Sud Italia, pochi contagi grazie a scudo genetico: la tesi degli scienziati

Martino Grassi

29 Maggio 2020 - 10:48

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Lo ’scudo genetico’ dei meridionali ha protetto il Sud Italia dalla diffusione del virus. Lo sostiene uno studio americano che ha indagato i fattori che hanno favorito l’epidemia nel nostro Paese.

Sud Italia, pochi contagi grazie a scudo genetico: la tesi degli scienziati

I pochi contagi al Sud Italia sarebbero dovuti a un particolare scudo genetico che ha protetto i meridionali dalla diffusione del coronavirus, diversamente da quanto accaduto nelle regioni del Nord. A sostenere questa ipotesi è uno studio statunitense, condotto tra gli altri anche da un ricercatore italiano, Antonio Giordano, trasferitosi negli USA.

La ricerca deve ancora essere validata, ma “prima di trarre conclusioni certe” i ricercatori fanno sapere che si fonda su “solide basi scientifiche” spiegando come il virus faccia delle distinzioni su base genetica.

Sud Italia: pochi contagi grazie alla genetica

Il Sud del paese è stato meno colpito dall’epidemia: la maggior parte delle regioni a contagi zero sono al meridione (tra queste Calabria e Basilicata) e la prima città COVID-free italiana è in Sicilia. Gli scienziati avanzano ora la tesi secondo cui a proteggere i cittadini del Sud Italia dall’epidemia sia stata una fortuna genetica.

L’ipotesi è che esista una forma di difesa stampata nel codice della vita, un assetto genetico protettivo” nei confronti delle manifestazioni più gravi del virus, continua Giordano.

La ricerca dello scienziato è iniziata nel periodo di lockdown, durante il quale ha cercato di analizzare “le possibili cause dell’alto tasso di infezione e mortalità in Italia”, e ha avviato diverse collaborazioni con altri ricercatori di altri settori come Pierpaolo Correale e Rita Emilena Saladino del Grand Metropolitan Hospital di Reggio Calabria, Giovanni Baglio del ministero della Salute, Francesca Pentimalli dell’Istituto tumori di Napoli e Patrizia Maiorano dell’università di Siena.

Dalle loro analisi sono emerse le principali caratteristiche del decorso clinico della malattia, in cui hanno evidenziato anche i possibili meccanismi molecolari responsabili della manifestazione grave del contagio, incentrandosi “sul sistema Hla (antigene leucocitario umano), che ha un ruolo chiave nel modellare la risposta immunitaria antivirale, sia innata sia acquisita”.

Il ruolo dei fattori ambientali e genetici

Secondo la teoria dunque “uno specifico assetto genetico, costituito da particolari varianti dei geni Hla, potrebbe essere alla base della suscettibilità alla malattia da Sars-CoV-2 e della sua severità”.

Giordano risponde anche alle critiche mosse al suo lavoro, che obiettano il fatto che molti cittadini provenienti dal Sud vivono ormai da generazioni al Settentrione, affermando che esistono delle complesse interazioni tra genetica e ambiente. “Dobbiamo considerare anche una serie di fattori importanti che stiamo esaminando, non ultimo il possibile ruolo dell’inquinamento da polveri sottili”.

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