Stati Generali dell’Economia al via: come rilanciare l’Italia

Violetta Silvestri

13/06/2020

14/01/2021 - 12:05

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Al via gli Stati Generali dell’Economia. Nell’affascinante cornice di Villa Pamphilj a Roma, il presidente del Consiglio ha inaugurato la settimana di confronto politico ed economico. Ecco cosa ha detto Conte stamattina

Stati Generali dell’Economia al via: come rilanciare l’Italia

Gli Stati Generali dell’Economia hanno preso il via oggi sabato 13 giugno. Giuseppe Conte ha inaugurato l’intensa settimana di incontri e dibattiti sul futuro dell’Italia, con un discorso incentrato sul titolo dell’evento: “Progettiamo il Rilancio”.

Uno slogan che è l’obiettivo primario del Governo, intenzionato a trovare la giusta ricetta per far ripartire il Paese dopo lo stallo della crisi da epidemia.

Nonostante la polemica con l’opposizione, che ha annunciato di non partecipare al tavolo di dibattito di Villa Pamphilj, il primo ministro crede molto nell’utilità degli Stati Generali dell’Economia.

Le motivazioni le ha spiegate lui stesso nel suo discorso di apertura dell’evento.

Conte agli Stati Generali dell’Economia: “shock senza precedenti, ma un piano c’è”

Il presidente del Consiglio ha inaugurato quella che l’evento che lui stesso ha definito un:

“intenso dialogo e un’interlocuzione che il Governo italiano intende realizzare con tutte le forze economiche, politiche, sociali e culturali del Paese, perché siamo chiamati, noi come altri Paesi, ad affrontare uno snodo fondamentale per l’economia.”

Giuseppe Conte ha aperto la settimana di confronto ricordando innanzitutto che lo shock causato dalla crisi è stato forte, innegabile, con segni visibili su vari fronti. I costi sono stati umani, sociali, economici e la normalità non sarà quella del periodo pre-coronavirus.

L’Italia, ha ammesso lo stesso primo ministro, è in affanno, anche perché:

“sono vent’anni che fatica a tenere il passo delle altre economie avanzate. Perché sconta dei tassi di crescita del prodotto lordo e della produttività che sono al di sotto della media europea, ha subìto delle conseguenze negative più intense rispetto altri Paesi europei, le conseguenze a seguito della crisi finanziaria del 2009, poi della crisi dei debiti sovrani di due anni più tardi”

Come rilanciare, quindi, il Paese di nuovo abbattuto dalla crisi? Il presidente del Consiglio, dopo aver ricordato che il suo Governo ha messo in campo uno sforzo in rapporto al PIL secondo solo alla Germania, ha affermato che occorre un progetto coraggioso.

Due i pilastri per raggiungerlo: il dialogo e il coinvolgimento “di tutte le forze politiche, sociali e produttive del Paese”. E, ancora, attraverso lo sforzo europeo.

Nella giornata proprio dedicata alle istituzioni UE, Conte ha insistito sull’utilità della collaborazione comunitaria e sullo strumento del Recovery Fund.

Il piano di rilancio Italia: le tre linee strategiche

Un’idea su come poter far ripartire il Paese il Governo ce l’ha già. E il presidente del Consiglio ha voluto proprio scandirlo nel discorso di inaugurazione degli Stati Generali dell’Economia.

Poiché, a detta del Governo, l’occasione della crisi deve essere sfruttata per cambiare il meglio l’Italia, le linee strategiche sulle quali puntare adesso sono tre.

Le ha così elencate Conte: modernizzazione del Paese, transizione ecologica, inclusione sociale, territoriale e di genere.

Nello specifico, modernizzare significa soprattutto puntare su una Pubblica Amministrazione “più efficiente e digitalizzata”. E favorire innovazione e produttività su larga scala nel Paese.

Poi, c’è l’ambizione sulla politica per un ambiente più pulito, con l’intento di:

“ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo, e poi dobbiamo migliorare l’efficienza energetica dell’economia e la qualità dell’aria nei centri urbani, dobbiamo ripulire le acque interne e marine”.

E Conte ha insistito anche sulla parola, e sul tema, dell’inclusione. Gli obiettivi sono alti e riguardano la disuguaglianza sociale, le infrastrutture e il gap Nord-Sud, le donne, l’accesso all’istruzione e la sanità.

Tutto molto ambizioso, a detta dello stesso primo ministro. L’intento, però, è di costruire progetti concreti.

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