Supplenze Gps, ministero condannato per l’algoritmo: si torna alle convocazioni in presenza?

Teresa Maddonni

25 Ottobre 2023 - 20:48

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L’algoritmo delle supplenze Gps ha fallito e il ministero dell’Istruzione e del merito deve risarcire un docente che ha perso un incarico annuale: la sentenza del Tribunale di Milano.

Supplenze Gps, ministero condannato per l’algoritmo: si torna alle convocazioni in presenza?

Il ministero dell’Istruzione e del merito è stato condannato per le supplenze Gps a causa dell’algoritmo. Si tornerà alle convocazioni in presenza?

Il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza in seguito alla quale il ministero di viale Trastevere dovrà risarcire un docente, ricorrente con Uil Scuola Rua, per una mancata attribuzione di una supplenza annuale perché “saltato” dall’algoritmo.

Le supplenze da Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) per incarichi annuali al 30 giugno o al 31 agosto vengono attribuite ormai da tre anni con una procedura informatica, un algoritmo, che incrocia la disponibilità delle scuole alle preferenze espresse dai docenti. Le assegnazioni seguono l’ordine decrescente partendo dai punteggi più alti in graduatoria.

È accaduto spesso, tuttavia, che l’algoritmo abbia scavalcato insegnanti con punteggi alti per assegnare una data supplenza a chi andava a ricoprire una posizione più bassa in graduatoria. Questo è quanto è successo al ricorrente presso il Tribunale di Milano che dovrà ottenere un risarcimento dal Mim.

Supplenze Gps, ministero condannato per l’algoritmo: la sentenza

Il Tribunale di Milano ha emesso la sentenza che condanna il Mim a un risarcimento per una cattiva attribuzione delle supplenze dalle Gps.

L’insegnante ricorrente con Uil Scuola Rua Lombardia, come lo stesso sindacato comunica, aveva presentato ricorso per essere stato saltato dall’algoritmo che conferisce l’incarico. Il Tribunale ha dato ragione al docente che dovrà pertanto ottenere, come espresso dal giudice, un incarico di supplenza con contratto a tempo determinato annuale o fino al termine delle attività didattiche e per cattedra completa, quindi per 18 ore, in una delle sedi disponibili nell’ambito territoriale di Milano, “nel rispetto dell’ordine di preferenze ivi indicato, in virtù del maggior punteggio dal docente posseduto.”

Ma il tribunale non si ferma qui, perché il ministero dovrà risarcire il docente anche per l’annualità di servizio persa per l’errore dell’algoritmo nella precedente attribuzione delle supplenze da Gps. Il docente infatti ha diritto a 12 punti per l’incarico annuale mancato, e dovrà essere risarcito “per tutte le retribuzioni maturate e non percepite a seguito della mancata stipulazione del contratto; risarcimento comprensivo di ratei di tredicesima mensilità e Tfr.”

Non solo, il Mim dovrà anche pagare 3.500 euro di spese legali.

Supplenze Gps, ministero condannato per l’algoritmo: si torna alle convocazioni in presenza?

È da quando il sistema informatico per il conferimento delle supplenze da Gps è stato introdotto che i docenti inseriti nelle graduatorie provinciali denunciano errori e mancate attribuzioni di incarichi al 30 giugno o al 31 agosto.

Da almeno tre anni, infatti, si susseguono i ricorsi per gli errori o semplicemente per il funzionamento dell’algoritmo che non si baserebbe, a detta di alcuni, sull’equità. Da quando l’algoritmo è stato introdotto sono tantissimi i docenti che chiedono che le convocazioni possano tornare in presenza presso gli Uffici scolastici regionali rinunciando, specie chi deve attraversare l’Italia per prendere servizio nelle scuole, alla comodità di e-mail e bollettini.

La sentenza di Milano potrebbe favorire un ripensamento del ministero riportando le convocazioni in presenza per l’attribuzione delle supplenze da Gps? Il sindacato Uil Scuola Rua Lombardia, che ha guidato la vertenza del docente che ha battuto il ministero a Milano, vede nella sentenza l’occasione per tornare al passato. Ha commentato infatti Abele Parente, segretario generale della Uil Scuola Rua Lombardia:

Le nomine dei docenti devono tornare in presenza o finiremo per intasare il tribunale.

Se il ministero non vorrà tornare in presenza, accogliendo le sollecitazioni che vengono da più parti, può sempre ripensare al sistema favorendo un “ripescaggio” dei docenti che vengono saltati in un primo momento.

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