Usi lo smartphone durante l’orario di lavoro? In questi casi potresti rischiare il licenziamento

Laura Pellegrini

25 Novembre 2025 - 12:36

Un lavoratore è stato licenziato dopo aver usato lo smartphone al lavoro. Il Tribunale ritiene legittimo il licenziamento perché sussistono alcune condizioni.

Usi lo smartphone durante l’orario di lavoro? In questi casi potresti rischiare il licenziamento

In alcuni contesti aziendali, può bastare una piccola distrazione o negligenza per perdere il lavoro. Un lavoratore è stato licenziato per aver utilizzato lo smartphone durante orario di lavoro: nonostante il ricorso contro il datore, il Tribunale di Parma ha ritenuto legittimo il licenziamento in quanto l’utilizzo di dispositivi tecnologici, in particolari situazioni, potrebbe incidere sulla sicurezza di persone e ambienti.

La sentenza conferma quanto sia semplice perdere la concentrazione e causare un incidente sul lavoro, mettendo a rischio la propria salute e quella dei colleghi. Il confine tra libertà personale e dovere lavorativo è molto sottile, ma la vera domanda che molte persone si pongono oggi è questa: si può usare il cellulare sul posto di lavoro?

Il Tribunale di Parma ha ribaltato la situazione e ha chiarito obblighi, sicurezza e responsabilità dei lavoratori nei contesti aziendali. Bastano tre condizioni per far scattare il licenziamento.

Si può usare lo smartphone sul lavoro?

Il lavoratore in questione è un addetto alla movimentazione merci, licenziato per giusta causa secondo le regole previste dal CCNL logistica, trasporto merci e spedizioni. Secondo quanto descritto nella sentenza, l’uomo è stato scoperto sul posto di lavoro a guardare lo smartphone nel momento in cui si trovava alla guida di un mezzo elettrico in magazzino. Un dettaglio che ha fatto la differenza.

Il dipendente era impegnato a guardare un video sul telefonino proprio mentre si trovava alla guida del mezzo aziendale, distogliendo l’attenzione da ciò che lo circondava. Non solo: il lavoratore indossava anche gli auricolari nascosti sotto alle cuffie aziendali per attutire il rumore.
Nonostante i richiami del personale responsabile, ha proseguito il comportamento ignorando le istruzioni di sicurezza.

Il datore di lavoro, alla luce della situazione, ha provveduto al licenziamento in tronco del dipendente, che a sua volta ha presentato ricorso al giudice del lavoro lamentando l’insussistenza dei fatti e la sproporzione della sanzione rispetto al comportamento tenuto sul lavoro. L’uomo, inoltre, lamentava una serie di problematiche organizzative, tra le quali la mancata condivisione di un codice disciplinare in azienda.

Le tre condizioni che fanno scattare il licenziamento

Il Tribunale di Parma, analizzato il caso in questione, non solo ha ritenuto legittimo il licenziamento del dipendente, ma ha anche ribadito l’importanza dei principi di sicurezza, diligenze e proporzionalità.

I tre elementi chiave che hanno incastrato il lavoratore sono stati:

  • l’utilizzo non autorizzato dello smartphone sul posto di lavoro;
  • gli auricolari nascosti sotto alle cuffie per ingannare l’azienda;
  • l’insubordinazione, cioè il rifiuto nell’applicare le direttive dei superiori sul posto di lavoro.

L’insieme di questi elementi ha portato il giudice a considerare il comportamento del lavoratore non più come una semplice disattenzione temporanea, ma piuttosto come una deliberata violazione sia delle regole aziendali, sia delle più basilari norme antinfortunistiche e di sicurezza, di cui al d. lgs. 81/2008.

In altre parole, la condotta del lavoratore è ritenuta oggettivamente pericolosa per l’incolumità propria e degli altri, oltre a mettere in pericolo beni e infrastrutture aziendali. Il lavoratore, spiega ancora il giudice, ha agito in piena consapevolezza e quindi con dolo.

In merito alla mancata condivisione di un codice disciplinare in azienda, la posizione della Corte è chiara: quando il comportamento riguarda la violazione di doveri fondamentali del rapporto e di cui si ha menzione nella legge vigente, la conoscenza del codice non ha rilievo. Obblighi come la diligenza, l’obbedienza e il rispetto delle norme di sicurezza sono considerate regole intuitive e note a tutti.

Cosa ci insegna questa sentenza

La sentenza del Tribunale di Parma insegna a tutte le aziende e a tutti i lavoratori che basta una minima distrazione per rischiare il posto di lavoro, soprattutto se si svolge una mansione particolarmente importante dal punto di vista della sicurezza propria e dei propri colleghi. L’utilizzo del cellulare sul posto di lavoro non provoca mai un’infrazione lieve.

L’insubordinazione, inoltre, porta a un ulteriore inasprimento della pena, e il tentativo di dissimulare la propria cattiva condotta non fa altro che aggravare la propria posizione.

Il tema della sicurezza sul lavoro è un valore talmente importante e costituzionale che la sua violazione comporta l’applicazione di importanti sanzioni disciplinari, come appunto il licenziamento per giusta causa anche in assenza di danni a cose o persone.

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