Ultime notizie pensioni: incontro tra governo e sindacati, ecco cosa si è deciso

Alessandro Cipolla

14 Settembre 2017 - 10:03

Ultime notizie pensioni: dopo l’incontro di mercoledì tra governo e sindacati, il ministro Poletti apre a una serie di misure, ma tutto dipenderà dai fondi a disposizione.

Ultime notizie pensioni: incontro tra governo e sindacati, ecco cosa si è deciso

Ultime notizie pensioni: posizioni ancora distanti tra governo e sindacati dopo l’incontro di mercoledì, con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che ha ascoltato le richieste di CGIL, CISL e UIL, parlando però al termine di “sentiero stretto”.

Il problema alla fine quindi sarebbe tutto economico. Il governo è disposto a venire incontro ai sindacati ma i nodi rimangono sempre la quantità dei fondi a disposizione nella prossima Finanziaria e la stabilità dei conti dell’Inps.

Le ultime notizie pensioni quindi fanno registrare una situazione di sostanziale stallo. Il ministro Poletti comunque ha confermato la propria disponibilità di un taglio del 50% al cuneo contributivo dei giovani per tre anni, mentre anche la stabilizzazione dell’Ape social sarebbe in agenda.

Niente però è stato deciso in merito alla situazione delle donne, con queste ultime notizie pensioni che hanno allarmato i sindacati, sempre ben fermi nelle loro posizioni soprattutto per quanto riguarda l’aumento dell’età pensionabile dovuta all’accrescimento delle aspettative di vita.

Ultime notizie pensioni: l’esito dell’incontro

Chi si aspettava novità rilevanti dall’incontro che si è svolto presso il Ministero del Lavoro tra governo e sindacati alla fine è rimasto deluso. Le ultime notizie pensioni infatti ci parlano di pochi passi in avanti e di un sostanziale rinvio per ogni decisione definitiva.

Il ministro Poletti ha ascoltato le richieste dei sindacati raccogliendo tutti i dati in merito alle proposte che sono state avanzate, prendendosi però del tempo per valutare il tutto e programmando un nuovo incontro per gli inizi di ottobre.

A valle dell’approvazione della Nota di aggiornamento del Def, che determinerà le entità a disposizione nella Legge di Bilancio, ci incontreremo per fare un punto definito avendo chiaro il quadro. Il lavoro è positivo, ma come dice Padoan abbiamo di fronte un sentiero stretto.

In queste poche parole rilasciate da Poletti al termine dell’incontro è riassunto tutto il succo della questione. Fino a quando il ministro dell’Economia non farà sapere quanti fondi sono a disposizione per questa riforma delle pensioni da inserire nella prossima Finanziaria, nessuna decisione può essere presa in merito.

La volontà politica quindi non mancherebbe, ma tutto dipenderà dalle risorse disponibili e, purtroppo, il “sentiero è stretto”. Tutto rimandato quindi di alcune settimane, ma nonostante questo Poletti ha confermato alcune aperture da parte del governo.

In primis si è ribadita la disponibilità a effettuare un taglio del 50% al cuneo contributivo dei giovani per una durata di tre anni. Tra i tanti dubbi che in questi giorni si addensano in materia pensionistica, questo dimezzamento può essere considerato una certezza.

Per quanto riguarda l’Ape social nei prossimi giorni arriverà il responso del monitoraggio delle spese di attuazione, dopo di che si terrà una conferenza dei servizi dove verranno fatte le prime valutazioni tecniche.

L’Ape social è partita in via sperimentale il 1 maggio di quest’anno e dovrebbe terminare il 31 dicembre del 2018. Volontà del governo sembrerebbe quella di renderla una legge definitiva e stabile ma, anche qui, tutto dipenderà dall’impatto economico che la norma ha avuto in questi suoi primi mesi di vita.

Nessuna novità pensioni invece per quanto riguarda le donne. L’argomento sarebbe rimasto del tutto congelato provocando il forte disappunto dei sindacati, che sul tema sono pronti a dare battaglia fino in fondo.

Sindacati perplessi

Il sostanziale nulla di fatto scaturito dall’incontro di mercoledì non ha soddisfatto i sindacati. La distanza con il governo infatti è rimasta immutata, soprattutto sui temi più caldi come l’Ape social e i provvedimenti in favore delle donne.

Per il segretario della CGIL Susanna Camusso infatti gli sgravi ipotizzati di sei mesi per ogni figlio fino a un massimo di due anni sono insufficienti, con i termini che andrebbero raddoppiati e che dovrebbero riguardare tutte le lavoratrici.

Altro terreno di scontro è quello dell’aumento dell’età pensionistica. Visto il miglioramento delle aspettative di vita, è stato deciso dal 2019 di aumentare dai 66 anni e 7 mesi, in vigore per tutte le categorie di lavoratori dal 2018, fino a 67 anni.

Carmelo Barbagallo della UIL ha chiesto il “congelamento dell’aspettativa di vita”, visto che per il segretario questo innalzamento potrebbe avere effetti dirompenti. Anche qui però nessuna decisione è stata presa in merito.

Per avere delle significative novità sulle pensioni quindi tutto è rimandato a ottobre, quando il governo dovrà scoprire le sue carte per quanto riguarda la manovra Finanziaria facendo così capire, una volta per tutte, quanti fondi saranno a disposizione per la riforma e soprattutto quali richieste dei sindacati potranno essere accolte.

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