Terremoto: l’Unione Europea stanzierà subito 30 milioni di euro per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma. Bruxelles risponde così alle accuse arrivate dal Governo Renzi.
Terremoto: l’Unione Europea stanzierà subito 30 milioni di euro in favore della ricostruzione. I Comuni del Centro Italia beneficeranno del sostegno di Bruxelles per ricostruire i territori danneggiati e la proposta al vaglio del Parlamento europeo è quella di un finanziamento al 100%.
La solidarietà dell’Unione Europea rischia però di diventare un problema per il Governo Renzi: con la previsione di nuovi fondi stanziati in sostegno dei territori terremotati e con l’intenzione di stanziare ulteriori risorse sarebbe a rischio la possibilità di chiedere l’aumento del disavanzo a fronte di spese eccezionali.
La risposta di Bruxelles alle accuse di "tecnocrazia" lanciate dal Governo Renzi, assieme alla minaccia di porre il veto al Bilancio Ue arriva ed appare chiara: con lo stanziamento di fondi comunitari per la ricostruzione post terremoto il Governo non potrà più chiedere deroghe al patto di Stabilità. I primi 30 milioni di euro saranno solo una parte delle risorse comunitarie destinate alla ricostruzione e l’Unione Europea, in base a quanto previsto ad oggi, verrebbe a farsi carico di una parte importante delle spese necessarie.
Insomma, una buona notizia per gli abitanti dei territori colpiti dal terremoto del Centro Italia ma parallelamente la preoccupazione del Governo sulle possibili ripercussioni interne dell’intervento dell’Unione Europea sui finanziamenti alla ricostruzione.
Ecco nel dettaglio cosa è successo, i fondi dell’Ue per la ricostruzione post terremoto e i rischi per il Governo a seguito della decisione di Bruxelles.
Terremoto: 30 milioni dall’Ue alla ricostruzione. La risposta di Bruxelles alle accuse di Renzi
Tecnocrazia. Questa l’accusa lanciata dal Premier Renzi alle politiche dell’Unione Europea e, in particolare, ai limiti imposti all’Italia per quel che riguarda il rispetto delle regole del Patto di Stabilità.
La risposta di Bruxelles alle accuse del Governo italiano non esita ad arrivare e, in favore delle popolazioni terremotate e della ricostruzione arriveranno, nel giro di una settimana, i primi 30 milioni di euro da parte dell’Unione Europea.
C’è di più: si tratta soltanto della prima trance di fondi comunitari che verranno devoluti nei confronti della ricostruzione del Centro Italia e la cifra, seppur minima rispetto a quanto in realtà sarà necessario, è una risposta eloquente alle richieste dell’Italia.
I 30 milioni di euro stanziati in favore della ricostruzione rappresentano l’anticipo massimo che l’Unione Europea può devolvere a favore degli Stati comunitari e sarà integrato da ulteriori risorse dopo che lo Stato italiano avrà concluso e presentato la stima dei danni. Bruxelles, insomma, fa capire a Renzi e agli italiani che l’intransigenza dell’Ue non ha nulla a che fare con la tecnocrazia e che l’Europa intera ha a cuore la ricostruzione delle zone dilaniate dal sisma.
Adesso resta da vedere quali saranno le conseguenze per l’Italia perché con la messa a disposizione di risorse comunitarie destinate alla ricostruzione verrebbero meno le richieste e le minacce dell’Italia di derogare al Patto di Stabilità e di porre il veto al bilancio dell’Ue.
Le parole di Renzi erano state chiare, e in un’intervista concessa al Tg1 aveva affermato che l’Italia avrebbe utilizzato tutti i fondi necessari per il progetto di prevenzione antisismica, il piano Casa Italia affidato al commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. “All’Europa diciamo che quello che serve per questa cosa lo prendiamo, punto. E’ un progetto che riguarda tutto il Paese, che va fatto tutti insieme, quello di riuscire a prevenire anziché curare”,
Per il piano Casa Italia la risposta dell’Unione Europea era stata tutt’altro che accondiscendente. Sì alla flessibilità e alle deroghe al rispetto del Patto di Stabilità ma soltanto per i costi necessari alla ricostruzione delle zone terremotate.
Adesso il botta e risposta tra Ue e Governo apre un ulteriore capitolo. Con lo stanziamento dei fondi comunitari per la ricostruzione Bruxelles risponde alle critiche mosse dal Governo Renzi e, tra le misure, anche la modifica del regolamento relativo alla politica di coesione per il periodo 2014-2020 inserendo la possibilità di finanziare al 100% le operazioni di ricostruzione utilizzando il Fondo europeo di sviluppo regionale. Vediamo di cosa si tratta.
Terremoto: ricostruzione finanziata dall’Ue. Ecco la proposta
L’Unione europea si propone come principale finanziatrice delle operazioni di ricostruzione post-terremoto del Centro Italia. I 30 milioni di euro che saranno messi a disposizione dell’Italia in una settimana riguardano soltanto un acconto della cifra che verrà destinata alle opere di ricostruzione e di recupero del patrimonio artistico.
Il Commissario europeo alle Politiche regionali, Corina Cretu, ha proposto di modificare il regolamento sulla politica di coesione 2014-2020 e di prevedere un cofinanziamento al 100% da parte dell’Unione Europea utilizzando le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale.
La proposta è stata approvata dalla riunione dei commissari dell’Unione Europea e dovrà ricevere il via libera definitivo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.
Inoltre, ci sono altri 1,6 miliardi di euro in ballo, ovvero le risorse extra della politica di coesione che l’Italia dovrà ricevere per gli effetti della crisi. La proposta dell’Ue è di utilizzare la dotazione finanziaria non solo per la ricostruzione ma anche per progetti relativi all’accoglienza dei migranti, lotta alla disoccupazione giovanile e crescita del lavoro.
Una notizia che non può che essere accolta con favore dagli italiani e dalle istituzioni ma che pone nuovi interrogativi. Con la proposta di finanziare al 100% le operazioni di ricostruzioni e di stanziare fondi per l’accoglienza dei migranti e l’occupazione giovanile all’Italia risulterebbe sempre più difficile giustificare l’aumento del disavanzo per spese eccezionali e la possibilità di deroga al Patto di Stabilità diventerebbe sempre meno plausibile.
La discussione sarà, inevitabilmente, posticipata. Per il Governo ulteriore banco di prova sarà il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Resta da vedere quali saranno le mosse future di Renzi e quali le conseguenze e le reali motivazioni della scelta dell’Unione europea di finanziare la ricostruzione con i fondi comunitari.
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