Spesometro trimestrale dal 2018 salvo opzione

Francesco Oliva

17/11/2017

Lo spesometro diventerà trimestrale nel 2018 salvo che non si eserciti l’opzione per l’invio telematico semestrale.

Spesometro trimestrale dal 2018 salvo opzione

L’invio dati delle fatture emesse e ricevute - comunemente noto come spesometro - continua a far discutere.

Tra gli emendamenti al Decreto Legge fiscale numero 148/2017 ce ne sono diversi che trattano proprio la modifica dello spesometro, con un unico grande obiettivo: la semplificazione dell’adempimento.

Attualmente la normativa di riferimento, così come modificata dal DL 193/2016, prevede che lo spesometro debba essere oggetto di invio telematico trimestrale a partire dal 2018.

Tuttavia, alla luce dell’incredibile caos generato dalla prima scadenza semestrale del 2017 gli operatori professionali e parte della politica stessa spingono fortemente per una radicale riforma dello spesometro.

Spesometro 2018: le modifiche attese

Una riforma che dovrebbe orientarsi in due direzioni principali:

  • in primo luogo verso la riduzione dei dati richiesti, con l’eliminazione di dati assolutamente inutili ai fini delle verifiche fiscali (si pensi al codice di avviamento postale...);
  • in secondo luogo verso l’accorpamento delle scadenze, che da trimestrali dovrebbero passare a semestrali o annuali.

Da quest’ultimo punto di vista, occorre sottolineare come la proposta che attualmente appare in pole position è quella del senatore Silvio Lai che prevede il passaggio dello spesometro da trimestrale a semestrale, ma solo su opzione ovvero solo ove il contribuente esprima la volontà di inviare i dati ogni sei mesi.

Spesometro abrogato dalla fattura elettronica

Lo spesometro sarà in ogni caso automaticamente abrogato dall’introduzione della fattura elettronica obbligatoria, che la Legge di Bilancio prevede già dal 2019.

In questo caso, infatti, i dati richiesti tramite l’invio dello spesometro sarebbero già in possesso dell’Agenzia delle Entrate.

Rimane sempre la stessa incognita. Questa amministrazione finanziaria sarà in grado di introdurre lo strumento della fattura elettronica in modo efficiente? E ancora: come si riuscirà a rendere indolore un passaggio epocale per la gran parte delle pmi italiane?

Perché ad oggi la sensazione che si ha leggendo i diversi provvedimenti adottati è che il Governo cerchi più delle “voci” da inserire come poste finanziarie attive nel bilancio dello Stato (vedi “lotta all’evasione fiscale”) piuttosto che introdurre delle reali agevolazioni per le imprese.

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