Una proposta di legge di iniziativa popolare punta a raccogliere 50.000 firme per aumentare di 5 euro il prezzo di ogni pacchetto di sigarette.
Al Senato è stata avanzata una proposta di legge di iniziativa popolare per aumentare il costo del pacchetto di sigarette di 5 euro. In questo modo i consumatori pagheranno ogni pacchetto di sigarette non meno di 10 euro.
Per quanto riguarda il tabacco, l’Italia è uno dei Paesi con le accise più basse e questo mal si sposa con le intenzioni dell’Unione Europea che dal 2040 vorrebbe una generazione senza tabacco. La proposta dell’aumento shock è stata lanciata dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) insieme alla Fondazione Airc (per la ricerca sul cancro) e alla Fondazione Umberto Veronesi e chiede l’introduzione di un’accisa fissa di 5 euro su tutti i prodotti da fumo e inalazione che contengono nicotina (comprese sigarette elettroniche e senza combustione).
La proposta di legge di iniziativa popolare si propone di raccogliere almeno 50.000 firme autenticate entro la primavera del 2026 per consegnarle al Parlamento.
Sigarette aumentate di 5 euro, non è una proposta nuova
Non si tratta di una proposta del tutto nuova, visto che l’aumento di 5 euro era stato proposto dall’Aiom già nell’autunno del 2024 con l’intenzione di inserire la novità nella Legge di Bilancio 2025. La campagna dello scorso anno era #SOStenereSsn e prevedeva l’aumento come tassa di scopo da destinare al sostegno economico del Sistema Sanitario Nazionale.
Se allora l’appello era rivolto al Governo, oggi la misura è stata trasformata in una vera e propria legge di iniziativa popolare con l’inizio della raccolta firme.
I promotori del progetto, presidenti delle diverse associazioni e fondazioni che vogliono l’aumento del prezzo delle sigarette, hanno sottolineato che chiedono una legge seguendo le modalità previste dalla Costituzione perché, nonostante le norme oggi siano più restrittive, ancora troppi italiani hanno il vizio del fumo. Servono, secondo il loro avviso, strumenti efficaci per far cessare un comportamento che resta uno dei principali fattori di rischio oncologico.
Aumentare di 5 euro il prezzo di un pacchetto di sigarette, secondo i promotori, disincentiverebbe del 37% l’utilizzo dei prodotti del tabacco. Analoghi rincari sono stati introdotti, ad esempio, in Irlanda e in Francia con il risultato di vedere scendere drasticamente il numero dei fumatori.
Troppi decessi per il fumo
Il costo sociale del tabagismo in Italia è altissimo: le malattie legate al vizio del fumo hanno costi diretti per il SSN pari a 24 miliardi l’anno. I costi indiretti, invece, si misurano con il numero di decessi legati al vizio: oltre 93.000 l’anno.
L’idea è quella di rendere il fumo un vizio costoso e poco sostenibile per disincentivarne l’abuso soprattutto tra i giovani. I fondi aggiuntivi, fanno notare i promotori, potrebbero essere destinati alla sanità pubblica.
La raccolta firme
La raccolta firme partirà a breve e coinvolgerà migliaia di volontari, medici e oncologi con la speranza che possa essere accolta da molti, come già accaduto a quella per il diritto all’oblio oncologico.
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