Stipendio non pagato, come farne richiesta all’Inps

Simone Micocci

14 Agosto 2025 - 16:28

In caso di stipendi non pagati (e Tfr) il lavoratore può farne richiesta anche all’Inps. Ecco quando è possibile e come fare.

Stipendio non pagato, come farne richiesta all’Inps

Non tutti sanno che si può fare richiesta dello stipendio non pagato dal datore di lavoro direttamente all’Inps, con la garanzia di ricevere almeno parte della retribuzione spettante.

Ciò, tuttavia, è possibile soltanto a determinate condizioni e comunque entro alcuni limiti. La via prioritaria per il pagamento degli stipendi non pagati deve infatti sempre essere l’azione contro il datore di lavoro, l’unico debitore. Soltanto in caso di inadempienza si potrà tutelare il proprio diritto rivolgendosi all’Inps. Vediamo quando e come fare.

Quando si può chiedere all’Inps lo stipendio non pagato

Il pagamento dello stipendio è un dovere che ricade sul datore di lavoro, di conseguenza non è possibile richiederlo subito all’Inps, a meno di avere un rapporto subordinato con lo stesso Istituto.

La competenza dell’Inps sorge soltanto quando il datore di lavoro è insolvente e il dipendente non ha alcun mezzo per recuperare le somme spettanti. È infatti l’Inps a gestire il Fondo di garanzia, necessario a tutelare i lavoratori, almeno parzialmente, dalla conseguenza dell’insolvenza del datore. L’Inps non si fa carico del debito del datore di lavoro che non vuole pagare, né ha delle responsabilità in merito che gli impongano di provvedere al pagamento per poi ottenere il rimborso.

L’Istituto assolve invece a una funzione di garanzia dei diritti fondamentali dei lavoratori, pagando quando non c’è altra soluzione. Nel concreto, l’intervento del Fondo di garanzia è possibile a seguito di procedure concorsuali (fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa o amministrazione straordinaria) oppure, per le aziende non soggette a liquidazione giudiziaria, dopo l’infruttuoso tentativo di recupero. In entrambi i casi, il rapporto di lavoro deve essere cessato.

Cosa deve fare il lavoratore

La richiesta all’Inps per gli stipendi non pagati è piuttosto semplice e veloce, a differenza della procedura da attuare preventivamente. Innanzitutto, il lavoratore deve pretendere il pagamento degli stipendi arretrati ed eventuali altri crediti agendo in giudizio, al fine di attivare il pignoramento.

Ciò consentirà di obbligare il datore di lavoro a pagare gli importi dovuti e, altrimenti, a riscuotere coattivamente le somme attraverso il pignoramento sui conti correnti e la vendita dei beni. Il procedimento è più lungo di quanto si potrebbe immaginare, soprattutto all’inizio se il datore contesta il debito. Difficilmente, tuttavia, si arriva fino all’espropriazione dei beni quando c’è la possibilità di pagare. In ogni caso, l’unico ostacolo al funzionamento di questa procedura è l’assenza di beni idonei.

A questo punto gli ex dipendenti creditori possono provare a contestare lo stato patrimoniale dell’azienda (per esempio, opponendosi a possibili donazioni fraudolente, redditi neri e così via) o (anche successivamente) chiedere il fallimento dell’azienda in tribunale. Il giudice potrà emanare una sentenza di liquidazione giudiziale, consentendo ai lavoratori di presentare la richiesta di pagamento degli stipendi al curatore. Proprio a questo punto interviene il Fondo di garanzia dell’Inps, a copertura degli ultimi tre stipendi più il Trattamento di fine rapporto.

In mancanza di presupposti per il fallimento (o se l’azienda non è fallibile) il pignoramento negativo autorizza la richiesta all’Inps, purché il lavoratore abbia agito con diligenza nel tentativo di recuperare il credito, sollecitando il pagamento.

Come fare richiesta e limiti

Il Fondo di garanzia dell’Inps può pagare, per tutti i lavoratori subordinati per i quali le aziende devono versare i contributi, compresi apprendisti, dirigenti d’azienda industriale, giornalisti iscritti e rispettivi eredi. Sono invece esclusi, oltre ovviamente agli autonomi:

  • dipendenti aziende agricole con Tfr gestito da Enpaia;
  • impiegati e dirigenti di enti pubblici;
  • iscritti a fondi diversi;
  • collaboratori parasubordinati.

Il limite di pagamento dell’Inps corrisponde invece a tre mensilità di stipendio, calcolato sull’importo massimo mensile alla data di cessazione del rapporto di lavoro e comunque entro il triplo dell’indennità ordinaria di cassa integrazione straordinaria. Non sono però indennizzabili tutte le voci accessorie tra cui premi, indennità di preavviso, risarcimenti extra, ferie non godute, come neanche le spese processuali o i risarcimenti. L’Inps si occupa inoltre integralmente del versamento del Tfr.

Come comunicato dal messaggio n. 2172 del 7 luglio 2025 dell’Inps, la richiesta al Fondo di garanzia può essere fatta anche in forma telematica dall’apposito servizio online autenticandosi con identità digitale, oppure attraverso i patronati.

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