Un lieve scossone ai BTP riaccende i riflettori sullo spread: tra turbolenze americane e forza del dollaro, il mercato testa la solidità del debito europeo.
Il BTP ci ha abituati a vederlo indistruttibile nell’ultimo periodo, come piace a noi. Un titolo di Stato che, per mesi, ha incarnato stabilità e rendimento, quasi immune alle turbolenze globali. Ma alla fine, resta pur sempre un titolo obbligazionario europeo, soggetto alle stesse leggi macro-finanziarie che governano i flussi globali.
E oggi, da oltreoceano, arrivano venti che iniziano a farsi sentire anche qui. Il leggero arretramento del prezzo del future sul BTP non è un segnale di panico, ma piuttosto un campanello d’allarme: il mercato sta testando la tenuta di uno spread che, dopo mesi di compressione sotto quota 80, potrebbe aver raggiunto un punto di equilibrio fragile.
E allora la domanda sorge spontanea. Lo spread “scontato” dal mercato è davvero sostenibile o stiamo assistendo ai primi segnali di una nuova inversione ciclica come quelle viste più volte nell’ultimo decennio? [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA