Spiato il conto corrente Intesa Sanpaolo di Giorgia Meloni. La banca è sicura?

Redazione

10/10/2024

Il conto corrente Intesa Sanpaolo di Giorgia Meloni - e di altri politici e ministri - è stato spiato da un dipendente Intesa Sanpaolo poi subito licenziato. Possiamo sentirci al sicuro?

Spiato il conto corrente Intesa Sanpaolo di Giorgia Meloni. La banca è sicura?

Il conto corrente Intesa Sanpaolo di Giorgia Meloni è stato spiato da un ex dipendente dell’istituto, licenziato in tronco dalla banca lo scorso 8 agosto subito dopo l’apertura del procedimento disciplinare.

L’ex dipendente in oltre due anni avrebbe effettuato quasi 7.000 accessi abusivi che hanno riguardato i conti correnti non solo del premier, ma anche di Arianna Meloni, dell’ex compagno della premier Andrea Giambruno, del presidente del Senato, Ignazio La Russa, di ministri come Daniela Santanchè, Guido Crosetto e Raffaele Fitto, oltre ai presidenti di Regione Michele Emiliano e Luca Zaia.

Spiati anche i conti Intesa Sanpaolo del procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, e di diversi ufficiali dell’Arma e della Guardia di Finanza. L’elenco però è molto più lungo e comprenderebbe tanti normali cittadini, compresi diversi sportivi.

Sarcastico è stato il commento di Giorgia Meloni affidato a un post social che la ritrae sorridente insieme alla sorella Arianna - “dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano” - ma la vicenda è molto seria. Resta da capire il movente dell’ex dipendente: semplice curiosità oppure dietro c’è altro?

A dare notizia dell’accaduto è stato Domani, con il quotidiano che ha parlato di “un procedimento di indagine, ancora in corso, da parte della procura di Bari che potrebbe avere esiti esplosivi”.

Come è stato spiato il conto corrente Intesa Sanpaolo di Giorgia Meloni

Giorgia Meloni da tempo è stata descritta alle prese con una sorta di “sindrome dell’accerchiamento”, tanto che a Palazzo Chigi avrebbe anche allontanato gli agenti di scorta dal suo piano proprio per paura di possibili talpe. Stessa cosa per il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che stando ai giornali non vorrebbe cellulari durante gli incontri con politici.

Nel pieno di questa fobia collettiva dei dossier che starebbe serpeggiando tra i palazzi del governo, a Giorgia Meloni - come a tutti gli altri involontari protagonisti di questa vicenda - non avrà fatto molto piacere apprendere che il suo conto corrente è stato spiato da un ex dipendente di Intesa Sanpaolo.

Sta di fatto che, sempre in base a quanto si apprende, gli accessi abusivi ai conti correnti per mano del dipendente del gruppo sarebbero stati quasi settemila - si legge su Domani -. Realizzati tra il 21 febbraio del 2022 e il 24 aprile del 2024, avrebbero più in particolare riguardato gli oltre tremilacinquecento clienti portafogliati di 679 filiali di Intesa Sanpaolo, sparse in tutta Italia”.

Gli inquirenti però ancora non saprebbero dare una risposta al perché l’ex dipendente della banca abbia deciso di effettuare questa gran mole di accessi abusivi ai conti correnti, con l’uomo che ora rischierebbe molto visto che potrebbe essere accusato di “aver violato norme sulla privacy e la segretezza di dati ipersensibili”.

Intesa Sanpaolo è sicura?

Essendo coinvolte personalità come la premier Giorgia Meloni, la sorella Arianna, il presidente del Senato, diversi ministri e presidenti di regione oltre che procuratori e ufficiali, questa indagine sta avendo un forte eco mediatico.

A cercare di ricostruire l’accaduto è stato sempre Domani: “L’indagine è partita quasi per caso. Grazie al lavoro della sicurezza della banca, che si è accorta che qualcosa non andava. E a una denuncia parallela fatta da un correntista di una filiale del Gruppo Intesa Sanpaolo situata a Bitonto, in provincia di Bari. L’uomo avrebbe riferito agli inquirenti di essere stato a sua volta informato dell’elevato numero di accessi informatici che erano stati effettuati da ‘qualcuno’ sul proprio conto corrente: ad avvisarlo sarebbe stato direttamente il direttore della filiale di Bitonto. Insospettito della circostanza, quindi, il correntista si sarebbe recato immediatamente a sporgere querela davanti alle autorità competenti. Da qui gli accertamenti della procura di Bari, coadiuvata dai carabinieri, presso la sede legale di Intesa Sanpaolo spa, tra l’altro tra i principali gruppi bancari in Europa e pure leader in Italia nei settori del retail, del corporate e del wealth management”.

Intesa Sanpaolo come ha scoperto il tutto ha licenziato in tronco il suo dipendente lo scorso 8 agosto dopo l’apertura di un apposito procedimento disciplinare. Ma possiamo stare tranquilli di fronte a una vicenda del genere?

Come riportato dal quotidiano, l’istituto avrebbe fatto sapere di aver adottato “nei confronti del sospetto spione tempestivamente le opportune iniziative disciplinari, e che subito la banca ha provveduto a informare le autorità competenti”.

I presunti accessi abusivi sarebbero poi stati individuati dagli attuali sistemi di controllo cyber del gruppo - si legge ancora -. Il comportamento del dipendente non in linea con le procedure interne e la normativa di settore sarebbe emerso nel corso delle ordinarie attività di controllo dovute da un istituto bancario, incluso un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali o a rischio relativi alle consultazioni effettuate dai dipendenti della banca autorizzati al trattamento dei dati della clientela in funzione del ruolo ricoperto e delle attività svolte”.

In sostanza, Intesa Sanpaolo avrebbe voluto sottolineare di essere “costantemente impegnata a evolvere i sistemi nell’ottica di garantire la massima protezione dei dati della clientela”.

Abbiamo contattato Intesa Sanpaolo per un commento su quanto trapelato.

Un portavoce della società ha dichiarato a Money.it che “il comportamento dell’ex dipendente, non in linea con le procedure interne e la normativa di settore, è emerso nel corso delle ordinarie attività di controllo dovute da un istituto bancario, incluso un articolato sistema volto a individuare eventuali comportamenti anomali, o a rischio, relativi alle consultazioni effettuate dai dipendenti della Banca autorizzati al trattamento dei dati della clientela, in funzione del ruolo ricoperto e delle attività svolte.

Nei suoi confronti sono state tempestivamente adottate le opportune iniziative disciplinari e la Banca ha inoltre provveduto ad informare le autorità competenti.

Sottolineando che l’evento è stato individuato dagli attuali sistemi di controllo, la Banca è costantemente impegnata a evolvere i sistemi nell’ottica di garantire la massima protezione dei dati della clientela”.

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