Terza ondata, picco vicino: il calo dei contagi non dipenderà dalle restrizioni

Antonio Cosenza

14 Marzo 2021 - 13:04

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Il picco della terza ondata si avvicina in tutta Italia: perché allora il Governo ha introdotto solo adesso delle nuove restrizioni?

Terza ondata, picco vicino: il calo dei contagi non dipenderà dalle restrizioni

Il picco della terza ondata del Covid si avvicina: si tratta di una buona notizia, in quanto vuol dire che dopo di allora la curva tornerà a scendere. Le prossime settimane saranno “difficili”, come spiegato dal Ministro Speranza, ma già nella seconda metà della primavera ci saranno dei miglioramenti.

La conferma arriva anche dalle previsioni degli esperti, secondo i quali il picco della terza ondata è vicino.

Il picco non arriverà contemporaneamente in tutte le Regioni: ci sono, infatti, delle zone in cui la curva è più avanti e altre dove invece la curva ha appena iniziato a salire. Ad esempio, gli esperti ritengono che sette Regioni che domani passeranno in zona rossa - Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte e Veneto - sono “ormai prossime al picco”, mentre in Puglia, altra Regione che passerà in rosso, bisognerà ancora attendere. Nella Provincia di Trento, che passerà in rosso, il picco è stato invece superato.

A tal proposito, vediamo qual è il parere degli esperti riguardo alla presunta data in cui ci sarà il picco dei contagi nella terza ondata, così da farci un’idea rispetto a quando la situazione potrà migliorare.

Picco terza ondata Covid: in Italia si avvicina

Su base nazionale, gli esperti hanno accertato un rallentamento dell’indice di espansione della malattia tra il 6 e il 7 marzo. Come spiegato al Corriere da Carlo La Vecchia, epidemiologo e docente di Statistica medica all’Università Statale di Milano, “i dati mostrano segnali di livellamento in quanto il fatto che la crescita sia in decremento è ormai assodato”.

Tra circa una settimana, o al massimo tra dieci giorni, l’indice Rt in Italia tornerà ad uno, o persino sotto (oggi si avvicina all’1,2). L’epidemia, quindi, attraverserà una fase regressiva, la quale dovrebbe subire un’accelerazione grazie alle misure restrittive introdotte dal Governo.

Ciò conferma che la curva dell’epidemia, come è stato per la prima e per la seconda ondata, dura circa 40 giorni: ancora per una settimana, quindi, questa continuerà ad aumentare, con picchi che potranno anche arrivare ai 40.000 nuovi contagi al giorno (ipotesi per il 20 marzo).

Poi comincerà la discesa e a riguardo gli esperti sono divisi: c’è chi ritiene, infatti, che sarà merito delle misure restrittive introdotte dal Governo e chi invece è convinto si tratti dell’andamento naturale della curva.

Molto probabilmente la verità è nel mezzo: le nuove misure introdotte per la Pasqua, infatti, serviranno per accelerare la discesa, così da avere un miglioramento già dopo le feste.

Perché le nuove restrizioni non contengono la risalita della curva

A tal proposito, è interessante analizzare lo studio effettuato da Alberto Gerli, ingegnere che nella comunità scientifica lombarda è diventato un punto di riferimento per aver elaborato un modello matematico in grado di effettuare previsioni sull’andamento dei contagi. Un sistema che si è rivelato molto efficace il quale si basa su un presupposto: “l’efficacia del contenimento è dettata dalla rapidità delle misure adottati ai primi segnali di crescita”.

Le attuali misure, con buona parte dell’Italia che passa in zona rossa, arrivano però in ritardo: ricordiamo, infatti, che le decisioni vengono prese sulla base di un monitoraggio che tiene conto della situazione risalente alla settimana prima.

Nel frattempo i contagi hanno continuato ad aumentare, ed è per questo che le restrizioni attuali non saranno di contenimento per “l’ondata ormai esplosa”, ma saranno comunque utili per il dopo. Serviranno, infatti, non a “limitare la crescita” ma a determinare “quanto sarà rapida la discesa”.

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