La tassa sui contanti favorirà le banche a discapito dei commercianti?

C. G.

17/09/2019

17/09/2019 - 14:19

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La tassa sui contanti potrebbe favorire le banche italiane, ma non i commercianti

La tassa sui contanti favorirà le banche a discapito dei commercianti?

L’introduzione di una tassa sui contanti potrebbe rivelarsi un vero e proprio regalo per le banche italiane.

Nelle ultime settimane si è molto parlato della proposta che potrebbe vedere la luce già dal prossimo 1° gennaio.

Confindustria, ad esempio, si è espressa positivamente sulla possibilità di concretizzare la citata tassa sui contanti volta a frenare l’evasione. La reazione di Confesercenti invece non è stata altrettanto positiva. La paura è che la novità finirà per rivelarsi una vera e propria stangata sui consumi.

Come la tassa sui contanti aiuterà le banche italiane a discapito degli esercenti

Secondo una recente analisi pubblicata da Business Insider - che ha preso in esame i documenti delle banche italiane - queste ultime possono arrivare ad incassare commissioni particolarmente elevate (fino al 9%) sugli acquisti effettuati tramite bancomat o carte di credito.

A questi dati, però, vanno aggiunti anche quelli riguardanti l’affitto del POS, le manutenzioni e le spese una tantum. Risulta chiaro che l’introduzione di una tassa sui contanti volta ad agevolare le transazioni tramite carta non farebbe che incrementare gli introiti delle banche italiane.

Il tutto, ovviamente, a discapito degli esercenti, costretti a pagare commissioni e oneri più elevati.

“La UE ha imposto un tetto alle commissioni interbancarie, ma gli istituti italiani aggiungono costi su costi rendendo carissimo il rispetto della legge.”

Queste le dichiarazioni di un commerciante riportate dal sito.

L’introduzione della tassa sui contanti mirerebbe a frenare l’evasione fiscale, un obiettivo certamente nobile, che tuttavia potrebbe finire per rivelarsi un vero e proprio regalo alle banche e una tegola sui commercianti.

I dati

Secondo quanto definito dalla normativa europea, su ogni transazione effettuata tramite bancomat viene applicata una commissione dello 0,2%, mentre sulle operazioni compiute con carta di credito una dello 0,3%.

In realtà, ha continuato l’indagine, i commercianti italiani non pagano mai così poco. In media la percentuale si aggira intorno allo 0,9% (lo 0,54% finisce nelle casse dei circuiti quali Visa, Mastercard e così via).

Il conteggio peggiora se si prendono in esame i piccoli esercenti, costretti a pagare in media commissioni dell’1,32% sulle operazioni in bancomat e carte. In questo caso è lo 0,78% a finire nella pancia delle banche italiane.

Una precisazione è comunque d’obbligo: il calcolo della media non è da considerarsi puro e inattaccabile poiché esso non prende in considerazione i cosiddetti costi fissi accessori come l’affitto del POS né i margini discrezionali usati da ciascun istituto nella negoziazione del contratto con il cliente.

In linea generale però la domanda emersa dall’indagine è stata evidente: la tassa sui contanti non farà che peggiorare le cose per gli esercenti migliorandole invece per le banche italiane?

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# Tasse

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