Usa e Taiwan sono convinti che entro il 2023 la Cina proverà ad attaccare Taipei: per la terza guerra mondiale potrebbe essere questione di mesi non solo a causa della Russia.
Nel 2023 ci sarà una terza guerra mondiale; la colpa però non dovrebbe essere di Vladimir Putin, o meglio non solo sua. Questa sarebbe la convinzione di Stati Uniti e Taiwan che, dopo il XX° Congresso del Partito Comunista Cinese, sembrerebbero avere meno più dubbi a riguardo.
Durante il fine settimana Xi Jinping, primo nella storia della Cina, è stato eletto per la terza volta consecutiva segretario generale del Partito Comunista Cinese; il presidente di fatto è in carica in maniera ininterrotta dal 2012.
Ma perché dopo il Congresso del Pcc adesso sono cresciuti i timori di una terza guerra mondiale? Il motivo secondo Taipei andrebbe ricercato non solo nelle parole pronunciate da Xi Jinping durante il suo discorso, ma anche nella complessa situazione economica e sociale di Pechino.
“Risolvere la questione di Taiwan è un affare del popolo cinese e spetta al popolo cinese decidere - ha dichiarato Xi nel corso del discorso di apertura del Congresso - Insistiamo sulla prospettiva di una riunificazione pacifica con la massima sincerità e i nostri migliori sforzi, ma noi non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza e ci riserveremo di prendere tutte le misure necessarie soprattutto in risposta alle forze esterne. La riunificazione completa della nostra madrepatria deve essere realizzata e sarà sicuramente realizzata”.
“La questione di Taiwan non può essere passata di generazione in generazione” ha poi aggiunto il presidente cinese, tanto che un’invasione dell’isola potrebbe arrivare già il prossimo anno: se Pechino dovesse attaccare Formosa, un soccorso militare degli Stati Uniti a Taipei sarebbe scontato come, a quel punto, lo scoppio di una terza guerra mondiale.
Terza guerra mondiale nel 2023?
Da quando lo scorso 24 febbraio la Russia ha invaso l’Ucraina, lo spettro di una terza guerra mondiale è tornato ad aleggiare sopra i cieli del Vecchio Continente. Anche le tensioni nell’Est asiatico però sembrerebbero generare delle fondate preoccupazioni a riguardo.
La colpa non sarebbe solo delle rinnovate provocazioni di Kim Jong-un, la Corea del Nord dopo una pausa coincisa con il periodo più duro del Covid ha ripreso i lanci di missili nel Mar del Giappone, ma soprattutto della questione riguardante Taiwan.
Come noto la riunificazione della Cina è un obiettivo di Pechino, con il Pcc che nel 2017 ha stabilito che il riassorbimento dell’isola deve avvenire entro il 2049; il pensiero degli Stati Uniti nell’ultimo anno è stato però che un attacco militare potesse avvenire entro il 2027.
Adesso però l’ammiraglio Mike Gilday, capo delle operazioni navali della Marina, ha rivisto il timing dell’invasione parlando con l’Atlantic Council: “Quando parliamo della possibilità che avvenga entro il 2027, io penso che la data sia già il 2022 oppure il 2023”.
Il timore di Taiwan
Le parole dell’ammiraglio Mike Gilday sono simili a quelle di Chen Ming-tong, direttore generale dell’Ufficio per la sicurezza nazionale di Taiwan, che durante un audizione al Parlamento ha espresso dei timori simili.
Per Chen infatti una guerra ci potrebbe essere già nel 2023 visto che “quando le condizioni economiche e politiche in Cina si deteriorano, come ora, loro possono avere bisogno di sviare la pressione interna e allora c’è la possibilità di un attacco a Taiwan”.
Più cauto invece Antony Blinken, anche se il segretario di Stato americano ha ammesso che una invasione della Cina potrebbe avvenire “in tempi molto più veloci di quanto si pensasse”.
Stando al Taiwan Relations Act firmato nel 1979, gli Stati Uniti si sono impegnati a difendere Formosa in caso di un attacco da parte della Cina; un dovere che è stato ribadito anche di recente in occasione della visita a Taipei della speaker Nancy Pelosi.
In parole povere, se Pechino dovesse veramente nei prossimi mesi mettere in atto un’azione militare per riprendere il possesso di Taiwan, in virtù anche della situazione in Ucraina sarebbe quasi inevitabile lo scoppio di una terza guerra mondiale.
Mala tempora currunt.
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