L’Europa ci riprova: i pacchetti di sigarette devono aumentare di 2 euro, ma i cittadini non ci stanno e neanche i tabaccai.
Aumento delle sigarette in arrivo, la presidenza danese propone un aggravio di 2 euro a pacchetto. L’Europa prepara uno degli aumenti più pesanti per i fumatori, un pacchetto di sigarette potrebbe diventare un bene di lusso. L’ipotesi, per i fumatori italiani, pesa ancora di più sul bilancio familiare poiché si aggiungerebbe agli aumenti previsti dalla Legge di Bilancio 2026.
L’Europa sta lavorando sulla revisione delle accise sul tabacco, le tasse che pesano su ogni pacchetto di sigarette. L’obiettivo che si propone l’Ue è quello di ridurre il consumo dei prodotti del tabacco armonizzando le regole fiscali tra i diversi Paesi membri. L’idea è quella di portare in tutti i Paesi prezzi più alti con lo scopo di scoraggiare il consumo dei prodotti del tabacco e colmare, al tempo stesso, la differenza di prezzo tra i diversi Stati.
Ci sono Paesi in cui un pacchetto di sigarette costa già più di 10 euro (come Francia, Irlanda e Norvegia) e altri in cui il prezzo si attesta sui 5 euro al pacchetto (come l’Italia).
Aumento sigarette, cosa vuole l’Ue
L’Europa non cambia direzione, nonostante alcuni Paesi si siano dichiarati contrari. La tassazione dei prodotti da fumo resta un obiettivo prioritario che ora si arricchisce della proposta danese che auspica un aumento di 2 euro per ogni pacchetto di sigarette. La presidenza danese del Consiglio Ue sostiene la revisione delle accise del tabacco e la proposta avanzata è ancora più pesante di quella inizialmente presente nella bozza messa a punto dalla Commissione Europea nel luglio 2025.
In estate la bozza proponeva aumenti fino al 20% dei prezzi al consumo con rincari per sigarette del 139%, per il tabacco trinciato del 258% e per i sigari del 1000%.
Le opposizioni avevano paventato il rischio di perdite di posti di lavoro e l’aumento del contrabbando, ma la Commissione europea non vuole fermarsi. A frenare l’idea non è bastata neanche la consultazione pubblica dalla quale è emerso che il 92% dei 17.000 cittadini europei si è opposto agli aumenti.
La nuova versione degli aumenti
La nuova versione degli aumenti, avanzata dalla presidenza danese, peggiora le condizioni dei fumatori e, se approvata, comporterebbe aumenti del 132% in più per il tabacco riscaldato con rincari di 2 euro a confezione. L’aumento dei prodotti senza combustione andrebbe a superare anche quello previsto per i tabacchi tradizionali.
In Italia, la novità si sommerebbe a una situazione già pesante: la Legge di Bilancio 2026 ha previsto un aumento delle accise del tabacco per il triennio 2026/2028 che porterebbe a un aumento totale di 60 centesimi a pacchetto nell’arco del periodo. Sommare al rincaro già previsto, e spalmato in un triennio, anche l’aumento europeo significherebbe trasformare un pacchetto di sigarette in un lusso che ben pochi italiani si potranno permettere.
I tabaccai italiani, ovviamente, si schierano contro gli aumenti, ma paventano anche un rischio concreto: un aumento brusco del prezzo porterebbe ad alimentare il mercato del contrabbando. Difficilmente chi fuma riuscirebbe a smettere solo perché non riesce a far fronte alla spesa di acquisto, ma troverebbe soluzioni più economiche nel contrabbando per un doppio danno: uno per l’Erario e uno per la salute (visto che si acquisterebbero prodotti al di fuori del controllo europeo). Gli esempi degli altri Paesi in cui i prezzi sono saliti troppo in fretta (Irlanda e Francia) mostrano che il mercato illegale dei prodotti si espande in maniera incontrollata.
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