema banche. Tra questi, ovviamente, il riuscito maxi aumento di capitale Unicredit dal valore di 13 miliardi di euro.
Buona, secondo il FMI, anche la conclusione della fusione tra Banco Popolare e BPM che ha portato alla nascita del nuovo grande polo bancario italiano. Infine, anche il decreto salva banche da 20 miliardi sembra aver convinto il Fondo Monetario Internazionale.
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