Affitti brevi, stretta del Governo: addio alla cedolare secca

Rosaria Imparato

5 Marzo 2020 - 16:06

condividi

Affitti brevi, in arrivo la stretta del Governo su chi affitta più di tre appartamenti: verrà tassato come imprenditore e dirà addio alla cedolare secca. Vediamo quali sono le novità del ddl Turismo attualmente in studio, come i nuovi criteri per la tassa di soggiorno e il codice identificativo.

Affitti brevi, stretta del Governo: addio alla cedolare secca

Affitti brevi, tante le novità in arrivo a cui il Governo sta lavorando. Il testo del ddl Turismo collegato alla Legge di Bilancio e proposto dal Ministero dei Beni Culturali ha in serbo una stretta per chi si occupa di locazioni brevi, come l’addio alla cedolare secca.

Il ddl Turismo, che nella sua versione in bozza è costituito da 18 articoli, si occupa di tre ambiti: turismo, imprese culturali e spettacolo.

Novità e smentite continuano a susseguirsi: ad esempio, sembra tornata in auge la prima versione del ddl Turismo, quella in cui chi affitta più di tre case sarà considerato come un imprenditore.

Lo scopo è quello di stringere i paletti intorno ai titolari di partita IVA: con il cambio del tipo di tassazione, infatti, si perde l’agevolazione della cedolare secca.

Tra le novità, c’è l’obbligo del codice indentificativo: anche i proprietari di immobili destinati ad affitti brevi sono tenuti a pubblicarlo negli annunci pubblicitari.

L’iter legislativo per il ddl Turismo è ancora lungo, visto che potrebbe diventare legge tra giugno e settembre, ma considerando la situazione di emergenza sanitaria attuale, che rischia di mettere in ginocchio l’economia italiana, verrebbe da chiedersi quali siano le misure che il Governo ha intenzione di prendere riguardo il settore turistico.

Sono tantissime le strutture che stanno ricevendo disdette di prenotazioni, non solo per le vacanze di questi giorni, ma anche nel lungo periodo: il rischio, se si continua così, è che salti la stagione estiva, con conseguenze gravissime per chi opera nel settore.

Affitti brevi, stretta del Governo: addio alla cedolare secca

È in arrivo una stretta sugli affitti brevi. Il Governo sta lavorando al disegno legge sul Turismo, con cui ha intenzione di introdurre un’importante novità nel panorama delle locazioni turistiche.

Tra gli obiettivi che il Ministero dei Beni Culturali si è posto c’è:

  • lottare contro l’abusivismo;
  • promuovere un turismo sostenibile;
  • evitare la desertificazione delle aree interne;
  • aiutare le imprese culturali e creative.

L’iter legislativo è ancora lungo, ma già sono tante le novità e le smentite che si susseguono.

Una delle maggiori novità riguarda i privati cittadini che affittano più di tre case, i quali saranno equiparati fiscalmente a un’impresa.

Così facendo, scatta per loro la definizione di attività imprenditoriale, anche per chi affitta tramite piattaforme come Airbnb, Homeaway o Booking: la conseguenza immediata è la perdita del diritto alla cedolare secca.

I numeri intorno al giro d’affari degli affitti brevi sono esorbitanti: solo per Airbnb è stato superato il tetto dei 2 miliardi di euro, ma le casse statali vedono solo le briciole.

Lo scopo della proposta normativa di Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo, è quello di stringere i paletti intorno ai titolari di partita IVA che, grazie agli affitti brevi, sono diventati dei veri e propri imprenditori, ma senza pagare la giusta tassazione:

“Il fenomeno ha portato anche un tipo di turismo interessante, a cui l’Italia non può rinunciare, ma va regolato. Non è possibile che ci sia chi finge di avere Airbnb e invece è un’attività d’impresa mascherata. Il governo sta lavorando a una norma che distingue chi affitta nello spirito originario di Airbnb, cioè solo il proprio appartamento, e chi invece maschera una normale attività d’impresa.”

Si punta quindi a far pagare più tasse a chi affitta più di tre case: dal 2021 dovrà rinunciare alla cedolare secca, ovvero la tassazione agevolata con l’aliquota del 21%.

Stretta sugli affitti brevi, cosa prevede il disegno di legge sul turismo

Il disegno legge sul turismo, collegato alla Legge di Bilancio, prevede una serie di misure non solo per il turismo, ma anche su cinema e spettacolo.

Oltre all’addio alla cedolare secca per chi affitta più di tre unità immobiliari, c’è anche un’altra novità per chi si occupa di locazioni brevi: il codice identificativo.

In pratica, il codice identificativo deve essere presente sugli annunci pubblicati sui vari portali online.

I dati verranno comunicati automaticamente all’Agenzia delle Entrate, in modo che i controlli in chiave antievasione saranno più facili.

Ad oggi, quest’obbligo riguarda già i soggetti titolari di strutture ricettive, chi esercita attività di intermediazione immobiliare e i soggetti che gestiscono portali telematici.

Tra le misure più importanti, la bozza del ddl prevede la definitiva stabilizzazione del credito d’imposta sulle spese per la ristrutturazione (al 65%) e di quello per digitalizzazione (al 30%) di alberghi e strutture ricettive.

Le risorse stanziate dal 2021 non sono proprio ingenti: ammontano a 20 milioni all’anno per le spese di ristrutturazione e 5 milioni all’anno per quelle di digitalizzazione.

Si lavora anche sulla revisione della tassa di soggiorno, che in base alle nuove modifiche potrà essere decisa dai Comuni, e non solo dai capoluoghi di provincia.

L’importo dovrà essere calcolato con nuovi parametri, ovvero “in valore percentuale al prezzo effettivamente corrisposto” per la camera d’albergo o la casa affittata, e comunque non potrà essere superiore al 10%.

Secondo i nuovi criteri della bozza del ddl, non potrà in ogni caso superare la soglia dei 5 euro per notte di soggiorno a persona, a differenza di quanto proposto in un emendamento al Decreto Fiscale, ovvero aumentare la tassa di soggiorno a 10 euro nelle città che hanno un flusso di turisti venti volte superiore a quello dei residenti.

È prevista, inoltre, la responsabilità del gestore della struttura ricettiva per il pagamento dell’imposta.

Nei casi di pagamento omesso, ritardato o parziale è prevista una sanzione fino al triplo del dovuto.

La norma sarà inserita nel decreto collegato al Turismo e potrebbe diventare legge tra giugno e settembre.

Iscriviti a Money.it