Turchia e Siria del Nord: il piano di Erdogan per i rifugiati

Violetta Silvestri

8 Ottobre 2019 - 00:04

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La Turchia sembra vicina all’invasione della Siria del Nord. Dopo l’annuncio di Trump sul ritiro delle sue truppe, Erdogan potrebbe avverare il piano per i rifugiati siriani. Di cosa si tratta?

Turchia e Siria del Nord: il piano di Erdogan per i rifugiati

Sono ore concitate per la Turchia ed il progetto di invasione della Siria del Nord dopo che Trump ha annunciato il ritiro delle sue truppe. Se da una parte gli USA cercano di smorzare i toni su una possibile rappresaglia turca sulle nemiche milizie curde, Recep Tayyip Erdogan starebbe preparando un vero e proprio piano per i rifugiati siriani attualmente sul suo territorio.

Di cosa si tratta? Il Presidente turco potrebbe collocare almeno 1 milione di rifugiati siriani all’interno della zona cuscinetto lungo il confine turco-siriano che adesso si libererà delle forze statunitensi.

Anche se nel suo ultimo tweet Trump ha minacciato di annientare l’economia di turchi se questi supereranno i limiti nella Siria del Nord, è evidente che ora Erdogan ha la strada spianata per soddisfare i suoi piani in questa zona strategica.

La Turchia ha richiesto a lungo una zona cuscinetto lungo il suo confine con la Siria per controllare le aspirazioni nazionaliste curde, che considera una grave minaccia alla sicurezza. Erdogan ha poi accentuato il ruolo umanitario di questa eventuale zona sicura, ideale per insediare i tanti rifugiati siriani attualmente in Turchia.

La Turchia vuole invadere la Siria del Nord e insediare 1 milione di rifugiati. Perché?

Il piano di invasione della Siria del Nord da parte della Turchia avrebbe un obiettivo ben preciso: spostare i tanti rifugiati siriani in questa zona cuscinetto. Il piano di reinsediamento dei rifugiati siriani attraverso il confine allevierebbe la crescente pressione su Erdogan e sul suo governo che arriva proprio dallo scontento della popolazione e da una diffusa rabbia nazionalista che sta costando cara al Presidente in termini di popolarità.

Ma c’è anche un altro obiettivo. Ankara si è costantemente opposta alla nascita di qualsiasi regione autonoma a guida curda nella Siria nord-orientale. Un afflusso di sfollati da altre parti della Siria creerebbe una barriera demografica all’autonomia curda.

Nonostante la Turchia definisca la mossa come uno sforzo per mitigare una crisi umanitaria, il piano di reinsediamento di Erdogan rischia di crearne una molto più grande.

La storia di politiche di ricollocazioni simili mostra che queste possono essere cinicamente efficaci dal punto di vista dei governi che le orchestrano. Ma tali politiche finiscono quasi sempre male per la gente comune coinvolta. Questi spostamenti forzati generano sofferenza per le persone che vengono trasferite e malcontento ancora maggiore per chi vede la propria terra data ad altri.

Inoltre, mettere deliberatamente due popolazioni l’una contro l’altra è una ricetta perfetta per accendere le tensioni etniche, tensioni che continueranno a causare instabilità e che saranno terreno fertile per una politica decisa e di controllo da parte della Turchia.

Il piano di inserimento dei rifugiati nella Siria del nord: cosa succederà?

Se davvero la Turchia invaderà la Siria del Nord e sposterà lì i rifugiati siriani, cosa succederà?

I rifugiati potrebbero ricevere case e terreni da coltivare, come promesso da Erdogan. Ma con quale equilibrio con i curdi e gli arabi che si trovano già sul quel territorio?

I siriani rifugiati potrebbero non avere una scelta migliore. Il governo turco potrebbe, infatti, rendere ancora più difficili le condizioni di vita dei rifugiati in Turchia. Negli ultimi mesi, quest’ultimi hanno già segnalato una maggiore pressione dal governo turco per il ritorno «volontario» in Siria.

Infine, I piani di Ankara dovranno affrontare la resistenza da parte degli abitanti della Siria nord-orientale. Molte persone che vivono nella regione sono i discendenti di decine di migliaia di rifugiati curdi, armeni e assiri che sono fuggiti dalla Turchia durante le violenze per la formazione dello stato turco. Per loro, il possibile reinsediamento di un milione di rifugiati, in particolare arabi siriani non locali, significa riportare alla memoria le politiche turche che hanno costretto i loro antenati a fuggire dalle loro case originarie in Anatolia.

L’ultima decisione di Trump sulla Siria, potrebbe davvero cambiare gli scenari ed acuire le tensioni. Cosa farà la Turchia?

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