Superbonus 110%, contratto firmato e lavori non avviati? Occhio alla truffa nel Cassetto Fiscale

Anna Maria D’Andrea

19/01/2022

25/10/2022 - 11:57

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Superbonus 110%, occhio alla truffa: in caso di contratto firmato e lavori non ancora avviati, è bene controllare la presenza di fatture per operazioni inesistenti nel proprio Cassetto Fiscale. Un caso di frode è stato scovato dalla Guardia di Finanza.

Superbonus 110%, contratto firmato e lavori non avviati? Occhio alla truffa nel Cassetto Fiscale

Superbonus 110%, contratto firmato ma lavori non avviati?

Se l’impresa è sparita dopo aver completato l’iter burocratico per l’accesso al superbonus 110% è bene prestare attenzione, per evitare di incappare in truffe architettate con il fine di incassare crediti fiscali su fatture relative ad operazioni inesistenti.

I nuovi controlli previsti dal decreto legge anti-frode, poi accorpato alla Legge di Bilancio 2022, non hanno allontanato del tutto il rischio di truffe ai danni dello Stato e dei cittadini.

È esemplificativo in tal senso quanto riportato nel comunicato stampa della Guardia di Finanza del 19 gennaio 2022, che informa sulla truffa da 110 milioni di euro scovata nell’ambito della cessione del credito relativa a lavori rientranti nel superbonus 110%.

Un sistema fraudolento che prevedeva il coinvolgimento di più soggetti, con a capo un Consorzio che tramite una rete di procacciatori si proponeva nei confronti di privati per effettuare lavori ammessi al maxi sconto fiscale.

Dopo la stipula dei contratti per l’appalto lavori e per la cessione del credito, e dopo la consegna dei documenti necessari, i rapporti si interrompevano bruscamente, senza l’esecuzione dei lavori preventivati.

In casi come questo è quindi bene consultare il proprio Cassetto Fiscale sul sito dell’Agenzia delle Entrate, per scongiurare l’ipotesi di frode.

Superbonus 110%, contratto firmato e lavori non avviati? Occhio alla truffa nel Cassetto Fiscale

Il comunicato stampa pubblicato dalla Guardia di Finanza il 19 gennaio 2022 consente di definire alcuni aspetti caratterizzanti delle frodi attuate in materia di superbonus 110% e nell’ambito della cessione del credito.

Il caso specifico riguarda un Consorzio operante nel settore edilizio, nei confronti dei quali la Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito un sequestro preventivo d’urgenza di circa 110 milioni di euro di crediti d’imposta relativi al superbonus, effettuando tra l’altro perquisizioni e sequestri nei confronti di altri soggetti che sarebbero coinvolti nella truffa.

Perquisizioni e sequestri hanno riguardato in totale 21 persone fisiche e 3 società. Sono stati inoltre eseguiti sequestri preventivi presso 16 soggetti (istituti finanziari, società e persone fisiche).

Un’attività nata dall’analisi del rischio effettuata dall’Agenzia delle Entrate sul superbonus 110%, nell’ambito dei controlli sulle frodi in materia di cessione del credito, che mette in chiaro il meccanismo utilizzato per aggirare le regole.

Nello specifico, il Consorzio si sarebbe proposto verso privati cittadini per l’esecuzione di lavori rientranti nel superbonus. Dopo la stipula dei contratti relativi all’ “appalto lavori con cessione del credito d’imposta”, ottenuti i documenti necessari, venivano interrotti i rapporti.

Alla stipula del contratto non seguiva, sostanzialmente, l’esecuzione dei lavori. Il contratto era però necessario per l’emissione di fatture relative a operazioni inesistenti nei confronti dei committenti, in cui si indicava uno stato di avanzamento lavori pari al 30%, “lasciapassare” per la cessione del credito d’imposta.

Ed è solo dopo le indagini effettuate dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate che i contribuenti, consultando il proprio Cassetto Fiscale, riscontravano la presenza di fatture emesse per lavori in realtà mai eseguiti.

Superbonus 110%, la truffa della cessione del credito su fatture per lavori mai eseguiti

Alle fatture riportate nel Cassetto Fiscale, relative ad operazioni inesistenti per lavori mai avviati, erano associate operazioni di cessione del credito effettuate a favore del Consorzio.

Ed è qui che entrano in gioco i “professionisti” coinvolti nella frode. Le comunicazioni per la cessione del credito, come previsto per legge, riportavano il visto di conformità del commercialista, così come risultavano trasmesse all’ENEA le asseverazioni tecniche relative ai lavori svolti, seppur piene di anomalie.

La collaborazione in ottica fraudolenta con i professionisti coinvolti ha consentito al Consorzio di beneficiare di 109 milioni di crediti d’imposta relativi al superbonus 110%, ceduti a intermediari finanziari per un ammontare pari a oltre 83 milioni di euro.

La circolazione dei crediti è stata bloccata dalla Procura della Repubblica di Napoli, dopo le indagini eseguite su diversi territori, e in particolare in Abruzzo, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Veneto.

Quel che è certo è che resta alta l’attenzione in merito alle truffe legate alla cessione del credito, sulle quali sono invitati a vigilare anche i singoli contribuenti che intendono beneficiare del superbonus 110%.

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