UniCredit, utili ancora record e migliori delle attese, ma le azioni vanno giù. Gli annunci di Orcel su dividendi e guidance

Laura Naka Antonelli

22 Ottobre 2025 - 11:02

Annunciati gli utili di UniCredit relativi al terzo trimestre e ai primi 9 mesi del 2025. I commenti del CEO di Orcel, la guidance e le dichiarazioni sui dividendi.

UniCredit, utili ancora record e migliori delle attese, ma le azioni vanno giù. Gli annunci di Orcel su dividendi e guidance

UniCredit, la banca italiana guidata dal CEO Andrea Orcel, ha annunciato di avere concluso il terzo trimestre dell’anno 2025 con risultati da record, per la precisione con utile netto pari a €2,6 miliardi e un utile netto nei primi nove mesi pari a €8,7 miliardi, in rialzo del 13% rispetto ai primi nove mesi dell’anno precedente.

Le azioni UniCredit tuttavia non solo non brindano alla notizia ma accelerano al ribasso, soffrendo una perdita superiore al 2%, e scendendo attorno a quota 61,50 euro, a fronte di un indice Ftse Mib che perde mezzo punto percentuale. A scendere non sono soltanto i titoli UCG.

In generale le azioni delle banche italiane si confermano tra le peggiori del listino, con l’indice settoriale Ftse Italia Banche che lascia sul terreno l’1,5%.

Tra le maglie nere dell’indice Ftse Mib della borsa di Milano Banco BPM e le azioni di Banca Popolare di Sondrio, anch’esse in perdita di oltre il 2%.

Utili UniCredit a 2,6 miliardi nel terzo trimestre 2025, meglio delle attese. Occhio a voce legata a tassi BCE

Il risultato di UniCredit relativo all’utile netto del terzo trimestre 2025, pari a 2,6 miliardi di euro, è stato migliore delle attese del consensus degli analisti, che avevano previsto in media un valore pari a 2,435 miliardi di euro.

I ricavi netti di UniCredit sono saliti dell’1,2% su base annua a €6,1 miliardi nel terzo trimestre, meglio dei 6,025 miliardi stimati dal consensus degli analisti.

Il margine netto di interesse (NII), voce direttamente legata al trend dei tassi della BCE, è sceso del 2,7% trimestre su trimestre attestandosi a €3,4 miliardi: “un risultato resiliente alla luce dei più bassi tassi di interesse nel trimestre, in gran parte dovuto ad una gestione disciplinata del nostro pass-through sui depositi, che ha chiuso il trimestre ad una media di circa il 30 per cento. Il margine di interesse è diminuito del 5,4% anno su anno”, ha precisato la banca gestita dal CEO Andrea Orcel. Il risultato è stato bene o male in linea con i 3,404 miliardi di euro attesi dal consensus.

A proposito proprio del margine netto di interesse, gli analisti in particolare di Equita SIM, nelle loro previsioni, avevano anticipato una “una buona tenuta dell’NII” di UniCredit, così come delle commissioni, stimando un NII a quota 3,4 miliardi di euro e definendo questa voce di bilancio per l’appunto “resiliente, con un calo moderato del -2% su base trimestrale e del 4% su base annua ”.

La SIM milanese aveva spiegato “la flessione sequenziale” del margine netto di interesse di UniCredit con “la dinamica dei tassi di interesse (Euribor 3M -9 punti base su base trimestrale ”, condizionata per l’appunto dal trend dei tassi della BCE che, se in precedenza - quando la Banca centrale europea li aveva continuamente alzati per far fronte al problema dell’inflazione dell’area euro, - avevano fatto da assist agli NII di tutte le banche dell’Eurozona, hanno esercitato poi una pressione ribassista, in quanto continuamente tagliati dall’Eurotower.

Detto questo, il margine netto di interesse di UniCredit ha continuato a confermare la propria resilienza. In più, per le banche in generale, la buona notizia è che è molto probabile che, dopo essere stati tagliati per ben otto volte nel periodo compreso tra il 6 giugno 2024 e il 5 giugno del 2025, i tassi di interesse decisi dalla BCE non solo non vengano più sforbiciati, ma vengano di nuovo alzati, tornando così a sostenere la redditività degli istituti di credito.

UniCredit, focus su guidance e dividendi

Attenzione alla guidance di Orcel sui conti della banca e agli annunci relativi ai dividendi che saranno distribuiti agli azionisti.

La guidance per l’utile netto del 2025 è stata annunciata da UniCredit a circa €10,5 miliardi, “escluse potenziali azioni manageriali a beneficio del FY26-27 e oltre”.

UniCredit ha aggiunto che “le ambizioni di medio periodo rimangono invariate, con un utile netto nel 2027 superiore a €11 miliardi, RoTE superiore al 20%, e crescita a doppia cifra di EPS (utile per azione) e DPS (dividendo per azione) nel periodo 2024-27 ”.

Sul fronte della remunerazione agli azionisti, la distribuzione totale a valere sul 2025 sarà pari o superiore a €9,5 miliardi, dei quali almeno €4,75 miliardi nella forma di dividendi.

UniCredit ha reso noto inoltre che un acconto dividendo per cassa a valere sul 2025 pari a €2,2 miliardi, equivalente a €1,4282 per azione, sarà pagato il 26 novembre.

La tranche residua di €1,8 miliardi di riacquisto di azioni, dunque dell’operazione di buyback azionario, inizierà entro la fine di ottobre.

Occhio alle previsioni che erano state stilate dal consensus degli analisti e non solo sugli utili, sui ricavi e sulle altre principali voci di bilancio della banca, così come ai best e worst case scenario per le azioni UniCredit scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, da parte nello specifico della divisione di ricerca di Barclays.

Orcel chiamato dal mercato a commentare flop OPS su Banco BPM e partita Commerz

In evidenza oggi le dichiarazioni che il CEO di UniCredit Andrea Orcel rilascerà sui dossier di M&A, ovvero di risiko bancario, che finora hanno dato poche soddisfazioni al Ronaldo dei banchieri, visto il flop dell’OPS su Banco BPM, stroncata dal golden power del governo Meloni, e considerato anche l’altolà continuo del governo di Berlino alle mire di Piazza Gae Aulenti verso la teutonica Commerzbank.

Per quanto riguarda Banco BPM, in evidenza anche l’attacco da parte dell’Unione europea allo stesso golden power che Meloni & Co. hanno deciso di applicare a quella partita di risiko, iniziata il 25 novembre del 2024 e miseramente naufragata con la decisione di Orcel di fare un passo indietro.

In merito al trend delle azioni UniCredit va sottolineato che, sulla scia anche delle tensioni che hanno interessato il comparto bancario italiano a causa dell’incertezza sulla tassa e su altri contributi che il governo Meloni ha continuato a chiedere in queste ultime settimane, fino ad arrivare a quanto emerso dalla bozza della legge di bilancio, la corsa ha rallentato decisamente il passo.

Negli ultimi cinque giorni di contrattazioni, le azioni UCG hanno riportato una crescita di appena lo 0,17%, scendendo nell’ultimo mese di trading alla borsa di Milano dell’1,7% circa.

Negli ultimi tre mesi la performance dei titoli è stata invece decisamente solida, superiore a un guadagno dell’8,5%.

YTD, ovvero dall’inizio del 2025, le azioni UniCredit sono scattate di più del 63%, mentre su base annua viaggiano a un valore superiore a +53%.

Utili UniCredit, il CEO Andrea Orcel commenta conti: “Confermiamo guidance 10,5 MLD circa nel 2025”

Così Andrea Orcel, Amministratore Delegato di UniCredit S.p.A. ha commentato i conti della banca annunciati oggi:

“UniCredit ha conseguito ancora una volta una serie di risultati record, con ricavi netti in rialzo del 1,2% e costi in calo dello 0,1% rispetto allo scorso anno, assorbendo l’allargamento del nostro perimetro. L’utile netto è aumentato a €2,6 miliardi con un RoTE al 19,1%, e il nostro CET1 ratio si è attestato al 14,8% grazie alla solida generazione organica di capitale. Confermiamo la nostra guidance per un utile netto di circa €10,5 miliardi nel 2025 prima di ogni iniziativa manageriale per rafforzare ulteriormente i nostri risultati futuri, e siamo sulla buona strada per portare a termine il nostro migliore anno di sempre. Con l’accelerazione della nostra strategia e con l’impiego del capitale in eccesso per creare valore, abbiamo migliorato la nostra traiettoria leader nel settore per utili e distribuzione agli azionisti. Questi risultati riflettono la disciplina nell’attuazione della nostra strategia, e ho fiducia nel fatto che continueremo a costruire valore sostenibile per tutti gli stakeholder”.

UniCredit presenta il trend delle commissioni, dei costi, del COR, del CET1

Riguardo alle altre voci principali di bilancio di UniCredit:

  • Nel terzo trimestre del 2025, le commissioni e il risultato netto della gestione assicurativa sono cresciuti dello 0,3% trimestre su trimestre, e del 7,6% anno su anno, trainati in parte da elevate commissioni su investimenti. Le commissioni e il risultato netto della gestione assicurativa si sono così attestati a €2,1 miliardi.
  • I costi sono scesi dello 0,1% nel terzo trimestre del 2025 su base annua, salendo invece dello 0,4% nei nove mesi del 2025, assorbendo l’allargamento del perimetro.
  • Il costo del rischio (CoR) si è confermato basso, pari a 10 punti base nei nove mesi del 2025, il tasso di insolvenza risulta stabile e gli overlays sono stati mantenuti a circa €1,7 miliardi. €113 milioni sono state le rettifiche sui crediti nel terzo trimestre. UniCredit ha rimarcato di detenere “ un portafoglio creditizio di buona qualità con elevati livelli di copertura e robuste linee di difesa con circa €1,7 miliardi di overlays sulle esposizioni in bonis”.
  • Il CET1 ratio è stato pari al 14,8%, “grazie alla solida generazione organica di capitale pari a €2,6 miliardi e altri elementi che bilanciano gli impatti negativi della regolamentazione”.
  • Il rendimento sul patrimonio netto tangibile (“RoTE”) si è attestato al 19,1% nel trimestre e al 21,7% nei nove mesi, supportato dall’eccellenza operativa e del capitale, e dalle solide protezioni a tutela del nostro conto economico.

Azzerata l’esposizione cross border di UniCredit verso la Russia

Sotto i riflettori l’azzeramento dell’esposizione cross border di UniCredit verso la Russia nel mese di ottobre 2025, rispetto ai più di 4,5 miliardi di euro di esposizione del mese di marzo 2022, poco dopo l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca del 24 febbraio di quell’anno.

Dalle slide relative ai risultati di bilancio di UniCredit dei primi nove mesi del 2025, emergono dettagli cruciali:

  • I pagamenti cross border sono scesi da oltre 25 miliardi a meno di 5 miliardi.
  • I prestiti netti locali in Russia sono crollati da 6,9 miliardi a 700 milioni.
  • I depositi locali in Russia sono scivolati da 7,7 miliardi a 900 milioni.

Ciò che rimane, sottolinea UniCredit, è “una rete piccola e focalizzata a supporto delle aziende internazionali e dei pagamenti al mondo occidentale ”.

La banca guidata da Andrea Orcel ha precisato che l’azzeramento della sua esposizione verso la Russia ha, a questo punto, “ superato le richieste della BCE e i target 2025 fissati inizialmente”.

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