Sigarette, posso pagare con carte o bancomat?

Alessandro Nuzzo

25 Novembre 2025 - 23:26

Importanti novità per i pagamenti elettronici dai tabaccai di sigarette, sigari e valori bollati. Ecco cosa cambia.

Sigarette, posso pagare con carte o bancomat?

La moneta elettronica sta sostituendo sempre più quella cartacea. Tutti gli esercizi commerciali oggi hanno l’obbligo di possedere il Pos e accettare pagamenti con carte o bancomat. Ma una recente sentenza di un giudice rischia di rimettere tutto in discussione per quanto riguarda la vendita di prodotti gestiti dai Monopoli di Stato, come ad esempio le sigarette e i tabacchi.

Una vicenda nata quasi per caso, in una piccola tabaccheria di Genova, che è diventata oggi un tema nazionale capace di rimettere in discussione l’obbligatorietà del Pos e i limiti imposti ai pagamenti elettronici. La recente sentenza del giudice di pace del capoluogo ligure ha infatti stabilito che i tabaccai non sono obbligati ad accettare carte di credito o debito per la vendita di sigarette e altri prodotti sottoposti a monopolio di Stato, una decisione che potrebbe avere ripercussioni sul quadro normativo italiano.

Sentenza storica, i tabaccai possono non accettare il pagamento

Tutto è iniziato nell’ottobre 2023, quando una cliente si è presentata nella tabaccheria genovese chiedendo di pagare un pacchetto di sigarette da 5,50 euro con la carta. Di fronte al rifiuto del titolare, la donna ha contattato la Guardia di Finanza, facendo scattare il verbale e una multa da 35,50 euro. L’esercente ha prima tentato la via amministrativa, senza successo, e ha poi deciso di impugnare la sanzione davanti al giudice di pace.

La decisione, arrivata solo qualche mese fa, ha ribaltato completamente la vicenda: multa annullata e riconoscimento del diritto del tabaccaio a rifiutare il pagamento elettronico.

Secondo la sentenza, costringere un tabaccaio ad accettare il pagamento con carta equivarrebbe a sottoporlo a un duplice monopolio:

  • da un lato il Monopolio di Stato, che impone prezzi fissi e margini ridotti;
  • dall’altro i circuiti bancari, che applicano commissioni non calmierate sui pagamenti elettronici.

I tabaccai non possono modificare i prezzi e il loro guadagno sugli articoli del monopolio è rappresentato dall’aggio, una percentuale fissa destinata a remunerare il servizio di vendita per conto dello Stato. Ma tale margine può essere talmente ridotto da essere facilmente eroso dalle commissioni bancarie. Per il giudice, questa situazione metterebbe a rischio il diritto costituzionale all’attività d’impresa, privando l’esercente di ogni autonomia economica.

La sentenza non necessita del vaglio della Corte Costituzionale perché emessa nell’ambito di una controversia locale, ma è immediatamente valida e potrebbe costituire un precedente molto rilevante.

Cosa cambia ora

La sentenza arriva in un contesto in cui il dibattito sull’obbligo del Pos non si è mai del tutto sopito. In Italia l’obbligo di accettare pagamenti elettronici è in vigore dal 2014, ma solo nel 2022 sono state introdotte sanzioni effettive. Proprio in quello stesso anno il governo Meloni tentò di eliminare l’obbligo per i pagamenti sotto i 60 euro, ma l’Unione Europea frenò l’iniziativa per il rischio di aumentare l’evasione fiscale.

Dopo quella parentesi, l’esecutivo non ha più ripreso in mano il dossier. Ora però la sentenza di Genova potrebbe costringerlo a farlo: se altre categorie dovessero rivendicare condizioni simili a quelle dei tabaccai, la normativa sul Pos potrebbe tornare al centro dell’agenda politica.

Per ora la sentenza riguarda solo i prodotti del monopolio di Stato e solo i tabaccai. Ma l’effetto domino è tutt’altro che escluso: il pronunciamento potrebbe infatti ispirare ricorsi analoghi, soprattutto da parte di esercenti con margini ridotti e costi di commissione elevati.

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